
Possiamo interpretare l’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina sulla base della Trappola di Tucidide. Il timore dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO, quindi un ingrandimento e rafforzamento dell’Organizzazione nell’Europa est, potrebbe aver spinto Putin a invadere l’Ucraina?
Il 24 febbraio, nelle prime ore della mattina, Putin ha preso la decisione di attaccare le principali città ucraine dando il via all’invasione del Paese. Questa azione può sembrare giustificata da una serie di motivazioni; il rischio per la Russia che l’Ucraina entri nella NATO, il supporto di Putin alle due Repubbliche separatiste Donetsk e Lugansk nell’Est dell’Ucraina, infine, il ritorno al glorioso passato imperiale della Russia.
Quando si parla di politica internazionale spesso si cita la Trappola di Tucidide, in riferimento ad un’interpretazione di Tucidide della Guerra del Peloponneso, combattuta tra Sparta e Atene (431-404 a.C.). Secondo lo storico, Sparta, potenza già consolidata, temeva l’emergere della nuova potenza di Atene, e quindi ha deciso di attaccarla per eliminare un potenziale competitore. Questa espressione viene utilizzata per interpretare numerosi conflitti; e in anni recenti è stata associata alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, occasione nella quale gli Usa temevano l’emergere di una nuova potenza economica quale la Cina.
Proviamo ad interpretare l’attacco della Russia all’Ucraina sulla base della Trappola di Tucidide. Il timore dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO, quindi un ingrandimento e rafforzamento dell’Organizzazione nell’Europa dell’Est, potrebbe aver spinto Putin a invadere l’Ucraina?
I timori della Federazione Russa
La Russia, sin dai tempi dell’Unione Sovietica, teme l’influenza dei Paesi dell’Alleanza Atlantica e dell’organizzazione militare NATO. Per questo, i leader politici russi hanno sempre avuto l’obiettivo di mantenere un sistema di Stati cuscinetto neutrali (o possibilmente filo-russi) al confine tra Russia ed Europa dell’Est, al fine di proteggersi dai continui allargamenti della NATO. Oggi la Russia è “protetta” sotto questo punto di vista soltanto da Bielorussia, Ucraina e dal piccolo Stato moldavo a Ovest; dai Paesi del Caucaso a Sud.
È quindi una questione vitale mantenere questi Paesi nella propria orbita e lontano dall’influenza che definiremo per convenzione “occidentale”. Di conseguenza, il fatto che l’Ucraina di Zelens’kyj abbia mostrato interesse a entrare nell’Unione Europea e nella NATO ha irritato Putin, soprattutto perché il Paese si trova in un punto strategico per la Federazione Russa, oltre a essere considerato parte delle proprie radici storiche.
Allo stesso tempo, se è vero che gli Alleati considerano l’Ucraina un partner country della NATO, la sua possibilità di diventarne membro è alquanto limitata, considerati i criteri politici, economici e militari necessari, oltre alla dilagante corruzione presente nel Paese. L’ingresso di Kiev nella NATO è quindi un progetto secondario nell’agenda degli Alleati. Inoltre, per scongiurare un’invasione, Biden ha fatto importanti passi verso Putin durante una serie di incontri diplomatici, proponendo la sospensione delle trattative per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO (teoricamente la principale preoccupazione della Russia).
Un pretesto per l’invasione
Ma quindi, perché anche dopo le rassicurazioni di Biden sull’improbabile ingresso di Kiev nella NATO, Putin ha deciso di invadere l’Ucraina? A questo punto, nonostante sia sicuro che la Russia teme l’accerchiamento della NATO, in questa occasione si tratta soltanto di un pretesto.
La motivazione dell’invasione risiede probabilmente nelle ambizioni imperialiste del Presidente della Russia, che da sempre rilascia dichiarazioni sul legame dei “Paesi culturalmente russi”, come si sentisse in dovere di annettere e proteggere le Nazioni che un tempo facevano parte dell’Impero. Putin, fervido nazionalista, ha più volte contestato la debolezza dei leader politici russi del passato, che hanno permesso la dissoluzione dell’unione dei territori russi; è come se volesse porsi come il “nuovo zar” che riporterà in vita questa unione.
Lo stesso atteggiamento che abbiamo visto in Crimea, la penisola facente parte dell’Ucraina annessa alla Russia nel 2014; e lo stiamo vedendo oggi con il riconoscimento da parte di Putin delle due repubbliche separatiste russofone Donetsk e Lugansk. Putin è pronto a tutto per riavvicinare i “Paesi russi”, anche ad azioni distruttive come l’annessione o l’invasione.
E l’Ucraina, in particolare, è un territorio particolarmente caro a Putin, che la considera un prolungamento della Russia. Il 22 febbraio, durante il discorso sul riconoscimento delle due Repubbliche, ha affermato: “l’Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura” e poi: “l’Ucraina ha sempre rifiutato di riconoscere i legami storici con la Russia“.
Una finta trappola di Tucidide
In conclusione, da un lato possiamo analizzare la scelta di Putin con la logica della Trappola di Tucidide, secondo cui un Paese attacca un altro per timore che questo accresca il proprio potere. Infatti, possiamo dare come motivazioni dell’invasione il timore dell’avvicinamento di Kiev alle istituzioni “occidentali”, il possibile rafforzamento della NATO nell’Europa orientale e la possibile perdita per la Russia di un Paese-baluardo tra Unione Europea e Russia.
D’altro canto, come precedentemente analizzato, le principali motivazioni dell’invasione sono di carattere imperialista e nazionalista, con l’obiettivo di ricostituire l’unione dei territori russi, che un tempo era rappresentata dall’Impero zarista. Altrettanto probabile è il fatto che Putin voglia mettere in ginocchio l’Ucraina per istituirvi uno governo fantoccio filo-russo, dare maggiore rilevanza politica alla Russia e rafforzare i legami economici che esistono tra Mosca e Kiev.
Luce Pagnoni
(In copertina una foto delle forze armate russe)
Per approfondire:
- Agostini, Clarice. È guerra – Putin attacca l’Ucraina (Giovani Reporter, 2022)
- Agostini, Clarice. La crisi Ucraina – Una questione di prospettive (Giovani Reporter, 2022)
- Bitondo, Alessandro. Cosa sta succedendo in Ucraina? (Giovani Reporter, 2022)
- Brini, Iacopo. Il conflitto del Donbass, tra Russia, Europa e Stati Uniti (Giovani Reporter, 2022)