PersonaleViaggi

Il Mio Erasmus – 6 cose da sapere prima di partire

Erasmus 52

L’ho fatto. Dopo averlo sognato fin da quando ero bambina, dopo mesi di iter burocratico, organizzazione e tamponi, sono salita su un aereo che mi ha portata in un Paese straniero. In Danimarca, dove vivrò per cinque mesi come studentessa Erasmus


Al mio arrivo, la Danimarca mi ha accolta con quella che il meteo ha definito “la tempesta peggiore degli ultimi dieci anni”. Penso sia il suo modo di darmi il benvenuto. Era sabato, nessuna lezione da seguire o impegni accademici incombenti. Ho pensato fosse il momento migliore per dare inizio al mio racconto e condividere la mia esperienza, tra avventure e disavventure, con chi pensa di passare un periodo all’estero in Erasmus.

1. Scegliere il programma

La prima scelta da compiere è il programma Erasmus a cui partecipare, adatto alle proprie esigenze. Quelli gestiti dall’Unione Europea sono due:

  • Erasmus+, che permette di sostenere degli esami presso un’università straniera;
  • Erasmus+ Trainship, in cui viene svolto un tirocinio, talvolta abbinato a degli esami.

Molte università, però, hanno accordi anche con paesi extraeuropei. In tutti i casi, ad ogni modo, gli studenti ricevono una borsa di studio di valore variabile a seconda del Paese ospitante. Se si resta in Europa, oscilla tra i 250 e i 350 euro al mese, mentre per Paesi più lontani la cifra si aggira intorno ai 700 euro mensili.

In secondo luogo, bisogna selezionare l’università estera più in linea con i propri obiettivi. È necessario che abbia esami compatibili con quelli italiani, in una lingua di tua conoscenza e che accetti studenti nel periodo in cui tu vuoi partire. È utile guardare documenti e graduatorie degli anni passati per farsi un’idea di quale sia l’offerta e del numero di studenti accolti. Inoltre, se per te non è importante andare in un Paese specifico, potrebbe essere conveniente informarsi su mete meno ambite, come Ungheria o Polonia. Avrai sicuramente maggiori possibilità di essere preso.

Se la tua università te lo permette, consultati anche con chi si occupa di programmi Erasmus così da avere quanti più consigli e informazioni, specialmente per quanto riguarda gli esami. Di solito sono molto diversi da quelli previsti nel piano di studi italiano ed è necessario essere un po’ creativi per associarli.

2. Superare l’iter burocratico

Una volta selezionato il programma Erasmus e aver raccolto quante più informazioni possibili, dovrai presentare la tua candidatura con le destinazioni preferite. Potranno essere due, tre o solo una, a seconda dell’università di provenienza. 

Le graduatorie vengono create in base alla media degli esami e ad eventuali certificati linguistici, e, qualora rientrassi in una di queste, sarà il momento di candidarti presso l’università estera. Non si è mai sentito di domande che non siano state accettate, per cui credo possa stare tranquillo sul buon esito della tua richiesta. 

A questo punto resterà solo da firmare il contratto finanziario, con cui ti assegneranno una borsa di studio, e compilare il Learning Agreement, ossia l’associazione tra gli esami che faresti in Italia e quelli che farai all’estero. 

Oltre alle procedure per l’università, infine, dovrai informarti sulla copertura sanitaria, un’eventuale assicurazione e trovarti una casa. Svolgere delle pratiche in un’altra lingua non è facile e non illuderti che la burocrazia sia semplice. Passerai da siti universitari che si bloccano a ogni click, a impiegati comunali fiacchi e irritati e procedure rimandate. Non sembra di parlare di qualcosa poi tanto lontano dai meccanismi italiani.

È facile sentirsi sopraffatti e restare storditi da tutto ciò di cui dovrai occuparti, soprattutto se tieni a fare le cose per bene e vuoi gestire tutto, in ogni singolo dettaglio. A proposito di questo, però, il prossimo punto della lista credo sarà per te il più importante.

3. Circondarsi di visi amici

Circondati di persone, creati una squadra di supporto. Sembra una frase fatta, ma è davvero fondamentale: io non sarei mai riuscita a partire senza il loro aiuto. Le figure di maggiore rilievo saranno il personale degli uffici universitari e gli altri studenti Erasmus.

I primi ti aiuteranno nelle procedure che riguardano la borsa di studio e l’università in sé. Purtroppo, gli impiegati incaricati sono in numero esiguo rispetto alle abbondanti richieste inoltrate loro dagli studenti, quindi risulta spesso difficile ottenere rapidi riscontri, ricevimenti e trovare soluzioni veloci ai propri problemi.

I secondi, invece, ti aiuteranno sotto ogni punto di vista: per un consiglio, con la burocrazia, per trovare casa e cercare voli a buon prezzo per raggiungere la città che vi ospiterà. Cerca, prima di partire, ex studenti Erasmus, soprattutto su gruppi Facebook universitari, e confrontati con loro, sono una gran risorsa. Chiedi informazioni sulla città in cui vivrai e sulle possibili sistemazioni. Queste ultime, almeno per me, sono state la parte più difficile da gestire.

4. Cercare (e trovare) un alloggio

Qualsiasi fuori sede potrà dirti che gli Hunger Games sono bazzecole rispetto al cercare una stanza come studente. Nelle città universitarie la richiesta è sempre più alta dell’offerta, e di conseguenza si trasforma in una vera corsa contro il tempo nel tentativo di accaparrarsi un posto decente. Tutto, inoltre, si muove estremamente in fretta: nel giro di due giorni l’alloggio che stavi guardando potrebbe essere già stato affittato.

Il mio primo consiglio è di capire quali siano i siti immobiliari più usati per affitti a breve termine nel Paese dove vivrete. Gli studenti Erasmus, purtroppo, sono in una posizione svantaggiata dal momento che il loro viaggio dura pochi mesi e i locatori favoriscono permanenze di almeno un anno.

Se l’università ospitante fornisce agevolazioni, sfruttale. Ma presta attenzione anche in questo caso: non sempre sono sinonimo di garanzia. Io mi ero iscritta a delle graduatorie per ottenere una stanza fornita dall’università, ma ho scoperto troppo tardi che i miei dati venivano forniti a vari proprietari di case. Erano poi questi ultimi a scegliere l’inquilino che preferivano tra i candidati. 

La cosa migliore che si possa fare, a mio avviso, è cercare attivamente su Facebook, sia su gruppi specifici che su Marketplace. Lì è facile trovare studenti che andranno via un semestre e potranno subaffittare la stanza. In alternativa, potresti unirti ad altri studenti e cercare con loro una casa. È un mercato estremamente competitivo, quindi armati di pazienza, non abbatterti e, soprattutto, attento alle truffe. Fatti sempre aiutare da una persona di fiducia, che sia un genitore o un amico già stato fuori sede.

5. Abbinare esami italiani ed esami esteri

Gli esami sono un altro punto molto importante e che riserva varie sorprese. Tieni bene a mente fin da subito che non darai esami uguali a quelli italiani: è più facile che studierai materie mai sentite nominare. Tendenzialmente hanno qualcosa in comune (altrimenti le due università non avrebbero accordi di scambio), ma potrebbe non essere così evidente. A seconda dei Paesi potrai trovare pochi esami da molti crediti o molti da pochi crediti. Nel primo caso un esame straniero vi potrà coprire anche due di quelli italiani, nel secondo caso sarà l’opposto. Come regola generale bisogna dare esami per un minimo di 30 CFU

Quello che io chiamo “abbinamento” è un processo in cui assocerai i corsi che dovresti frequentare in Italia a quelli che effettivamente seguirai all’estero. In questo modo raggiungerai lo stesso numero di crediti. Potrai sfruttare la cosa a tuo vantaggio per recuperare esami che avevi in sospeso oppure per evitarne alcuni degli anni successivi. 

Come dicevo prima, non troverai le stesse materie, quindi l’abbinamento richiede un po’ di fantasia. Dopo esserti fatto un’idea, chiedi consiglio al tuo responsabile che potrà suggerirti le associazioni migliori. In molti Paesi i semestri iniziano prima rispetto all’Italia, ed è quindi probabile che non riesca a dare tutti gli esami che daresti normalmente prima della partenza. Se non puoi inserirli tra quelli da fare all’estero, ti consiglio di lasciare da parte quelli più facili, in modo da non dover studiare troppo al rientro. Alcuni professori permettono agli studenti Erasmus di avere preappelli o di sostenere alcune prove online, quindi ricorda di chiedere e informarti su ogni aspetto.

6. Non lasciarsi fermare dal Covid

Se si parla di spostamenti, di questi tempi è impossibile non parlare anche di Covid-19. E qui, purtroppo, non c’è molto da dire. La situazione pandemica presenta ancora un margine di imprevedibilità e le disposizioni sanitarie dei singoli Paesi possono facilmente cambiare in poco tempo. 

L’unica cosa che posso consigliare è tener sempre d’occhio i bollettini e le normative del Paese ospitante. Informarsi sulle misure prese dall’università e i requisiti per entrare e spostarsi all’interno del paese, per esempio vaccinazioni ed esiti di tamponi. Se le misure adottate sono molto restrittive, rifletti attentamente su quanto convenga partire in questo momento. Potresti sempre aspettare un anno, oppure decidere di andare in un Paese diverso da quello pensato in origine e vivere comunque un’esperienza ricca utile alla crescita personale.

Sono trascorse, ormai, due settimane dall’inizio di questa mia nuova esperienza. Ho digitato le prime impressioni nella mia stanza, mentre fuori infuriava una tempesta, senza conoscere nessuno e assillata dai dubbi. Adesso sono nella biblioteca dell’università, circondata da altri studenti. Ormai conosco qualcuno di loro e quel qualcuno mi saluta.

Fuori è nuvoloso, ma sono abbastanza serena perché non c’è vento, e qui tanto basta per dire che il tempo èbello“. Ho imparato quali autobus mi riportano a casa dopo le lezioni e quale strada prendere con la bici per evitare le salite, quale supermercato ha della pasta buona e quale negozio vende i migliori biscotti. Sono solo le prime di molte settimane; il sole danese è pallido e certamente non è l’augurio più rassicurante per i giorni a venire, ma indubbiamente la vita all’estero ora fa meno paura e io ne sono entusiasta.

Alice Buselli

(In copertina William Bayreuther da Unsplash)

Ti potrebbero interessare
PersonaleViaggi

On the Road – Esplorare la Provenza in dieci giorni

PersonaleViaggi

On the road – Si può visitare Barcellona in 5 giorni?

PersonaleViaggi

On the road – Innamorarsi di Madrid in quattro giorni

PersonaleViaggi

On the road –  5+1 consigli per organizzare un Interrail low-cost