Un cavillo quasi banale
La conferma è arrivata: i due referendum più chiacchierati degli ultimi mesi sono stati bocciati dalle Camere, a causa della troppa la distanza tra i cittadini e le istituzioni che hanno diritto di veto in merito. Non sono bastate le oltre 1 milione e 200 mila firme raccolte a favore dell’eutanasia e le circa 600.000 a favore della legalizzazione della cannabis. Nella conferenza stampa in atto subito dopo la decisione finale della Corte Istituzionale, il presidente di quest’ultima ha chiarito le ragioni che hanno portato alla bocciatura in entrambi i casi.
Giuliano Amato è intervenuto affermando che i due quesiti referendari erano posti in una forma inammissibile. Il referendum sulla cannabis, composto da 3 sotto quesiti, nella versione originaria faceva riferimento non solo alla marijuana, ma anche a droghe pesanti come eroina e cocaina. La bocciatura ha quindi evitato la depenalizzazione anche di sostanze ben più nocive. Si è poi ammessa l’impossibilità da parte dei giudici di modificare il corpo del referendum una volta consegnato.
Il quesito referendario faceva riferimento a sostanze che includono le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente per farci violare anche obblighi internazionali. Se il quesito fosse stato riferito alla cannabis e all’uso personale della medesima sarebbe stato ammissibile, non ho dubbi.
Giuliano Amato
Per il presidente di Più Europa, Riccardo Magi, non si è fatto altro che cercare “il pelo nell’uovo”, ostacolando in questo modo l’approvazione di una legge essenzialmente buona.
Decisioni sofferte
Anche dietro le ragioni della respinta del secondo referendum, quello sull’eutanasia, si cela un cavillo di medesima natura. L’ufficio stampa della Corte Costituzionale ha reso noto che, posto in quel modo, il quesito sfociava ben oltre i suoi obbiettivi di fondo. Il passaggio del referendum avrebbe portato a ben altre conseguenze, tra le quali la non punibilità dell’omicidio di una persona fragile che, senza intenderlo davvero, avesse richiesto in un momento poco lucido di essere ucciso. Per scongiurare il rischio che una futura legge posta in questi termini potesse ritorcersi contro la tutela dei più deboli, si è preferito rimandare un eventuale nuovo referendum (magari più attento all’aspetto formale) a data da destinarsi.
È nuovamente Giuliano Amato a presentarsi al pubblico, descrivendo una decisione finale molto sofferta da parte di tutti i giudici e non del tutto unanime. Nessuna pressione politica quindi, ma una mera questione formale che ha portato a decisioni forzate. Ciò non ha tuttavia evitato reazioni molto forti da parte del fronte per il “sì”, che ha definito entrambi i risultati come una sconfitta della democrazia. Intanto le reazioni della politica si dividono, tra esultanze un po’ ridicole e promesse di cambiamento imminente.
Jon Mucogllava
Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.