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Corsa al Quirinale: le ore decisive

Quirinale

La strada verso il Quirinale

Il ballo del Quirinale si è aperto. I primi tre giorni però si sono conclusi in un nulla di fatto. Le votazioni non hanno portato ad un nome davvero percorribile. Sono stati giorni di trattative più o meno riservate, di colpi di fronte, di bluff e, perché no, di simpatici scherzetti sui fogli elettorali.

Ma le consultazioni tra i vari leader, ci si chiede, dovevano essere fatte per forza dal primo giorno di votazione ufficiale? In tutto questo tempo i partiti non hanno avuto tempo di organizzarsi? No, risponderebbe qualcuno: la candidatura di Berlusconi bloccava ogni speranza di dialogo. Ma quanto era reale questa candidatura? C’è qualcuno nel mondo politico che ha davvero creduto a tutto ciò? O già da allora si parlava del vero nome da portare al Quirinale e addirittura di un rimpasto di governo?

Le premesse della corsa erano ben chiare. La maggioranza che sosterrà il futuro presidente sarà la stessa che sostiene il governo. Ma il nodo resta. Chi mandare al Quirinale? Le opzioni sul tavolo sono essenzialmente due: o Draghi o un profilo politico.

Draghi al Colle?

Mario Draghi a Palazzo Chigi sta dando credibilità al nostro paese. Ma la Presidenza del Consiglio – a cui pure la democrazia italiana riserva il vero timone politico, come hanno fatto notare autorevoli riviste americane – termina tra un anno.

Essendo molto improbabile che Draghi crei un suo partito politico per ricandidarsi alle prossime elezioni, il modo più logico per averlo in un ruolo decisivo sarebbe candidarlo alla Presidenza della Repubblica. Ma ecco che Draghi al Colle porterebbe, per forza di cose, ad una crisi di governo, essendo di questo il Primo Ministro.

Se dunque i partiti stanno puntando su Draghi, nel mentre stanno lavorando anche ad un compromesso per il nuovo governo che si andrà a creare. Saranno gli stessi partiti ad appoggiarlo? Anche l’opposizione in un periodo come questo, ossia a ridosso delle elezioni politiche del prossimo anno, dovrebbe fare gola a più di un leader (si veda com’è cresciuta la Meloni nei sondaggi in questi mesi).

Un politico come Casini?

Se è vero il contrario, ovvero che non c’è la volontà di mandare draghi al Colle, e che si vuole rimanere tutti al Governo con questa maggioranza e con questa squadra di ministri, una soluzione molto plausibile sarebbe nominare un politico alla prima carica dello stato. La storia recentissima del nostro paese ci insegna che il Presidente della Repubblica è stato ago della bilancia in tante situazioni di crisi del nostro paese. Napolitano e Mattarella, poi, hanno rivoluzionato il modo di concepire la carica, essendo stati loro i garanti di numerosi governi tecnici, o “governi del Presidente”.

Ecco l’importanza di un uomo politico. Inoltre, un tecnico alla Presidenza della Repubblica, affiancato, già quest’anno, da un altro tecnico al Consiglio sarebbe un vero e proprio suicidio per la classe parlamentare.

Il nome più caldo in queste ore è quello di Pierferdinando Casini, parlamentare da 38 anni. Democristiano a tutti gli effetti, in seno alla rottura del suo partito, si è candidato prima con il centrodestra, poi con il centrosinistra. La sua esperienza politica è indubbia, ma proprio questa sua caratteristica, diremo camaleontica, potrebbe renderlo inviso sia a sinistra che a destra.

Una donna al Quirinale?

Un altro profilo molto quotato in questa corsa è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, oggi presidente del Senato, la seconda carica dello Stato. Il suo nome non è stato pronunciato da Matteo Salvini nella famosa rosa del centrodestra, dicono gli esperti, per non “bruciarlo”.

La Casellati avrebbe il vantaggio di essere il profilo del gruppo parlamentare che, ad ora, avrebbe, se pur di poco, la maggioranza in Parlamento, e cioè il centrodestra unito. Inoltre, la carica che adesso esercita è storicamente il miglior trampolino di lancio per il Quirinale. Sarebbe la prima donna alla Presidenza della Repubblica.

Alessandro Bitondo

(In copertina wannenesgroup.com)


Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.

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