Ci risiamo: anche quest’anno ci attendono pranzi e cene in compagnia (e, si spera, in sicurezza). Siete stati invitati da qualcuno e vorreste fare bella figura portando una bottiglia di vino? Sarebbe un’ottima idea: un buon brindisi fa davvero la differenza. Ma come si sceglie un buon vino?
Sembra scontato ripeterlo, e invece ogni anno ci ricadiamo: mai scegliere in base al prezzo più basso. Per fare un buon vino serve della buona uva, che costa. Perciò, se le condizioni economiche lo permettono, è sempre buona norma non scendere sotto i 3 o i 4€ a bottiglia.
Sfatiamo dei miti
- Non è vero, come spesso tendono a suggerire media e supermercati, che il miglior abbinamento per il panettone o pandoro sia uno spumante brut o extra brut (come quelli che si trovano nei cesti da regalo) . I tipici dessert lievitati andrebbero accompagnati invece con uno spumante dolce al palato come un moscato.
- Prendiamo in considerazione le enoteche, anche per i principianti. Meglio quelle di quartiere, fuori dal centro e dalle zone modaiole, sono fondamentali per farsi consigliare nel modo migliore. Il personale sarà a completa disposizione, offrendo un servizio curato e una consulenza che tenga conto di gusti e budget. Inoltre può anche essere un buon modo per ampliare le proprie conoscenze, potendo così non solo portare un buon vino a tavola ma anche la storia di una bottiglia.
- Niente Champagne o metodo classico per il brindisi di mezzanotte. Generalmente al brindisi si arriva stanchi fisicamente e sul palato, appunto perché in precedenza c’è stato un pasto sostanzioso. A quel punto, sarebbe meglio conciliare la stanchezza con qualcosa che dia serenità: un Moscato d’Asti o l’Asti Spumante è un’ottima scelta, con prezzi contenuti e grande qualità.
Consigli
Esistono denominazioni e territori che per loro natura esprimono una qualità medio-buona nei loro prodotti su cui perciò si può andare quasi sul sicuro. Dovendo consigliare un bianco, ad esempio, si può pensare a un Verdicchio o a un vino altoatesino come il Gewürztraminer; in queste denominazioni sarà difficile trovare picchi di qualità ma allo stesso tempo sarà garantito un livello omogeneo soddisfacente. Perciò, è meglio orientarsi verso territori conosciuti per i loro prodotti di media qualità invece di avventurarsi, come può accadere per le Valpolicella o i Soave veneti, senza conoscere le cantine, rischiando di trovare grandi vini o bottiglie non all’altezza delle aspettative.
Senza avere troppe conoscenze, ci si potrebbe orientare verso i piccoli produttori che producono vino dalle vigne di loro coltivazione e molti dei quali si trovano riuniti nell’associazione FIVI. Il vantaggio sta sicuramente in una produzione da filiera corta e controllata; trovare il logo FIVI sulla bottiglia è un buon indicatore di un vino che racconta una storia di luoghi e di persone.
Vini Rossi Frizzanti
Il consiglio di Fabrizio Bandiera: Lambrusco di Sorbara, meglio se proveniente da piccoli produttori.
Vini Rossi Fermi
Il consiglio di Fabrizio Bandiera: puntare sui vini dell’Alto Adige assicura un buon prodotto, esistono però realtà emergenti come i vini rossi dell’Etna da tenere in conto. Più particolari e difficili da trovare sugli scaffali della grande distribuzione sono i rossi liguri, della denominazione rossese.
Vini Bianchi Fermi
Il consiglio di Fabrizio Bandiera: come in precedenza, i vini altoatesini possono dare grandi soddisfazioni anche ai neofiti e in alternativa ci si può orientare sul Verdicchio. Una denominazione cara all’autrice, e degna di nota, è quella del Lugana.
Bollicine per il brindisi
Il consiglio di Fabrizio Bandiera: riprendendo quanto accennato in apertura, meglio orientarsi verso uno Spumante d’Asti che, con poco alcol, un gusto dolce e il piacevole equilibrio della sua effervescenza saprà accompagnarvi bene nel brindisi. Per orientarsi nel vasto mercato disponibile, si segnalano lo Spumante d’Asti di Saracco o La Selvatica.
Sofia Bettari
(In copertina Billy Huynh da Unsplash)