Il pallone in streaming
Negli ultimi anni Jeff Bezos sembra essersi scoperto un grande fan del soccer made in Europe. Lo sport più seguito non poteva sfuggire ai tentacoli dell’azienda più grande al mondo, che ha investito in partite di Champions, dai gironi alle eliminazioni dirette, interviste e persino documentari. Se la tua squadra del cuore non appare nella barra di ricerca di Amazon Video, probabilmente non si tratta di un top club; non per gli uffici di Seattle, almeno.
Manchester City, Juventus, Tottenham, Bayern, per citare solo alcune delle squadre coinvolte, si mostrano agli occhi dei tifosi dall’interno passando per lo spogliatoio, i campi d’allenamento e la mensa. È così che una squadra di calciatori, allenatori e addetti ai lavori diventa uno spettacolo dentro e fuori dal campo, la protagonista indiscussa di uno show lungo un’intera stagione. Non è forse un caso che dietro simili azioni ci sia uno zampino a stelle e strisce, che di pallone rotondo capisce poco o nulla.
Voci di spogliatoio
Si alza così un sipario che non dovrebbe nemmeno esserci. Chiunque abbia praticato uno sport di squadra sa bene che lo spogliatoio è un tempio sacro, da cui non deve trapelare nulla, luogo intimo e invalicabile. Lo stesso si può dire degli altri spazi pensati per la squadra soltanto: fino a qualche tempo fa gli unici riflettori erano quelli a partita in corso, pronti ad offrire a milioni di appassionati l’unico e vero spettacolo. Chissà quante liti, quanti segreti (tattici e non solo), quante gioie e quanti dolori custodiscono gli spogliatoi! Per i giocatori si è sempre trattato di misteri inconfessabili, da difendere a ogni costo contro indiscrete telecamere e microfoni giornalistici.
Un esempio? Mercoledì 25 maggio 2005, stadio Atatürk, Istanbul, finale di Champions. Si gioca Milan – Liverpool (sappiamo tutti com’è finita). Una squadra va negli spogliatoi sicura di dormire con la coppa dalle lunghe orecchie, l’altra ci ritorna affranta e disorientata, con un allenatore che parla a stento la lingua dei suoi giocatori. Ad oggi nessuno, se non loro, sa e ricorda quegli attimi, quei momenti negli spogliatoi. Gli inglesi diranno poi che la squadra di Ancelotti stesse già festeggiando; qualcuno affermerà che i rossoneri stessero già stappando le bottiglie di Champagne.
Voci, dicerie, nulla di certo; lo spogliatoio subito a difendere i giocatori da occhi indiscreti, e muto come un sarcofago egiziano. Confessioni, trasgressioni e riti comunitari vengono resi invisibili agli occhi altrui, per rispetto di una tradizione. Fortuna che, all’epoca, Amazon era solo un’azienda appena nata.
I tifosi voyeurs
I tifosi del 2021 sono dei voyeurs affamati, che si tratti della loro squadra o meno: vedere Ronaldo in lacrime dopo la sconfitta di Porto attira, vende il prodotto; e, su questo, nessuno può dare lezioni al gigante americano. Così, di stagione in stagione, il calcio cambia pelle e diventa sempre più spettacolo e meno sport: sempre meno pallone e più soccer.
Si tratta senza dubbio di un’operazione di marketing di sicuro successo; ma quale ne sarà il prezzo? I calciatori ormai, anche i meno famosi, sono in tutto e per tutto star del cinema, seguite passo a passo e osannate da folle (virtuali e digitali) in delirio. Ci si dimentica così dei ragazzi che hanno fatto altro nella vita; di chi vorrebbe continuare ad avere una quotidianità normale; di chi preferisce rimanere all’ombra, lontano dei riflettori. Uno sport non è, non dovrebbe essere un film, una serie tv; o almeno non con queste modalità maniacali.
Ma forse di questi tempi siamo troppo ossessionati dai nostri eroi, e Amazon ha soltanto assecondato le nostre manie. Del resto, vendere il pallone non è mai stato così redditizio e facile come oggi.
Jon Mucogllava
Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.