Cronaca

Mattia Piccoli, il giovane eroe – Un premio o una copertura?

Mattia Piccoli

Premiare l’eroismo del giovane Mattia Piccoli, che appena dodicenne presta le cure al padre malato, è un atto doveroso. Ma dov’è lo Stato per le tante famiglie che vivono in simili condizioni di disagio e abbandono?


Mi sono imbattuta in un articolo di “La Repubblica” in cui era raccontata la storia di Mattia Piccoli, un bambino di dodici anni che è diventato Alfiere della Repubblica per via del suo lavoro di assistenza al padre, malato di Alzheimer, nelle faccende quotidiane come la vestizione. Ritengo che l’assegnazione di questo riconoscimento sia potenzialmente dannosa; ma, siccome le ragioni non sono evidenti, occorrerà fare anzitutto un po’ di chiarezza.

Cosa significa assegnare il titolo di “Alfiere della Repubblica”? La definizione ufficiale del Quirinale recita:


“La Presidenza della Repubblica ha istituito dal 2010 un “Attestato d’Onore” per premiare quei giovani minorenni che, per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon cittadino.

I premiati si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, […],nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà.

L’Attestato attribuisce il titolo di “Alfiere della Repubblica” ed è riservato ai giovani fino ai 18 anni. […]”

Da questa definizione capiamo che si tratta di un’attestazione assegnata a minori che siano, per svariate ragioni, un modello di cittadinanza: un esempio ideale per tutti gli altri, da seguire ed imitare. Io però non penso che il comportamento di Mattia Piccoli dovrebbe essere elogiato come positivo. Intendiamoci: Mattia, che appena dodicenne si è sobbarcato a un simile sacrificio, è in ogni caso un eroe. Ma il punto è un altro: è giusto che lo Stato lasci che simili eroi della disperazione fioriscano?

Questo ragazzino si è assunto, insieme al fratello, il compito di accudire il genitore disabile, un lavoro pesante e gravoso anche per un adulto e che, svolto ad un’età così giovane, potrebbe portarlo ad affrontare diversi traumi. E allora, forse, l’accudimento non dovrebbe spettare a Mattia Piccoli. Anzi, il ragazzo non dovrebbe proprio trovarsi in quella situazione: perché il dovere di occuparsi dei cittadini, soprattutto in casi di malattia o disabilità, deve essere dello Stato.

Sappiamo bene, purtroppo, come il nostro Paese (e non solo, sia chiaro) si regga sulle spalle di tanti che svolgono lavori di cura non retribuiti o in nero, siano essi i nonni che si occupano dei nipoti dopo la scuola, le badanti, le colf o i parenti di persone non autosufficienti. In quest’ultimo caso, inoltre, le famiglie devono sobbarcarsi anche spese mediche tendenzialmente molto elevate, sempre con pochissimi aiuti a livello statale.

Michela Morutto, la madre di Mattia Piccoli, ha dichiarato:

“Il premio per la mia famiglia è una cosa bella e importante. È una sferzata di ottimismo per premiare quello che ha fatto Mattia, senza dimenticare il fratello; [ma] purtroppo c’è bisogno di qualcos’altro perché le pacche sulle spalle sono all’ordine del giorno. Ci vorrebbe un aiuto più concreto alle famiglie che si trovano a lottare contro le malattie neurovegetative, soprattutto nei casi di giovani precoci come mio marito, quando si deve lavorare ancora, ci sono mutui da pagare e figli piccoli da mantenere. Ci sarebbe bisogno di quel ‘quid’ in più che tutt’oggi manca.”

Michela Morutto, madre di Mattia Piccoli

Riconoscere i veri valori e i sani comportamenti promossi da parte delle istituzioni è importante perché, in situazioni simili, può diventare la spinta per alzare la voce e pretendere di più e meglio, non solo per la famiglia Piccoli-Morutto, ma per tutti coloro che si trovano nella stessa situazione. Situazione in cui, ricordiamo, è facilissimo capitare: un banale incidente potrebbe costringerci su una sedia a rotelle e farci scontrare con le decine di barriere architettoniche che incontriamo ogni giorno, senza farci caso. È sempre bene ricordare che chiedere al Governo di fornire supporti a chi è in difficoltà beneficerà, prima o poi, tutta la popolazione ed è fondamentale continuare a pretenderli.

Assegnare un premio del genere è doveroso verso Mattia Piccoli, che deve essere elogiato per la sua dedizione; ma non può, non deve assolutamente diventare un copertura e uno scarico di responsabilità da parte dello Stato.

Alice Buselli

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