Dopo il grande successo del Salone di Torino 2021, tornano sotto la Madonnina le fiere del libro. Un’occasione per ricominciare a leggere e scoprire le ultime novità del mondo letterario.
A Milano si ha finalmente un piccolo assaggio di ritorno alla normalità, attraverso la (ri)scoperta della cultura di cui è impregnata la capitale meneghina. E quale migliore opportunità di farlo se non tramite mostre ed esibizioni, ancor meglio se incentrate sui libri, simbolo di quella “canoscenza” cantata da Dante? La letteratura, infatti, è stata al centro dell’attenzione in questi ultimi giorni grazie a due eventi: il Salone della Cultura e Bookcity Milano, rispettivamente giunti alla quinta e alla decima edizione.
Il successo del Salone
Il Salone della Cultura si è svolto nei bianchi ed ampi spazi del Superstudio Maxi nel fine settimana tra il 20 e il 21 novembre. Editori, librai, collezionisti e lettori si sono raccolti in queste due giornate, accomunati da un unico amore che coltivano ogni giorno: quello per la lettura. Cultura è un termine latino che deriva dal verbo colere, “coltivare”: il sapere, la curiosità e lo spirito critico che si celano in ogni individuo. Caratteristiche più che mai fondamentali nell’epoca delle fake news e della disinformazione. Tale evento, nato per i milanesi, negli anni si sta aprendo e ingrandendo sempre di più, e ad oggi accoglie anche numerosi stranieri e italiani provenienti da altre città. Non sono mancati volti noti dello spettacolo, come Al Bano e il comico Giacomo Poretti, che ha presentato il suo ultimo libro “Turno di notte” (Mondadori, 2021).
Il Salone non ha deluso le aspettative, ed è riuscito a proporre un’offerta variegata dalle nuove uscite ai libri usati (nominati d’occasione), passando per i libri antichi e rari esposti dall’Associazione Librai Antiquari d’Italia e International league of antiquarian booksellers. Tuttavia, i libri non sono l’unica espressione della cultura; e per tale motivo il Salone ha dato spazio anche a mostre d’arte come l’esposizione dei vinili LP di Andy Warhol ed esposizioni storiche come quella della Croce Rossa Italiana e War Rugs, i tappeti delle guerre afghane, per mantenere vivo l’interesse del dramma afghano ora più che mai. Il tutto arricchito da conferenze, di cui una dedicata a Bookcity per suggellare la prima collaborazione tra le due associazioni culturali.
Il visitatore appena entra viene avvolto in un’atmosfera accogliente e sembra di essere trasportati in un piccolo mondo costruito su pile di libri, al riparo dal grigiore e dai rumori della città. All’ingresso, dei volontari danno il benvenuto, mentre consegnano il giornale del salone. Lo studio è gremito di persone che sfilano nei corridoi tra i vari stand, a volte cercando di crearsi tra uno un varco tra chi sta già rovistando tra i libri, sperando di trovare quello che cerca. Librai e collezionisti che discutono: alcuni parlano italiano, alcuni inglese,ì; ogni tanto irrompe un applauso da una delle sale conferenze. Il salone è un movimento continuo di persone che vanno e vengono con un solo libro in mano o con borse piene. Dal romanzo a cinque euro al manoscritto del ‘500 gelosamente conservato in una bacheca, poster con la faccia di Salvador Dalì e volumi d’arte, il salone è una festa per gli occhi per i bibliofili e gli amanti dell’arte. Un vero successo.
Il ritorno in presenza di Bookcity
Bookcity Milano non è stata da meno, con le sue 120.000 mila presenze registrate tra il 17 e il 21 novembre. Una rivincita di fronte alle misure restrittive da lockdown dell’anno scorso che avevano costretto gli organizzatori ad optare per eventi da remoto. A differenza del Salone, le conferenze e i seminari sono stati distribuiti su tutto il tessuto urbano, dalle aule universitarie al Castello Sforzesco, passando per l’Accademia di Brera. Bookcity ha dato spazio non solo a voci appartenenti al mondo dell’editoria, ma anche della politica: come quella di Liliana Segre che ha discusso del ruolo delle donne nella società; e quella di Myrta Merlino, che ha presentato il suo “Donne che sfidano la tempesta” (Solferino) nella biblioteca Sarmoni. A Bookcity si è inoltre ricordato un grande autore che non c’è più, Luis Sepúlveda, che aveva inaugurato la prima edizione della manifestazione milanese nel 2012.
Milano, centro della cultura
Grazie a questi due eventi, Milano si è trasformata in un palcoscenico del confronto, della discussione e dell’incontro con l’obiettivo di ridare dignità alla carta stampata nell’era della digitalizzazione, dove il settore dell’editoria è entrato in crisi. Grazie alla comunità di librai e di tutti gli operatori del settore si tiene vivo e alto il valore della cultura, in una società moderna che ne è ormai povera e arida di immaginazione e capacità di ragionamento. Un’ultima occasione di salvataggio per ricordare il piacere della lettura, del possedere quel piccolo capolavoro che è il libro, opera d’arte grafica e di stampa fonte di emozioni, oltre che un’opportunità per progredire a livello intellettuale e morale.
Francesca Fabbri
(Immagine di copertina da Unsplash)