Cronaca

La condanna – L’autogol più grave di Fabrizio Miccoli

Fabrizio Miccoli

Ombre e luci di un fuoriclasse

Per gli appassionati di calcio il suo nome richiama alla memoria centinaia di reti messe a segno tra Serie A e Serie B, e vent’anni di carriera calcistica, tra i quali spiccano gli anni al Palermo (2007-2013). Nella squadra siciliana, Fabrizio Miccoli ha giocato e segnato come un fuoriclasse per sette anni. Oggi, un decennio dopo, la sua vita sembra aver preso una piega del tutto diversa, lontana dalla felicità dei suoi anni in Rosa. E no, nessuna carriera da allenatore o da dirigente sportivo per lui; almeno per qualche anno.


Il 23 novembre, infatti, la Cassazione ha reso nota la decisione dei giudici: 3 anni e 6 mesi di detenzione con l’accusa di estorsione, aggravata dal metodo mafioso. Si conferma quindi la decisione della Corte d’appello di Palermo ufficializzata l’anno prima. Le indagini hanno svelato i rapporti che l’ex-attaccante ha mantenuto, nel corso degli anni, con membri della malavita palermitana: in particolare, su di lui pende l’accusa di aver assegnato ad un componente della mafia siciliana, nonché suo amico, l’incarico di estorcere alcune migliaia di euro ad un imprenditore locale. Tuttavia ciò sarebbe stata la conseguenza di un favore da parte di Miccoli ad una terza persona. Il che non diminuisce affatto la gravità del crimine.


Nel fascicolo dell’indagine sono finite anche alcune intercettazioni nelle quali l’ex-giocatore avrebbe definito il magistrato Falcone “un fango”: sono proprio queste parole ad indignare di più l’opinione pubblica. La parabola di Miccoli si conclude dunque tra gli spazi angusti di una cella nel carcere di Rovigo, dove si è presentato il giorno successivo alla condanna. Sembrano lontani i tempi in cui il suo nome risuonava in curva come simbolo popolare di una Palermo che sognava grandi traguardi nella massima serie. Fabrizio era uno di loro, vicino alle realtà più emarginate e delicate di una grande città meridionale; talmente vicino da venirne forse risucchiato.

Chi va con lo zoppo…

Un clamoroso autogol, per usare un eufemismo anche troppo blando. Che gli anni a Palermo fossero stati importanti per la sua crescita sportiva era indubbio, ma evidentemente Miccoli non si è fermato alle prestazioni sul campo. Delle sue amicizie poco raccomandabili si vociferava già da quando scendeva in campo per i Rosanero, ma in pochi avrebbero immaginato un esito del genere. La fama, il denaro, il carisma non possono far altro che attirare le attenzioni di individui quantomeno ambigui.

Non è la prima volta, del resto che calcio e giustizia si intersecano: sono diversi i calciatori a essere finiti dietro le sbarre, da Cristiano Doni aStefano Mauri – e stiamo parlando della sola Italia. Osannati da città intere, gli idoli del pallone finiscono anche col tessere amicizie con chi quella realtà, bene o male, la governa. Conseguenza dell’essere amati da tutti, ma proprio da tutti. Inguaiarsi in fatti di mafia in Italia fa sempre un certo effetto e le parole su Falcone fanno inorridire; l’augurio però è che, una volta scontato il proprio debito verso la società, l’ex bomber possa redimersi, ripartendo da zero e cercando di vincere quella che – ad oggi – sembra la partita più difficile di tutta la sua carriera.

Jon Mucogllava

(in copertina immagine da Forza Italian Football)


Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.

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