

Il “bonus terme”
All’inizio del mese di novembre, lo Stato ha attivato l’attesissimo “bonus terme” e chiunque, o quasi, ha potuto farne richiesta. Tuttavia, prima ancora dell’8 novembre, il famigerato “click day”, le prenotazioni erano già tutte esaurite per via di un fraintendimento tra il sito del Ministero dello Sviluppo Economico e quello di Invitalia, agenzia governativa italiana costituita come S.p.A. e partecipata in toto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Sulla pagina web del primo, infatti, l’8 novembre era indicato come data a partire dalla quale poter richiedere il bonus. Il sito di Invitalia, invece, segnalava lo stesso giorno come momento in cui gli enti accreditati potevano iniziare a dar seguito alle richieste pervenute prima di tale data. Così facendo, chi si è basato su quanto riportato da Invitalia, ha potuto godere dell’incentivo, mentre ne è rimasto fuori chi si è attenuto alle indicazioni del Ministero. Una cosa all’italiana, insomma.

Investire nella ripartenza
Da più di un anno, lo Stato si prodiga per far ripartire l’economia, anche attraverso l’emanazione di diverse tipologie di bonus: da quello valido per il servizio di babysitting, a quello per sostenere l’acquisto di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale. Dall’incentivo ai soggiorni in strutture ricettive italiane, si passa al reddito di emergenza fino ad arrivare al Superbonus 110%.
Come altri incentivi, il bonus terme è nato per dare un input a un settore messo a dura prova dalle restrizioni dovute alla pandemia. Queste agevolazioni, infatti, hanno lo scopo di promuovere attività ed acquisiti che potrebbero risultare particolarmente onerosi e lo Stato, in questo modo, si fa carico di parte della spesa. Sotto alcuni punti di vista, sono accorgimenti lodevoli e talvolta anche molto utili per sbloccare il sistema economico, a lungo contenuto e rimasto chiuso in casa insieme a noi. E tuttavia, bloccati in casa con noi, non sono ci sono stati solo i consumi e i ricavi, c’è stata anche la nostra mente, anche se i più sembrano essersene dimenticati.
In questi quasi due anni, la nostra salute mentale è stata molto logorata, non soltanto dalle chiusure e dalle restrizioni, ma anche dalla paura, dalle riaperture, o, semplicemente, dalle riflessioni. Chiunque ha avuto modo di fare i conti con se stesso, con la propria psiche e con il momento storico attuale. In questi anni abbiamo ricevuto ogni tipo di rassicurazione: si è detto che prima o poi la pandemia finirà, che l’economia è in fase di stallo ma ripartirà, che torneremo ad una vita normale, che i vaccini ci salveranno.

Salute mentale
Tutto ciò che gravita attorno alla salute mentale è passato in sordina. A conferma del fatto che il tema è ancora un tabù, come se la volontà di risolvere i propri problemi fosse motivo di imbarazzo. Si è mai visto qualcuno a disagio nel dire che vuole curare la propria emicrania? O nel lavorare di più per permettersi acquisti fuori dal proprio budget?
In una società in cui impera l’essere sempre al massimo e dare tutto ciò che si ha, la salute mentale è un aspetto che non va trascurato e non dovrebbe essere avvolto da preconcetti di stampo medievale. C’è una frangia di popolazione ancora molto restia ad affrontare l’argomento; in parte è composta dai cosiddetti baby boomers, figli del boom economico, di cui fanno parte anche i componenti dell’attuale governo. Può risultare chiaro, forse, il mancato accenno al tema da parte del governo.
Occuparsi dei propri traumi per vivere meglio non è una spesa sostenibile per tutti e proprio qui dovrebbe intervenire lo Stato. Tra tutti i bonus emanati, nessuno riguarda questo aspetto. Ignorare la questione è il segnale di uno Stato che non si evolve con il mondo attorno a sé.
Nel periodo pandemico si sono avvicendati due governi alla guida dello Stato: il primo non ha operato a favore di una salute mentale aperta a tutti e, per ora, il secondo governo, quello che in prima battuta è stato definito “dei migliori”, sembra percorrere la stessa strada. A questo punto sfatare questo tabù è compito nostro, magari chiedendo proprio un bonus per stare davvero bene. Curare la propria psiche non può essere appannaggio di pochi.
Camilla Galeri
(in copertina Tyler Raye da Unsplash)
Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.
