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100 miliardi di promesse per il sud

Sud Cop26

100 miliardi annui nel 2023 e non basta

I paesi del nord sono i responsabili fautori della crisi climatica e del riscaldamento globale. È dunque a loro che spetta l’onere di pagare per aiutare i paesi del sud ad affrontare il cambiamento climatico.

Con queste premesse, in occasione della COP15, tenutasi a Copenaghen nel 2009, i paesi del nord iniziarono a mobilitarsi col fine di far refluire cento miliardi annui verso i paesi del sud. Gli stati sviluppati avevano quindi circa dieci anni di tempo per raccogliere tale cifra, con la promessa di attuare un primo finanziamento nel 2020.

Ad oggi, le grandi potenze non sono state in grado di raggiungere questo obiettivo. Un altro boccone difficile da digerire, un altro fallimento per la COP26 di Glasgow. I paesi ricchi sono riusciti ad accumulare 80 miliardi di euro; ma il punto di partenza dei finanziamenti annui slitta al 2023. I paesi del sud, che ad oggi non hanno ancora ricevuto tali finanziamenti, chiedono comunque più soldi sul tavolo e che arrivino in una modalità diversa. Vediamo come.

Denaro per riparare i danni

I soldi che ad oggi sono stati raccolti sono mirati alla riduzione dei gas a effetti serra. Quindi queste risorse non potranno essere utilizzate dai governi locali per riparare i danni che il riscaldamento globale ha già provocato. Qui conviene fermarsi un attimo e ribadire l’importanza della solidità economica di una nazione contro i disastri prodotti dalla natura, checché ne dicano i sostenitori della decrescita felice.

Il Pil di uno stato, e quindi la sua ricchezza generale, è infatti il primo paracadute al verificarsi di tragedie umanitarie. Si veda, per esempio, la velocità con cui la Germania – quarta potenza al mondo – ha saputo rialzarsi dal dramma dell’alluvione avvenuta nel mese di luglio. Ora paragoniamo questa tragedia ai danni legati al terremoto e le inondazioni che hanno colpito Haiti nel mese di agosto, tutt’oggi irrisolti.

È proprio su scarti di questo genere che i paesi del sud chiedevano denaro per combattere i danni ambientali che si susseguono. Ma la proposta dei paesi sottosviluppati ha accolto un secco “no” dalla COP di Glasgow.

Soldi in forma di prestito

Richiesta numero due: liquidità a fondo perduto e non sotto forma di prestito.

Sottolineando che la seconda pratica è stata il più delle volte preferita in questi anni, si comprende come i paesi del sud non siano, alla fin dei conti, beneficiari: ma due volte oppressi. Vediamo perché.

Per fare chiarezza su questo paradosso viene in nostro aiuto la Jubilee Debt Campaign, un movimento inglese che lavora per porre fine al debito che grava sulle spalle dei paesi sottosviluppati. I dati di un loro recente lavoro mostrano che 34 dei paesi più poveri al mondo spendono ogni anno 29,4 miliardi di dollari nel restituire il debito; solo 5,4 miliardi, invece, in misure per ridurre l’impatto legato alla crisi climatica. Difficile essere ottimisti se si guarda poi al tasso di interesse dei prestiti ai paesi del terzo mondo: una media del 10% contro il trend dell’1,5% dei paesi ricchi.

I famosi 100 miliardi annui arriveranno comunque in larga parte sotto la formula del prestito. Ancora citando i dati della Jubilee Debt Campaign: “oltre due terzi dei finanziamenti per il clima erogati finora sono prestiti che aumentano ulteriormente la crisi del debito nei Paesi a basso reddito”.

Nord VS sud

Evidentemente non è questa la strada da battere per poter risolvere problemi già in atto e prevenirne di nuovi. Non è questa la modalità con cui l’Europa in primis – su cui oltre alla responsabilità del riscaldamento climatico pesa il flagello della colonizzazione, che ha usurpato quei territori delle proprie ricchezze – deve cooperare con il sud.

È proprio vero, pochi passi in avanti sono stati fatti. È cruciale però che l’occidente accetti la sfida in tutte le sue angolature e lo faccia mettendo da parte i vecchi criteri economici. Dopotutto la crisi del Covid non ci ha insegnato le virtù dei finanziamenti a fondo perduto?

Alessandro Bitondo

(in copertina #Cop26)


Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.

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