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Mario Draghi: l’uomo della provvidenza al Quirinale?

Mario Draghi 7

Il futuro di Draghi

Alcune rivoluzioni nascono nel lusso dai salotti aristocratici, altre dal basso dei fumi delle periferie, altre spontaneamente, seguendo il loro corso, abbracciando le classi più disparate. Una piccola rivoluzione è avvenuta ieri sera, una rivoluzione negli studi di Bruno Vespa.

Si è parlato di cambio istituzionale e di semipresidenzialismo de facto. La proposta è stata lanciata da Giancarlo Giorgetti. Il succo è proporre Draghi al colle, pur mantenendo l’asset di governo.

Questo vuol dire che l’ex presidente della Bce andrebbe al colle, continuando a mantenere l’esecutivo dal Quirinale e un suo fedelissimo nominato alla presidenza del consiglio come suo braccio destro.

Noi, persone di buona fede, lontani dal pensare che il braccio destro sarà lo stesso Giorgetti, dobbiamo ammettere che le parole del ministro allo sviluppo economico hanno un peso oggettivo. Qui si tratta di porsi una domanda chiara: Draghi è fondamentale per la ripresa italiana? E se sì, come credo sia palese, è opportuno che stia al Quirinale o a Palazzo Chigi?

Con Draghi Presidente della Repubblica

Le iniziative di Draghi al colle, da uomo politico forte e incisivo, legato a doppio filo con le iniziative del governo, come si può facilmente intuire, esulerebbero dalle competenze del presidente della Repubblica, storicamente considerato come “notaio” o “arbitro” del Paese. In più, l’idea propinata da Giorgetti richiederebbe un cambiamento istituzionale drastico, lontano dalla “fisarmonica” del presidente, ovvero dall’elasticità con cui il presidente della repubblica può adempire ai suoi doveri, si parlerebbe effettivamente di semipresidenzialismo, una vera rivoluzione.

 Nonostante ciò, è difficile immaginare un Draghi al colle che non abbia una partecipazione forte alla politica. Ogni ipotesi che lo vede in quel ruolo, sia in caso di voto anticipato, sia in caso di cambiamento di maggioranza, preclude un semipresidenzialismo di fatto. Tutto ciò è dettato dal fatto che chiunque segga alla presidenza del Consiglio dei ministri avrà, per forza di cose, meno carisma di Draghi e sarà, di certo, meno competente.

Draghi ancora a palazzo Chigi

Ma Draghi alla presidenza del consiglio apre scenari non meno complicati. Vorrebbe dire per prima cosa trovare un presidente della Repubblica. Qual è l’uomo giusto per il momento? Può diventarlo veramente Berlusconi, ne ha i numeri, e soprattutto le attitudini? Quali le candidature del Pd, quali quelle dei cinque stelle? Alcuni chiedono addirittura a Mattarella di restare almeno un altro anno per evitare l’incombenza.

Tutto ciò fa da contorno alla vera questione. Proseguire con Draghi a Palazzo Chigi vuol dire firmare la disfatta dei partiti e l’inutilità del sistema parlamentare, già indebolito dalla figuraccia del Ddl Zan. È ammettere che il voto dei cittadini conta, ma solo per creare degli equilibri parlamentari in fin dei conti insignificanti, tanto a governare è una figura terza.

Il nostro sollievo è vedere un terzo incomodo decisamente migliore degli altri, il nostro sollievo è vedere almeno un uomo di tutto rispetto come Draghi.

Alessandro Bitondo

(In copertina Mario Draghi da open.online)


Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.

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