Dopo anni di attesa, il Nobel per la fisica è tornato nelle mani di un italiano. Grazie ai suoi studi nel campo dei sistemi complessi, Giorgio Parisi ha portato a casa il più importante riconoscimento scientifico al mondo. Insieme a lui hanno ricevuto il premio il giapponese Sykuro Manabe e il tedesco Klaus Hasselman per le loro ricerche sui modelli climatici e il riscaldamento globale.
Il 2021 sembra davvero essere un annus mirabilis per l’Italia. Dopo gli straordinari risultati in ambito sportivo della scorsa estate, ora arriva anche questa splendida notizia. Giorgio Parisi, professore all’Università La Sapienza di Roma e attuale vice presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, ha ricevuto il premio Nobel per la fisica “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”. Questo è un risultato fondamentale per il nostro paese, dopo anni in cui la ricerca scientifica ha spesso subito scarso interesse da parte dell’opinione pubblica.
Una carriera brillante
Parisi nasce a Roma il 4 agosto del 1948. Dopo la maturità scientifica, ottenuta nel 1966, si laurea in fisica nel 1970 sotto la supervisione di Nicola Cabibbo. Inizia la sua carriera come ricercatore del CNR per poi passare all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Si trasferisce in seguito negli Stati Uniti per lavorare alla Columbia University e poi in Francia dove collabora per qualche anno con la Scuola Normale Superiore di Parigi.
Lo scienziato torna in Italia nel 1978 e ricopre la cattedra di docente ordinario presso l’Università di Tor Vergata dal 1981. Nel 1992 passa alla Sapienza, e vi resta fino al termine della sua carriera. Nel 2018 diventa presidente dell’Accademia dei Lincei, una delle più antiche e importanti istituzioni scientifiche d’Europa. A febbraio del 2021, Parisi viene insignito del premio Wolf per la fisica. Tra i vincitori di questo titolo, scondo solo al Nobel, troviamo noti scienziati come Roger Penrose, Stephen Hawking, Peter Higgs e Riccardo Giacconi.
L’olimpo della fisica italiana
In Italia abbiamo una radicata tradizione nel campo della fisica e molti sono gli scienziati che hanno lasciato il segno nella sua storia. Primo fra tutti è sicuramente Galileo Galilei (1564-1642). Lo studioso pisano, padre del metodo scientifico moderno, ha dato contributi fondamentali allo studio dei moti e all’astronomia. Celeberrimi sono i suoi studi sulla luna e sui satelliti di Giove. Dalla nascita del premio Nobel, diversi sono gli studiosi italiani che insieme a Parisi hanno avuto l’onore di ottenere tale riconoscimento.
Il primo ad aggiudicarsi il Nobel per la fisica è stato nel 1909 Guglielmo Marconi (1874-1973). A lui si deve l’invenzione del radiotelegrafo, dispositivo alla base di tutte le tecnologie di telecomunicazione moderne. Nel 1938 il premio toccò a Enrico Fermi (1901-1954). Tra i suoi contibuti fondamentali alla fisica ricordiamo: la teoria del decadimento beta, la statistica di Fermi-Dirac e i suoi studi avanzati nella teoria delle interazioni fondamentali tra particelle subatomiche. Nel 1959 fu il turno di Emilio Gino Segrè (1905-1989), allievo di Fermi e scopritore dell’antiprotone. Grazie a questo risultato venne confermata l’esistenza dell’antimateria, dopo la precedente scoperta del positrone.
Gli ultimi vincitori italiani del Nobel sono stati Carlo Rubbia nel 1984 e Riccardo Giacconi nel 2002. Il primo è noto per aver scoperto i bosoni vettoriali W+, W– e Z, particelle elementari che trasmettono la forza debole. Giacconi invece, italiano naturalizzato statunitense, ha dato contibuti fondamentali allo sviluppo dell’astrofisica ed in particolare allo studio di sorgenti cosmiche che emettono raggi X.
La fisica dei sistemi complessi
Lo studio dei sistemi complessi è un settore di ricerca relativamente recente, in cui la fisica si connette ad altre discipline come la biologia, la climatologia e l’informatica. Semplificando, si può dire che nella fisica tradizionale si analizzano fenomeni che possono essere descritti da un numero contenuto di variabili. Lo scopo è quello di trovare delle leggi matematiche in grado di spiegare l’evoluzione di tali sistemi. Si parla di sistema complesso quando si va a considerare un fenomeno in cui più componenti diverse interagiscono tra loro tramite un comportamento caotico, non descrivibile con delle semplici relazioni matematiche.
Un esempio classico di sistema complesso è il cervello umano. A livello microscopico il cervello risulta composto di neuroni. Di questi è possibile conoscere il funzionamento e le capacità. Risulta ben più arduo comprendere come i neuroni, tramite continue e complicate connessioni, possano determinare lo sviluppo dell’abilità di pensiero. Parisi ha dedicato i suoi studi all’implementazione di modelli matematici sofisticati in grado di descivere macroscopicamente il caos di tali sistemi complessi.
I risultati ottenuti da Parisi sono alla base anche degli altri due vincitori del premio, Manabe e Hasselmann. Il primo ha utilizzato tali modelli matematici per descrivere l’effetto-serra antropico, che dimostra il legame tra la concentrazione di anidride carbonica e altri gas serra e l’aumento delle temperature dell’atmosfera. Il secondo, invece, a partire da queste evidenze ha migliorato i modelli su cui si fondano le previsioni metereologiche.
L’appello di Parisi alla ricerca
Nel corso della cerimonia celebrativa tenutasi alla Sapienza, Parisi ha affermato chiaramente che
“L’obiettivo è rendere l’Italia un Paese accogliente per i ricercatori, cosa che oggi non è: lo vediamo dai tantissimi italiani che vanno all’estero e dai pochi stranieri che vengono qui.”
Ormai da troppo tempo l’Italia non dedica la dovuta attenzione alla ricerca scientifica. I tagli ai fondi per le università hanno costretto moltissimi giovani studiosi ad abbandonare il nostro Paese per l’estero, dando vita alla nota fuga di cervelli. La vittoria del Nobel di un italiano, che ha costruito quasi tutta la sua carriera a Roma, dovrà essere di buon auspicio per le generazioni presenti e future. Dare il giusto peso alla ricerca rappresenta un valore aggiunto essenziale per l’Italia. Il progresso tecnologico si fonda sulle scoperte scientifiche e, per restare al passo con il resto del mondo, è necessario che il Governo accolga in fretta l’appello di Parisi.
Diego Bottoni