Un processo alla Superlega
Il 28 ottobre 2021 è stata una data storica per il calcio; la squadra moldava dello Sheriff Tiraspol’, alla sua prima partecipazione alla fase a gironi della Champions League, ha vinto per 2-1 sul campo del Santiago Bernabeu, contro il Real Madrid di Eden Hazard, Thibaut Cortuois, Karim Benzema e Sergio Ramos, 13 volte vincitore della rassegna. Una vera e propria impresa, un piccolo Davide che ha sconfitto il gigante Golia.
Un successo che rimarrà negli annali del calcio europeo e che dimostra ancora una volta quanto il progetto meschino e anti-meritocratico della Superlega (in parte ideato, ironia della sorte, proprio dal presidente dei Blancos Florentino Perez) avrebbe potuto rivelarsi un grosso errore. Uno schiaffo alla progettualità e alla crescita costante nel calcio europeo in nome del budget, dei superstipendi e del bacino d’utenza.
Una cenerentola al ballo delle grandi
Lo Sheriff Tiraspol’, allenato attualmente dall’ucraino Jurij Vernydub, fino a quest’annata è stato una piccola realtà sconosciuta di un’area d’Europa dove il calcio non è al primo posto nei pensieri della popolazione. Questa squadra è stata saltuaria partecipante della meno prestigiosa Europa League, una competizione in cui però i moldavi non si sono mai particolarmente distinti, uscendo spesso ai primi turni eliminatori e collezionando magrissime figure.
La squadra degli sceriffi gialloneri è la squadra più titolata della piccola repubblica ex-sovietica, un paese ai margini del calcio che conta. La sua nazionale è negli ultimi posti nel Ranking FIFA e non si è mai qualificata alla fase finale di un campionato Europeo – e tantomeno di un Mondiale.
La nazione che non c’è
Sebbene lo Sheriff sia la squadra più titolata in Moldavia, non azzardatevi a dirlo ai suoi tifosi! infatti a Tiraspol’, città di 158.000 abitanti, vicina al confine con l’Ucraina, la popolazione non si sente moldava. Formalmente, la città, la seconda in termini di popolazione dello stato ex-sovietico, appartiene alla Repubblica Socialista Moldava di Pridnestrov, in un’area geografica nota come Transnistria, che è il nome con cui è indicato meno formalmente lo Stato in questione. Il nome deriva dall’unione di Dnestr, il fiume che la divide dalla vera e propria Moldavia, e significa proprio “territorio oltre il Dnestr”.
La Transnistria è una nazione autoproclamatasi indipendente nel 1990 subito dopo la disgregazione dell’URSS per effetto della scissione dalla Repubblica della Moldavia, ma che non è riconosciuta da nessun paese membro dell’ONU. Nel 2014, la Transnistria ha chiesto l’annessione alla Federazione Russa, in virtù della sua influenza nella politica nazionale, per la lingua e per i suoi costumi. Infatti in questo piccolo lembo di terra, dalla superficie simile a quella del Molise, la popolazione è un crogiuolo di etnie; il 40% è composta da moldavi e rumeni, il 33% da ucraini, il 27% da russi e il 2% da bulgari.
Nonostante la ferma volontà della Transnistria di rivendicare la propria autonomia, la Repubblica di Moldavia non ne ha mai riconosciuto l’indipendenza. All’autoproclamato governo però non sembra interessare la presa di posizione dello Stato centrale. La Transnistria, oltre al suo Parlamento, possiede una moneta propria, il rublo transnistriano, i propri francobolli, le proprie agenzie doganali e le proprie forze dell’ordine.
Sul proprio territorio sono presenti anche due ambasciate straniere, quella dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud, due repubbliche filosovietiche de facto indipendenti, rispettivamente dall’Armenia e dalla Georgia, anch’esse non riconosciute dall’ONU. La crescente mira indipendentista della repubblica indipendente, che adotta una bandiera nella quale appare ancora il simbolo del partito comunista sovietico, ha spinto le forze dell’ordine moldave più volte ad invadere il paese per rivendicare la propria autorità, agendo con la violenza dove necessario.
I negoziati per la pace e per il riconoscimento dello stato indipendente continuano ancora oggi. La Russia spinge per la riappacificazione tra la Moldavia e la sua frazione secessionista, ma a Chișinău ancora oggi sono restii ad accettare l’indipendenza, peraltro osteggiata dall’Ucraina, che ha bloccato i confini con lo Stato autoproclamato e qualsiasi relazione commerciale.
Un modello calcistico virtuoso
Nonostante tutto lo Sheriff, gioca, per mancanza di un torneo professionistico nella piccola repubblica, nel campionato moldavo, che ha monopolizzato in maniera incessante, vincendo 19 titoli sui 21 nel nuovo millennio. Essendo la società nata appena nel 1993, vanta la media impressionante di più un trofeo all’anno, potendo annoverare nel suo palmarès anche 10 coppe di Moldavia e 7 supercoppe nazionali.
Lo Sheriff Tiraspol’ è quindi la squadra portabandiera in Europa di una nazione inesistente sulla mappa geopolitica mondiale. Ma come fa una squadra di una nazione così piccola ad aver avuto così tanto successo in questa edizione della Champions League? Il merito è tutto della Sheriff, una società a responsabilità limitata con sede proprio a Tiraspol’, che lavora in tutti i settori principali dell’economia del paese: distribuisce carburante, generi alimentari, prodotti per l’editoria e possiede un canale televisivo. La Sheriff controlla anche la squadra di calcio della capitale, che può contare su un proprio stadio, lo stadio Sheriff, con una capienza di 14.000 posti, che è un fiore all’occhiello a livello organizzativo ed infrastrutturale a queste latitudini, a tal punto che persino la nazionale moldava l’ha scelta come sede delle sue partite casalinghe, sebbene sia posto in un territorio de facto esterno alla Moldavia.
Carneadi alla conquista d’Europa
La squadra, per il calcio moldavo, è pari ad un avversario imbattibile, ma dai nomi, fino ad ora, sembrava tutt’altro. La rosa è composta esclusivamente da giocatori stranieri e l’attaccante di riferimento è il maliano Adama Traorè (omonimo dello spagnolo del Wolverhampton) che, nel calcio che conta, ha giocato solo alcune stagioni in prestito al Metz, in Serie B francese, mentre il capitano, il colombiano Frank Castaneda, ha giocato, prima del suo approdo agli sceriffi gialloneri nel 2020, nella semisconosciuta squadra slovacca del Senica.
Battendo il Real Madrid, lo Sheriff Tiraspol’, grazie ai gol di altri due illustri sconosciuti, il lussemburghese Thill e l’uzbeko Yaxshiboyev, ha scritto la pagina più memorabile della sua breve, ma entusiasmante storia calcistica. Gli ambasciatori calcistici della Transnistria, però, non hanno intenzione di fermarsi qui.
Curiosamente, il destino dello Sheriff si incrocerà con una squadra italiana, l’Inter, campione d’Italia in carica, che affronterà i gialloneri a San Siro il prossimo 19 ottobre e in Transnistria il 3 novembre. Dopo aver compiuto l’exploit in casa dei Blancos, la squadra di Vernydub non vuole smettere di stupire e sogna una nuova impresa, in un altro stadio incredibile come quello di San Siro, e si presenterà alla sfida contro i nerazzurri con l’acquolina alla bocca.
Dopo aver ottenuto 6 punti nelle prime due partite contro le merengues e gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, i gialloneri pregustano la possibilità di ipotecare il passaggio agli ottavi di finale di Champions League, l’ennesimo traguardo di una stagione finora strepitosa e nella quale i piccoli eroi dell’Est non si vogliono affatto fermare.
Stefano Maggio