A tutti noi piace viaggiare, vedere e scoprire nuovi luoghi, ma purtroppo il tempo a nostra disposizione per farlo non è mai abbastanza. Letizia di letygoeson.it è una di quelle persone che hanno trasformato la loro passione in un lavoro.
Sono pochi i privilegiati che possono permettersi di trascorrere “una vita in vacanza“, e di conseguenza passiamo tutto l’anno a fare ricerche in vista delle brevi e tanto meritate vacanze. A tal proposito negli anni sono nati numerosi siti sul tema, e sicuramente uno di quelli più interessanti è il blog letygoeson.it. Per questo abbiamo voluto intervistare la sua fondatrice, Letizia, che ne cura in prima persona tutti i dettagli.
Lorenzo Bezzi
1. Quando hai avuto l’idea di creare il blog letygoeson.it e per quale motivo?
Il blog è nato molto prima della sua pubblicazione ufficiale. Fin da ragazzina ho sempre avuto la passione del viaggio, e una gran voglia di condivisione.
Ma è stato solo nel 2018 che ha preso forma il mio progetto, quando, partita per un on the road tra Italia, Francia e Spagna: 15 città in 11 giorni e ad ogni tappa, pubblicavo almeno una foto su Instagram.
Con il tempo la community ha iniziato a crescere e la mia voglia di partire a diventare sempre più vorace. Da due viaggi all’anno sono arrivata a non concedermi neanche un weekend a casa. Volevo stare sempre in giro, vicino o lontano poco importava. Nel frattempo, fotografavo e raccontavo. Ben presto le didascalie di Instagram non mi sono più bastate e, anche grazie al mio passato da web designer, ho deciso di creare uno spazio tutto mio, dove raccogliere le mie esperienze di viaggio e i miei consigli in modo che fossero il mio diario online e allo stesso tempo una raccolta di guide utili per gli utenti.
2. Prima ancora di aprire il blog hai iniziato il tuo percorso online su Instagram, riuscendo a costruire una bella community che oggi conta oltre tredicimila follower; qual è il segreto di tale successo?
Certamente la costanza e la creatività. Dietro ogni foto c’è molto lavoro e anni di studio del social; tuttavia, algoritmi a parte, non dimentichiamoci che dietro i followers ci sono delle persone. Condividere una foto da sola non basta, l’interazione è la chiave per costruire una community fatta di belle persone, interessate ai contenuti che propongo e affezionate.
3. Nella home del tuo blog consigli di lasciarsi ispirare e partire; perché una persona dovrebbe farsi ispirare da te?
Una volta ho detto ad una mia conoscente che stavo partendo per Cuba. Mi ha risposto: “Che fortuna!”; e io sono rimasta un po’ interdetta… perché ha usato la parola fortuna? …Basta volerlo! Alcune persone sono restie a concedersi un viaggio per pigrizia, per paura di confrontarsi con ciò che non conoscono o per risparmiare.
I miei inviti a esplorare territori nuovi e a uscire dai confini della propria quotidianità è da intendersi come un incoraggiamento. La verità è che viaggiare è una passione e come tale non si può instillare negli altri: è spontanea.
Sono dell’idea che i soldi spesi per viaggiare siano quelli spesi nel modo migliore. Il viaggio non è da vedersi solo come una vacanza, ma come una possibilità di crescita, di conoscenza del mondo e di sé stessi. L’ho presa come una missione personale. Viaggiare ci aiuta ad affrontare i fuori programma della vita, gli imprevisti, e a superare nostri limiti.
4. Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro da content creator?
La parte creativa è la mia preferita, ma anche la più difficile: cerco di presentare i luoghi che visito esaltando la loro bellezza. È facile fare una bella foto ad un paesaggio, ma il mio compito è renderla straordinaria. Come vediamo tutti i giorni, il web è pieno di immagini, e il mio compito è dare quel qualcosa in più agli scritti e alle immagini che possa catturare l’attenzione e che faccia dire “Wow!”.
Certamente il risultato finale rispecchia il mio gusto personale; pertanto, è difficile trovare uno stile oggettivamente bello, sono contenta che lo stile venga apprezzato.
5. Preferisci portare contenuti di viaggi fatti in Italia o all’estero?
Amo viaggiare ovunque. Le terre lontane mi affascinano moltissimo e conoscere culture diverse è la mia grande passione, ma l’Italia è una terra straordinaria, stupenda da esplorare in tutte le sue mille sfaccettature.
D’altra parte, l’Italia è il Paese che possiede il 70% del patrimonio artistico mondiale e con il maggior numero di siti dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, con la cucina più gustosa e magnifiche persone, da Nord a Sud. Spesso lo sguardo è talmente rapito da mete lontane che non si nota la porzione di bellezza che abbiamo ogni giorno sotto il naso.
6. Nonostante tu sia una viaggiatrice, quanto contano per te le radici?
Contano tantissimo, amo follemente la mia città di origine, Bologna, e la porto nel cuore ovunque vada. Bologna è la mia casa e una città stupenda, che fa innamorare chiunque al primo sguardo. Nel mio caso si può dire che mi piace molto partire… ma adoro anche tornare a casa.
7. Nell’ultimo anno il Covid ha comportato tante limitazioni specialmente per gli spostamenti, non potendo viaggiare che tipo di contenuti hai portato sui tuoi canali? Quanto è determinante la creatività in questi casi?
Da settembre 2019 fino a febbraio 2020 ho iniziato a collaborare con vari fotografi in giro per l’Italia. Durante la pandemia, soprattutto durante in tempo di lockdown, proponevo su Instagram scatti di viaggi passati, sognando di poter tornare a viaggiare, sul blog invece ho seguito un filone diverso: c’erano davvero tanti approfondimenti da scrivere: le aperture virtuali dei musei, i tour virtuali delle città, le staycation, i racconti di viaggi passati e le idee per i viaggi futuri… insomma, con un po’ di creatività gli argomenti si trovano sempre.
8. Spesso proponi foto in cui appari girata di spalle di fronte ad un panorama; da dove deriva questa scelta?
Questa è la domanda alla quale rispondo più di frequente. Non sono stata la prima e di certo non sarò l’ultima a proporre questo stile di foto. Posso spiegare cosa significa per me questa posa e il messaggio che si cela: non sono altro che una comparsa in questo grande e bellissimo mondo, ci sono ma non sono protagonista. Protagonisti sono, invece, il paesaggio, la natura, il viaggio, l’avventura. Io resto un tramite, un messaggero che ti porta a vedere il mondo, dalla mia prospettiva, o quasi.
9. Fra tutte le tue avventure, ne hai una che ricordi con più piacere rispetto alle altre? E qual è il sogno che non hai ancora realizzato?
Ricordo con tenerezza il mio primo viaggio a Bath (Inghilterra), avevo 14 anni e al tempo sapevo parlare a malapena l’inglese: il secondo giorno ho smarrito la strada che mi riportava al mio College, ma con un po’ di ingegno ce l’ho fatta.
Più recentemente, invece, sono rimasta a piedi con il quad in mezzo alle dune desertiche di Boavista (Capoverde) e durante il mio secondo viaggio a Cuba ho partecipato e ballato fino allo sfinimento ad una festa della Rumba in uno sgangherato vicoletto in centro a L’Avana.
Tra i sogni che vorrei realizzare, mi piacerebbe nuotare con i delfini, fare un road trip in Indonesia e lungo la storica Route 66 negli States, e per finire vedere “la fine del mondo” a Ushuaia, nella Terra del Fuoco in Argentina.
10. Travel blogger o travel infleuncer; qual è la reazione più comune di fronte ad una esclamazione del genere secondo la tua esperienza?
Esiste un divario tra il modo in cui i singoli travel blogger/influencer vengono percepiti dai lettori (positivo) e il modo in cui la professione in generale viene rappresentata su una scala più ampia (negativa). Non mi sovvengono proprio altri lavori dove scherno e ammirazione sono così tanto accostati allo stesso tempo.
La confusione nasce dal fatto che spesso non si distingue tra chi fa questo mestiere con metodo e serietà e chi invece ne fa un pretesto per mettersi in mostra. Imperversano in rete i cosiddetti “blogger” o “influencer” che, facendosi un selfie, appaiono sui social senza portarvi dei contenuti validi. Spesso ottengono followers e like senza apparente motivo, con foto di bassa qualità, didascalie senza senso, commenti con faccine maldestramente abbinate. E in questo caso, come non essere d’accordo con quanto scritto nell’articolo in cui si esortavano questi sedicenti “influencer” a “trovarsi un vero lavoro”.
Quelli che lavorano seriamente si impegnano ogni giorno e lavorano seriamente e con metodo. Spesso gratis. Alle aziende che si rivolgono agli influencer dico di stare attenti alla loro immagine e di valutare bene la figura che scelgono. E suggerisco di non sottovalutare mai la pubblicità gratuita che gli viene fatta, è un contenuto in più a loro beneficio che va in ogni caso valorizzato.
Intervista a cura di Lorenzo Bezzi
(In copertina Letizia, da letygoeson.it)
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