Tra mercoledì 14 e giovedì 15 luglio 2021, la Germania, insieme ai vicini Paesi Bassi e Lussemburgo, è stata colpita da un’ondata di maltempo di proporzioni storiche: l'”alluvione del secolo“.
La pioggia, pari a 150 mm, è caduta su gran parte del Nord Europa, in particolare nelle regioni tedesche della Renania Settentrionale-Westfalia e della Renania-Palatinato. Il dato è fuori dall’ordinario: alluvioni così potenti sono eventi straordinari e imprevisti nelle temperate aree del centro-nord. Tuttavia, è proprio questa catastrofe naturale imprevedibile che mostra, con ancora più urgenza, quanto il cambiamento climatico sia destinato a sconvolgere il corso della natura per come lo conosciamo, facendo diventare questi fenomeni la normalità in tutto il mondo.
L’alluvione del secolo
L’alluvione era stata prevista dai meteorologi: sebbene non si fosse compresa l’enormità del fenomeno, era stato tuttavia diramato un allarme nelle aree più a rischio. Eppure, qualcosa non ha funzionato: un mancato coordinamento amministrativo o una minimizzazione dell’evento hanno portato interi villaggi e migliaia di cittadini ad essere completamente impreparati ai 100 litri per metro quadrato che si sono riversati sulle strade e sui boschi tedeschi in meno di 12 ore, portando con sé detriti e fango.
Ma non solo la Germania non si è trovata pronta di fronte all'”alluvione del secolo”: anche i Paesi Bassi, il Lussemburgo, il Belgio e la Svizzera hanno affrontato, in misure diverse, maltempo e pioggia in proporzioni nettamente maggiori rispetto a quanto previsto e solito per queste aree.
Danni e vittime
Una pioggia di tale portata ha devastato le regioni colpite: edifici allagati o addirittura crollati, villaggi completamente isolati per l’allagamento delle strade, vie di comunicazione interrotte per circa un milione di persone, paura per il crollo di ponti e dighe. Hanno evacuato molte aree, appena l’allerta meteo si è fatta insistente, altri cittadini non hanno fatto a tempo ad abbandonare le proprie abitazioni e si sono ritrovati intrappolati dall’acqua: migliaia di sfollati chiedono ora a gran voce una ripresa rapida e in sicurezza al governo centrale. Si contano in totale circa 190 morti solo in Germania, il paese più colpito dall’ondata di piogge. L’intervento delle squadre di soccorso, la ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture distrutte e la pulizia del territorio costeranno alla Germania più di 5 miliardi di euro.
Ma i danni non sono solo economici e umani, ma anche ambientali. Infatti, una massa d’acqua di così grande portata trascina con sé, oltre a rifiuti solidi più o meno grandi, anche un’enorme quantità di rifiuti liquidi, come pesticidi, insetticidi, petrolio e olio fuoriuscito dalle macchine trascinate via dalla corrente. Il Reno ha mostrato subito segni di inquinamento petrolifero, mentre Berlino ha segnalato ai cittadini l’impossibilità di garantire la potabilità dell’acqua: ed è ancora impossibile stabilire la gravità dei possibili danni fatti dall’infiltrazione di tali fluidi inquinanti nel terreno.
Quale futuro ci aspetta?
I cambiamenti climatici sono destinati a peggiorare ulteriormente e di conseguenza daranno vita a eventi atmosferici estremi con sempre maggiore frequenza, anche in aree in cui le possibilità che essi accadano dovrebbero essere notevolmente ridotte. La Germania è stata testimone di un evento catastrofico che ha condotto a danni ambientali, economici e umanitari di enorme portata: ma tali fenomeni, che ora ci sembrano soltanto tragedie sporadiche, diventeranno per noi la normalità. Alluvioni, incendi, siccità: queste sono le parole chiave del nostro futuro.
Camilla Botturi
(In copertina e nell’articolo immagini tratte dalle alluvioni in Germania)
Per approfondire, il percorso tematico Ambiente, di Giovani Reporter.