IntervisteMusica

Tancredi – Con Iride ci manda fuori di testa

Tancredi (1)

È uscito il 14 maggio 2021 per Warner Music Iride, l’attesissimo EP di Tancredi, il primo dell’artista milanese uscito da Amici 2020.


Tancredi, artista diciannovenne, all’anagrafe Tancredi Cantù Rajnoldi, è conosciuto ai più per la sua esperienza, terminata da poco, ad Amici ’20, programma in cui ha riscosso particolarmente successo e che lo ha portato ad essere uno dei protagonisti più apprezzati dell’edizione.

Con Iride, entrato direttamente nella Top 5 della classifica Fimi Top Album, che conta 7 tracce, parte definitivamente il progetto di Tancredi, già avviato nel 2019 con l’uscita dei brani Bella e Alba, contenuti nell’EP. Con questo esordio Tancredi ci porta nel suo mondo, raccontandoci episodi della sua vita e approcciandosi alla musica in base a ciò che vuole raccontarci, tramite un flusso di coscienza che invade testi e musica.

Tancredi non si dà confini ed è aperto alle sperimentazioni, cosa che emerge in tutto l’EP e che passa attraverso diverse sonorità, senza limitarsi a seguirne una sola, perché come ci dice lui:  “il genere deve essere il mezzo che ti permette di esprimere al meglio le tue sensazioni e quello che vuoi dire”.

Con un tour di instore in tutta Italia appena terminato e due live da poco annunciati, noi di Futura 1993 abbiamo fatto qualche domanda a Tancredi sul suo primo EP, sull’esperienza appena passata ad Amici e sul futuro. Ecco cosa ci ha raccontato.


Ciao Tancredi! Partiamo subito con una domanda sul tuo nuovo EP, oltre a Bella, Alba e Las Vegas che sono nate prima della tua entrata ad Amici, le altre, comprese anche quelle uscite come inediti mentre eri in gara, erano già in cantiere o hanno subìto un cambiamento in seguito alla tua permanenza nel programma?   

Avevo già scritto tutte le canzoni – tranne Balla alla luna – prima di entrare, ho cambiato giusto due o tre cose in ogni canzone per essere soddisfatto al 100%.

Iride è il primo brano dell’ EP, dove unisci rap e soul. Pensi di riuscire a identificarti in un genere in particolare o ne hai uno a cui sei particolarmente affezionato?

Io sono fan del rap e di tutte le sue declinazioni nate anche in questi anni, però mi piace sperimentare e fare ogni cosa mi passi per la testa. 
Per me fare musica va oltre l’appartenenza ad un genere, il genere deve essere il mezzo che ti permette di esprimere al meglio le tue sensazioni e quello che vuoi dire.

Qual è – se c’è – il fil rouge che lega tra loro i brani?

Fondamentalmente io sono la cosa che tiene legate tutte le tracce; perché alla fine ci sono tanti messaggi ed emozioni diversi, è difficile dire che ci sia un tema o un’idea che possa tenere tutto legato. 

C’è una fra le tracce contenute nell’EP a cui sei particolarmente affezionato?

Sono molto affezionato a Iride perché era da tempo che volevo scrivere in modo molto più introspettivo e personale. In Iride dico i nomi dei miei amici, parlo della mia vita e dei miei problemi ed è la canzone che mi ha dato anche più soddisfazione una volta chiusa.

All’inizio, sul palco di Amici, sei sembrato un po’ timido agli occhi dei giudici. Tu ti ci sentivi? E cosa ti ha lasciato in generale l’esperienza fatta?

All’inizio del serale quel palco mi aveva un po’ destabilizzato, non mi sentivo molto a mio agio perché pensavo dovessi fare le cose diversamente, poi un giorno ho capito che dovevo fare le cose nello stesso modo con cui le avevo affrontate prima. L’esperienza di Amici mi ha lasciato molta più consapevolezza sia in campo artistico che personale; mi ha fatto conoscere persone che hanno il mio stesso sogno e si divertono a fare quello che gli piace. Infine, ho trovato una realtà disposta a darti una mano e che ti dà la possibilità di far vedere al mondo quello che hai da dire.

Se potessi collaborare con unartista qualsiasi, sia presente che passato, chi sarebbe e perché?

Credo che mi piacerebbe collaborare con Post Malone, lui mi ha ispirato tanto in questi anni e mi ha dato modo di capire che si può spaziare tanto nella musica.

Cosa c’è dietro ad una tua canzone? Da cosa parti per scriverne una?

Solitamente parto da una progressione di accordi e cerco una parola o che un argomento di cui sento di dover parlare, il resto viene da sé, è tutto un flusso di coscienza.

Hai un sound molto preciso e curato, ne curi tu ogni dettaglio o collabori con il tuo produttore per arrivarci?

Solitamente i pezzi li scrivo con Amedeo Radaelli, un mio amico con cui ho iniziato questo percorso, e insieme stendiamo una prima bozza di strumentale, su cui poi scrivo la canzone. Dopo il progetto passa a Giordano Colombo e Federico Nardelli che lo perfezionano o lo stravolgono.

Ci sono in cantiere progetti futuri?

Ora che sono uscito mi sono già rimesso a scrivere e sono appena state annunciate le prime due date del tour.

Siamo arrivati allultima domanda e quindi ti chiediamo: ci consigli qualcosa da ascoltare?

Consiglio di ascoltare Ninety di Jaden, è un bel viaggio di 7 minuti. Grazie dell’intervista ragazzi, a presto!

Intervista a cura di Marta Tanzillo

(In copertina Tancredi)


Futura 1993 è il primo network creativo gestito da una redazione indipendente. Cerca i nostri contenuti sui magazine partner e seguici su Instagram e Facebook!

Ti potrebbero interessare
IntervistePolitica

Un mondo più a destra – Intervista a Piero Ignazi

CulturaInterviste

Shakespeare, e noi – Intervista ad Andrea Pennacchi

CulturaMusica

Occidentali’s Karma – Il Sanremo non politico di Carlo Conti

CulturaInterviste

Andrea Colamedici e Lorenzo Gasparrini: come diventare uomini nuovissimi