Siamo nel 2021, viviamo in una società sempre più libera e aperta. Tuttavia, molti condizionamenti sociali continuano a irrompere nell’orizzonte mentale dell’individuo influenzandone le scelte. Nel XX secolo, la coppia storica Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir sono promotori di una nuova società libera da tradizioni stagnanti e affrancano l’individuo da ciò che si sente in dovere di fare solo per il semplice fatto che “è sempre stato così”.
Una consonanza di menti
Sartre e Simone de Beauvoir si conoscono durante un seminario all’università Sorbona di Parigi, entrambi sono studenti di filosofia, contesto che permette di capire molto sul loro rapporto. La loro unione nasce come una consonanza di menti: si scambiano idee, dibattono, vivono appieno il clima di fermento culturale dell’ambiente universitario tanto da frequentarsi anche al di fuori di esso, come per esempio al celebre Café de Flore, simbolo della coppia. In questo ambiente parigino, i due entrano in totale sintonia, sono spiriti affini che condividono la stessa visione della vita.
Una svolta fondata sulla filosofia
Condividono quindi tutto ciò che è immateriale, ma compiono la scelta di non condividere niente di materiale. Non vivono sotto lo stesso tetto, non si sposeranno mai, non avranno figli. Per ben 54 anni si pongono in controcorrente rispetto alle scelte che il sistema imponeva loro. Ma cosa sta alla base di questa eroica idea di coppia anticonformista? La verità è che la vita del padre dell’esistenzialismo e della madre del femminismo può essere considerata come una “rivoluzione di ribelli silenziosi”. Non mobilitano masse, non spargono sangue: la loro è una svolta che si fonda sul pensiero e sull’agire in conformità ad esso. Jean Paul Sartre e Simone De Beauvoir vivono in modo coerente con la propria filosofia, l’esistenzialismo. Ma in che senso?
L’esistenzialismo contro il perbenismo borghese
L’esistenzialismo è correlato al concetto di libertà, il quale fa perno sul principio che l’esistenza precede l’essenza. In sostanza, la propria esistenza è decisa solo dalle proprie scelte e azioni. A questo proposito, ciò che è più importante sottolineare è che Sartre e la De Beauvoir sono frutto del sistema del perbenismo borghese, ma progressivamente scelgono di distaccarsi da quest’ultimo e pongono le basi per una società diversa. Entrano in conflitto con il sistema che vorrebbe influenzare le loro esistenze: sono concepiti da un mondo e ne partoriscono uno nuovo. Riescono a rompere le catene dei dogmi che li imprigionavano, aprendosi alla propria esistenza di individui e di coppia. Ma in che modo possono definirsi un primo esempio di coppia aperta?
Esistenza è indipendenza
Sono una coppia aperta perché aperti a sé stessi, al proprio agire, alle proprie idee, alla propria filosofia, insomma e alla completa libertà. Sartre e De Beauvoir capiscono e vivono con coraggio il fatto che non c’è altro modo di essere liberi, come individui e in una relazione, se non affrancandosi da tutti da tutto ciò che la società aveva anteposto alla loro esistenza. I due non fanno di tutto per costringersi a stare insieme, tant’è che ripudiano qualsiasi vincolo materiale e istituzionale, come il matrimonio e tutto ciò che da esso deriva. In sostanza, essendo indipendenti l’uno dall’altro riescono a essere indipendenti anche dalla società, che li vorrebbe dipendenti l’uno dall’altro e dal sistema stesso: scelgono tutto il contrario di ciò che si era sempre scelto. La loro relazione è – per i tempi – atipica, ma proprio per questo motivo risulta autentica, vera, scelta e non forzata. Per la prima volta una coppia decide di non sposarsi, di non vivere insieme e di farlo sapere al mondo, destando varie reazioni.
Il potere della scelta
La storia di ogni coppia di innamorati era stata impiantata per secoli sul matrimonio, considerato come sinonimo di amore. A questo proposito, Sartre e Simone De Beauvoir avevano capito che le cose non stavano proprio così: avevano capito che il matrimonio e tutto ciò che da esso dovrebbe conseguire è una scelta e non un obbligo, si è liberi di sposarsi oppure no. I due cambiano il modo di concepire l’amore duraturo e si pongono a modello, a simbolo di una nuova società. La loro relazione desta stupore negli uomini della prima metà del secolo, ma è l’embrione di una nuova era che culminerà poi negli anni Sessanta, dove protagonista sarà l’amore sempre più libero.
Fedeltà a sé stessi è libertà
Ma cosa possono insegnare Sartre e Simone de Beauvoir a noi, persone del XXI secolo? Che niente di ciò che è venuto prima di noi può determinare ciò che siamo, e che l’unico modo per vivere felici è vivere liberi, ovvero fedeli a sé stessi e a nient’altro. Perché lasciare scegliere qualcun altro significa vivere l’esistenza di qualcun altro e non la propria. Non esiste sistema verso cui restare fedeli se non la libertà. Perché come disse Sartre, ogni individuo è “condannato ad essere libero”.
Francesca Ferrari
(In copertina e nell’articolo Jean Paul Sartre e Simone De Beauvoir)