Cronaca

Tirocini sospesi a Medicina e Chirurgia – Gli studenti alzano la voce

Tirocini Medicina 1

Tirocini in presenza sospesi da quasi due mesi: gli studenti e le studentesse di Medicina e Chirurgia di Bologna si mobilizzano per far valere i propri diritti. Una lettera aperta e una protesta al Policlinico Sant’Orsola aprono uno spiraglio di confronto con le istituzioni.


Tirocini sospesi a data da destinarsi?

Dal 9 marzo scorso tutti i tirocini in presenza per gli studenti dei Corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia e Medicine and Surgery sono “all’interno di tutte le strutture ospedaliere aziendali, temporaneamente sospesi”. Così si legge sul sito dell’Università di Bologna. A distanza di quasi due mesi, la situazione è in stallo. Nel frattempo, nel corso di Infermieristica dello stesso ateneo di Bologna e nei corsi di Medicina di altri atenei italiani, quali Firenze, Milano Statale, Padova o Perugia, i tirocini in presenza stanno progressivamente ripartendo, dopo un’accurata campagna di vaccinazione e con uno stretto monitoraggio tramite tamponi periodici. 

Gli studenti di Bologna, oggi, si attivano per reclamare i propri diritti e cercare soluzioni alternative, per non dover rinunciare a una parte fondamentale della formazione di un futuro medico. 

Una lettera aperta e 750 vaccini inutilizzati

Lo scorso 18 aprile una lettera aperta, firmata da circa 500 studenti dei due corsi di laurea di Medicina, è stata inoltrata, tra gli altri, al Magnifico Rettore Prof. Francesco Ubertini e al Prorettore Vicario Prof. Mirko Degli Esposti, oltre che al Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Prof. Pietro Cortelli e ai Coordinatori dei due Corsi di Laurea. 

L’idea di una lettera aperta è nata da due studentesse del quinto anno, canale A, del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia. Arianna Biancalani e Gemma Bassani hanno lanciato la proposta e subito si è creato un gruppo Whatsapp di una quarantina di studenti, attivamente coinvolti nella stesura di diverse sezioni del documento. L’iniziativa è stata accolta con successo anche dalle associazioni studentesche Gruppo Prometeo e Student Office, che hanno dato il proprio supporto, rendendosi parte attiva nella realizzazione del progetto e delle successive proteste. 

Gli studenti si sono impegnati nel raccogliere informazioni sulle strategie attuate nei diversi atenei italiani e hanno elaborato una piccola indagine per verificare la capillarità della campagna vaccinale tra studenti e studentesse dei corsi in italiano (dal terzo anno in poi) e in inglese (dal secondo anno in poi): da 640 risposte ricevute al questionario, è emerso come “la grande maggioranza, il 73,4% (470), ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ed in totale sono state somministrate alla popolazione studentesca consultata 750 dosi.”

La campagna vaccinale era stata intrapresa, l’11 gennaio 2021, proprio con l’intento di garantire agli studenti la possibilità di frequentare i reparti ospedalieri in sicurezza. Ciononostante, anche per chi fosse già vaccinato con entrambe le dosi e pur trattandosi di lavorare in reparti non-Covid e dunque in ambiente protetto, i tirocini sono stati sospesi, senza ulteriori spiegazioni se non “causa peggioramento delle condizioni epidemiologiche”. Addirittura, per gli studenti del terzo anno, fin da subito è stata erogata la modalità a distanza senza offrire opzioni alternative. 

Il rinnovato spostamento integrale dell’attività formativa pratica a distanza risulta non solo ossimorico, ma anche da parte nostra estremamente deludente ed irrispettoso dell’impegno collettivo che ci ha portato a superare le prime ondate della pandemia.

Gli studenti e le studentesse firmatari

Le istanze degli studenti

Mentre la sospensione dei tirocini lo scorso anno poteva sembrare una misura accettabile, se non necessaria, a distanza di 14 mesi dallo scoppio della pandemia gli studenti non sono più disposti a rinunciare alla propria formazione. Pur essendo stati attivati surrogati online e pur essendoci stato un impegno attivo da parte di molti docenti nel fornire, comunque, un buon livello didattico, la pratica sul campo non può essere così facilmente messa da parte. 

Gli studenti lamentano la “drastica riduzione di ore messe a disposizione”, la mancata “possibilità di vivere le dinamiche di reparto ed apprezzare l’interazione tra professionisti diversi, anche in vista della scelta di specializzazione” e la carenza di “partecipazione attiva, che impedisce di sviluppare un senso critico e rappresenta una mera estensione della lezione frontale” di queste modalità a distanza. 

Le istanze sono forti e chiare: 

  • Che i tirocini curriculari in presenza vengano ripresi il più presto possibile; 
  • Che ci sia massima collaborazione e una comunicazione efficace fra le parti coinvolte nella formazione, in particolar modo fra le varie Aziende Ospedaliere e l’Alma Mater Studiorum;
  • Che ci sia completa trasparenza nell’elaborazione delle decisioni prese in merito alla gestione dei tirocini, e chiarezza nella comunicazione delle stesse con il Corpo Studenti.

Un mercoledì mattina davanti al padiglione 5

A distanza di pochi giorni dall’invio della lettera, in mancanza di una risposta ufficiale, il gruppo studentesco Prometeo ha lanciato l’idea di una protesta, con lo scopo di una sensibilizzazione attiva del personale sanitario e dei pazienti che quotidianamente vivono l’ospedale, luogo di studio e lavoro degli studenti stessi. L’associazione studentesca lavora da anni sul tema dei tirocini. Un discorso lungo e ancora aperto ha portato gli studenti a ragionare sulle carenze della formazione offerta, a notare le lacune rispetto a ciò che accade negli altri atenei europei, ad esprimere le proprie esigenze e a richiedere soluzioni pratiche. Per raccogliere le riflessioni e gli spunti emersi in un’assemblea dello scorso 24 marzo, Gruppo Prometeo ha redatto una vera a propria proposta di riforma dei tirocini di Medicina e Chirurgia. Michele Pavesi, rappresentante del corso in inglese e componente dell’associazione, ci dice come il problema non sia “solo fattuale, di sospensione, ma sul tirocinio in sé all’interno del corso di laurea, che non è formativo come dovrebbe essere. Il problema non è la durata ma la qualità del tirocinio.

Mercoledì 21 aprile alle 11.30 di mattina, nel prato di fronte al pad. 5 del Policlinico Sant’Orsola, 80 studenti e studentesse di Medicina e Chirugria, Medicine and Surgery e Infermieristica si sono riuniti, indossando i loro camici bianchi, per rivendicare una formazione reale, vicina ai pazienti e distante dagli schermi dei loro dispositivi. Prendendo la parola a turno, ognuno di loro ha raccontato una fetta dei problemi che da anni, ma soprattutto in quest’ultimo anno, riguardano la formazione dei futuri operatori sanitari. Dopo un’ora di presidio è arrivata la dott.ssa Gibertoni, direttrice generale dell’azienda ospedaliera universitaria Sant’Orsola, che si è impegnata a farsi carico delle loro richieste e critiche nei vari tavoli decisionali e a cui è stata simbolicamente consegnata la “Carta dei tirocini di Medicina e Chirurgia“.

Ai tirocini ci dobbiamo andare e i tirocini non funzionano, quindi rendiamoli funzionanti. Il problema non è la formazione teorica, ne siamo tutti grati. Però, dateci anche la formazione pratica. 

Michele Pavesi, Rappresentante Medicine and Surgery

Tirocini online: a che prezzo?

Venerdì 23 aprile gli autori della lettera hanno ricevuto da parte del Prorettore Vicario un invito a partecipare a un incontro che si terrà il prossimo 3 maggio. In tale data riprenderanno anche i tirocini in presenza, ma solo per gli studenti che abbiano già ricevuto almeno una dose vaccinale presso le Unità Operative del Policlinico S. Orsola Malpighi, e solo per chi abbia concluso il ciclo vaccinale presso gli altri ospedali e strutture di AUSL Bologna. Una vittoria, seppur parziale e precaria. Nel frattempo, anche il Gruppo Prometeo è stato contattato dall’Ordine dei Medici.

Gli studenti si augurano che la discussione sia aperta e che risponda finalmente alle loro istanze in maniera chiara e risolutiva. Anche noi ci auguriamo il meglio, non solo per chi a breve si troverà catapultato nel mondo del lavoro, probabilmente attraverso una Laurea Abilitante, che tra l’altro presuppone una forte preparazione pratica, ma anche per tutti noi, cittadini italiani. Per noi che non vogliamo ritrovarci davanti a una nuova pandemia con un sistema sanitario incapace di farvi fronte, per noi che un giorno saremo curati da chi oggi si sta formando, per noi che ci aspettiamo di essere trattati dai professionisti più competenti e preparati possibile. Ancora una volta, la sanità pubblica, la formazione e l’istruzione dei giovani vengono messe in secondo piano. Il prezzo da pagare nell’immediato sembra poca cosa, ma in futuro il conto sarà salato. E di questo sarebbe meglio che le Istituzioni si rendessero conto oggi.

Teresa Caini

(In copertina e nell’articolo foto dalla manifestazione di fronte al policlinico S. Orsola di Bologna del Gruppo Prometeo)

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