Il 18 marzo 2021 è stato un giorno importante per la Spagna, che ha fatto un passo avanti per le libertà individuali. Insieme a Belgio, Olanda, Lussemburgo, Canada e Nuova Zelanda (da novembre), anche la Spagna ha legalizzato l’eutanasia.
Alla Camera dei deputati spagnola la proposta ha vinto con 202 voti a favore (una maggioranza del 58.55% ), 141 contrari e 2 astenuti. Sembra chiaro, insomma, che la votazione abbia portato con sé accesi dibattiti. Ma a che punto è, nel nostro Paese, la discussione sull’argomento?
La situazione in Italia
In Italia si è parlato di eutanasia solo nel 2016 e nel 2019, senza arrivare ad alcun risultato. Cosa ci impedisce di legalizzarla? Prima di entrare nel merito, bisogna stabilire alcune differenze tra le pratiche di cui andremo a parlare.
- L’assistenza al suicidio consiste nell’assunzione di farmaci somministrati direttamente dalla persona, sotto la supervisione di un medico;
- L’eutanasia passiva consiste nell’interruzione di una cura indispensabile per la sopravvivenza della persona;
- L’eutanasia attiva, comunemente chiamata solo eutanasia, consiste nell’assunzione di farmaci, somministrati direttamente da un medico.
La sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale rende legale l’assistenza al suicidio, che è possibile solo se:
- La persona che ne fa richiesta è capace di intendere e volere;
- La persona che ne fa richiesta soffre di una patologia irreversibile;
- La patologia in questione causa gravi disagi fisici e psichici;
- La persona che ne fa richiesta sopravvive solo mediante trattamenti di sostegno vitale.
L’articolo 32 della Costituzione rende legale l’eutanasia passiva:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.
Costituzione Italiana, articolo 32
Tuttavia, l’articolo 579 del Codice Penale afferma:
“Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui [c.p. 50], è punito con la reclusione da sei a quindici anni [c.p. 20, 32]. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61”.
Codice Penale, articolo 579
E di fatto rende l’assistenza al suicidio e l’eutanasia passiva facilmente contestabili, e l’eutanasia attiva del tutto illegale.
Secondo l’articolo 3 della Costituzione, ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica. Impedire ad un individuo di porre fine alle proprie insopportabili e irreversibili sofferenze, non significa forse negargli questa integrità?
La vita va protetta ad ogni costo
In special modo in Italia, il pensiero cattolico è la principale opposizione all’eutanasia, siccome prevede la conservazione incontestabile della vita in quanto tale.
Secondo l’articolo 7 della Costituzione, lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, e non è quindi esclusiva discrezione dello Stato la tutela dell’integrità dei suoi cittadini?
Tuttavia, anche molte persone non religiose condividono questo principio, ed è un’opinione legittima che va rispettata, come però va rispettata l’opinione di chi invece è a favore. La libertà di pensiero va tutelata da ambo i versi e l’eutanasia verrebbe praticata solo da chi è d’accordo.
La legalizzazione dell’eutanasia non aumenterebbe il tasso di suicidio?
Questo è del tutto improbabile. Nei Paesi in cui è legale, l’eutanasia è possibile solo in situazioni limite, da cui sono escluse tendenze suicide conseguenti a malattie mentali. Inoltre, in Italia, muoiono nelle terapie intensive mediamente 30 mila persone all’anno, ossia lo 0,05% della popolazione, e l’eutanasia sarebbe disponibile solo per una parte ridotta di esse.
La libertà di scegliere
In Italia ci sono ancora troppi ostacoli di diversa natura che ci allontanano da una vera e propria legge sull’eutanasia. Questa mancanza di legislazione, tuttavia, non impedisce che molte persone la pratichino uscendo dal nostro Paese o addirittura clandestinamente. Il problema sta proprio qui. Una legge sull’eutanasia metterebbe per iscritto una realtà che, nei fatti, esiste già. Non si tratta di uccidere dei malati che non lo vogliono, tantomeno incoraggiare il suicidio. Perché, allora, non lasciare ai cittadini la libertà di disporre in maniera autonoma della propria integrità?
Lorenzo Bezzi
(In copertina Mathias P.R. Reding da Unsplash)
In collaborazione con:
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Per approfondire: Da oggi un po’ più liberi (un articolo di Sofia Bettari)