Direzione Stelle è il primo album del rapper bolognese Wemme Flow. Un album che per l’artista rappresenta un viaggio, dalle molteplici tematiche ma con una costante: Bologna, la sua città. I ragazzi di Futura 1993 lo hanno intervistato per farsi raccontare i retroscena di questo disco.
Il 19 marzo è uscito Direzione Stelle, primo album del rapper bolognese Wemme Flow.
Wemme è un ragazzo eclettico che sperimenta molto e che si candida a diventare uno dei protagonisti di un nuovo stile funky del rap italiano: il suo stile, infatti, si muove esattamente a metà strada tra rap e funk. Questa influenza tra generi potrebbe riuscire a dare, nel breve periodo, una nuova luce al rap italiano, e Wemme si candida ad essere uno dei nomi più interessanti della scena urban del 2021.
Parlando dell’album afferma: «è un viaggio in cui ho voluto esprimere e parlare di situazioni quotidiane, facendo capire in ogni canzone la direzione che voglio prendere. Il filo conduttore del disco sono io con la riconoscibilità in ogni canzone, questo modo di rappare, cantare e parlare».
Un disco dalla forte geolocalizzazione, dove Bologna è una costante. Assolutamente riconoscibile la sua presenza sia nella tracklist che nei contenuti dell’album stesso. Una città che ha segnato il percorso artistico e la vita del giovane bolognese: Wemme, prima di tutto, vuole prendersi la sua città diventandone uno dei punti di riferimento.
L’album tocca molti altri temi, per approfondirli abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Wemme! Partiamo con il delineare il filo conduttore dell’album e della sua realizzazione: nel disco sono presenti sonorità conscious, anni 80, hiphop, trap, richiami funk. Tu, in cosa ti vedi meglio e cosa preferisci fare tra tutto?
Ciao Futura! Con questo disco ho voluto esprimere la mia versatilità artistica a 360°, non ho preferenze per quanto riguarda le sonorità, la mia “zona di comfort” è il modo in cui scrivo. Le sonorità adottate sono semplicemente il vestito che diamo alla canzone. Sono molto orgoglioso del risultato!
Pensi che l’ondata funky rap possa essere quella che darà una nuova vitalità al rap?
Con il funk ci vado a braccetto, e soprattutto è una chiave molto movimentata nella quale esprimersi è forse più difficile ma quando riesci a trovare il ritornello giusto l’autenticità si fa sentire.
Il rap in Italia in questo momento credo sia più vivo che mai, ma ogni volta che un brano anni 80’ viene riprodotto in un modo figo e capibile a tutti, ha una vita lunghissima.
Bologna è sempre nuda. «In questa canzone parlo della mia città come se fosse sempre “nuda” nel senso di scoperta, vera». Hai cercato di dare quest’identità anche alla tua musica?
Sì, sempre di più, in questo percorso mi chiedo quasi ogni giorno: “perché una persona dovrebbe affezionarsi a me?”, e se analizzo bene il rapporto coi miei cari, mi rendo conto che le persone più affezionate a me sono quelle che mi hanno visto il più “nudo, vero” possibile. È un percorso lungo ma ci sto lavorando.
Qual è il tuo brano preferito dell’album e perchè?
Senza dubbi Vetro è il brano che preferisco perché le strofe e il ritornello sono esattamente lo specchio di una giornata in particolare che ho vissuto. Ci sono legatissimo!
Fissè è stato il primo estratto dell’album. La canzone è un dialogo con te stesso in cui racconti paure e incertezze. Questo raccontare agli altri le proprie paure e incertezze è in qualche modo terapeutico? Ti aiuta ad esorcizzarle?
Assolutamente si! Raccontare i fatti miei e i miei punti deboli, li rende comuni, e come si dice: “mal comune mezzo gaudio”.
Odi ancora i flash puntati addosso? (ndr Wemme Flow – Flash)
Sì, non sono un appassionato dei flash, dell’ostentare, delle apparenze. Preferisco stare in tuta coi miei amici a casa di qualcuno o in zona, ma son consapevole che i flash possono essere la conseguenza della musica fatta bene, quindi spero che piano piano arrivino sempre di più.
Direzione Stelle. Ma a cosa punta Wemme Flow? Non vale “le stelle” come risposta.
Wemme Flow, punta ad essere sempre più Wemme Flow. Il cielo (la musica) è pieno di stelle (artisti), diventare una di quelle stelle è l’obiettivo: per ora stiamo solo partendo, si vedrà!
Grazie ragazzi, a presto.
Intervista a cura di Alessandro Pirrone
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