Il mondo LGBTQ+ nel cinema, nella letteratura e nella musica perché, per parafrasare João Costa Menezes, ogni forma di arte è importante solo se usata per discutere di quelle cose di cui non vogliamo sentir parlare, altrimenti è solo uno strumento di vanità. Sarà questo Specchio Dipinto.
[Attenzione spoiler]
The Prom è un film uscito su Netflix, diretto da Ryan Murphy, il regista di Glee e American Horror Story. La trama riprende l’omonimo musical di Broadway del 2016, a sua volta ispirato a una storia vera: quando una studentessa chiese di portare la sua fidanzata al ballo scolastico (in inglese prom), il liceo scelse di annullarlo completamente.
Il musical scatenò diverse polemiche quando, alla parata per il Giorno del Ringraziamento 2018 trasmessa in diretta nazionale, mostrarono un bacio tra le due protagoniste. Alcuni gruppi conservatori si lamentarono che, siccome quasi tutte le famiglie americane seguono l’evento in televisione, avevano rovinato l’innocenza dei loro bambini, mostrando loro cose non necessariamente approvate dai genitori. No, non sto affatto scherzando.
Trama
In una piccola cittadina dell’Indiana la nostra protagonista, Emma (Jo Ellen Pellman), annuncia di voler portare la sua fidanzata al ballo scolastico. Nonostante il preside Tom Hawkins (Keegan-Michael Key) sia assolutamente favorevole, il Consiglio dei Genitori e degli Insegnanti (PTA), capitanato dalla implacabile Sig.ra Greene (Kerry Washington), decide di annullare la festa, visto che, se avessero impedito a Emma di parteciparvi, sarebbero potuti incorrere in sanzioni legali. Abbastanza ironicamente, la ragazza misteriosa di Emma è Alyssa (Ariana DeBose), figlia della Sig.ra Greene, la quale non ha ancora fatto coming out con la madre.
La storia diventa virale e raggiunge anche Broadway, dove due attori, la diva Dee Dee Allen (Meryl Streep) e il suo amico Berry Glickman (James Corden) stanno cercando una causa da sostenere per farsi un po’ di pubblicità e ritornare sotto i riflettori: il loro ultimo spettacolo è stato ampiamente stroncato dalla critica, che ha attaccato anche la loro immagine pubblica, definendoli dei narcisisti.
I due decidono di sfruttare la causa di Emma e vanno fino in Indiana per aiutarla, insieme a Angie (Nicole Kidman), ballerina di fila che non è ancora riuscita a ottenere un ruolo da protagonista, e Trent (Andrew Rannels), attore che, in mancanza di opportunità, si è messo a fare il barista. Il loro intervento, almeno all’inizio, si rivela più comico che davvero utile, ma, col passare dei giorni, prenderanno sinceramente a cuore la questione e inizieranno a ingegnarsi per trovare un modo per aiutare la protagonista, adottando una vita sempre più altruistica di quella che avevano condotto fino a quel momento.
Critiche
Io ho amato alla follia questo film, sia per la trama che per le canzoni. Direi però di partire commentando le parti negative, giusto per togliermi qualche sassolino dalla scarpa.
Innanzitutto, l’unico personaggio negativo della storia è la Sig.ra Greene. A parte un paio di bulletti della scuola, non si vedono altre persone omofobe. I genitori di Emma, che l’hanno cacciata di casa perché lesbica, non sono mai nemmeno mostrati. Per cui, sembra quasi che la faccenda sia una crociata personale della Sig.ra Greene, piuttosto che un vero riflesso dei valori della città. Penso che, se l’avessero rappresentato a 360°, avrebbero conferito un realismo maggiore alla storia. Così avrebbero anche potuto mostrate la realtà di tanti paesi rurali e come questa affligga persone appartenenti a minoranze.
A proposito di cose che potevano essere rappresentate meglio, parliamo di Berry. Lui è l’unico personaggio gay, oltre a Emma e Alyssa (anche Trent potrebbe esserlo, ma non viene specificato), ed è interpretato da James Corden, un attore etero.
In molti hanno criticato la sua performance, definendola stereotipata. Io non credo, in realtà, che questa fosse l’intenzione degli sceneggiatori o del regista, dichiaratamente attenti alla questione – vista anche la trama del film -, e ho ritrovato anche molti tratti della personalità di James Corden nel personaggio.
Va però considerato che, in generale, se non si ha un’esperienza diretta, la scrittura o l’interpretazione di un membro di una minoranza sarà basata su un’immagine più stereotipata della realtà, non per malafede, bensì per un semplice fattore psicologico. Penso che un attore LGBT avrebbe potuto dare a Berry una profondità maggiore, visto che il suo sviluppo è affrontato in maniera, almeno per me, troppo superficiale.
Ritengo che sarebbe stato molto interessante scoprire in misura maggiore la sua storia, tanto simile a quella di Emma, sapere come sia arrivato a Broadway e approfondire il suo rapporto con i genitori prima che fosse costretto ad andare via di casa. Si sarebbe potuta costruire una sorta di parallelismo tra lui e la ragazzina, la “vecchia” generazione di gay e quella nuova, così da analizzare i cambiamenti nella società e ciò che deve ancora migliorare.
Commento
Questo film è la commedia romantica che abbiamo aspettato per tanti anni. Riesce a essere dolce e romantico senza risultare stucchevole; e allo stesso tempo parla di questioni serie senza necessariamente indorare la pillola, ma lasciando intravedere la possibilità di un lieto fine.
La parte, per me, migliore è la rappresentazione dei personaggi LGBT come normali: Emma spiega che lei non sarebbe mai voluta diventare un simbolo di ispirazione per qualcuno, ma desiderava semplicemente andare al ballo scolastico come tutti gli adolescenti. Sono le circostanze ad averla spinta ad alzare la voce, come si dovrebbe fare ogni volta che qualcuno prova a zittirci, perché è l’unico modo per riuscire, forse, a cambiare le cose.
Questo dovrebbe essere d’ispirazione per tutti coloro che hanno la possibilità di rendere la vita “normale” a chi fa parte di una minoranza o, se non fosse in loro potere, supportare i loro amici. Magari non saranno in grado di sconfiggere l’intolleranza a suon di musica come Trent, che a questo punto propongo di mandare al prossimo raduno del centro-destra, ma sicuramente ciò sarà di grande conforto.
Penso sia uno tra i film migliori con una storia omosessuale, pur con tutti i suoi difetti. Non presenta un ambiente dove tutto fila sempre liscio, come era stato criticato a Tuo, Simon, però non gira neanche il coltello nella piaga, raffigurando la vita omosessuale come portatrice soltanto di disgrazie e sofferenze. È un film che fa ridere, fa saltare sul divano e cantare, commuove e fa piangere sia per tristezza che per gioia (personalmente non riesco a guardare la scena finale senza commuovermi fino alle lacrime) e, di conseguenza, è uno dei pochi film di cui mi piacerebbe vedere, più che un sequel, uno spin-off, magari su dei ragazzi trans (io la butto lì, Netflix, eh).
È la storia che qualsiasi persona LGBT ha sognato e finalmente è arrivata a mostrarci che i pregiudizi, purtroppo, sono duri a morire, ma che persino una combriccola disastrata può fare la differenza nella vita di tanta gente…
…but until that day comes, I say cue the drums, it’s time to dance!
Alice Buselli
(In copertina e nel testo immagini tratte dal film The Prom, disponibile su Netflix)
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