
Catcalling, “fischio”, “richiamo”, letteralmente il verso con cui si attira l’attenzione di un gatto. Ma cosa indica nello specifico questo termine? Di che fenomeno si tratta? Da molti sminuito come un semplice apprezzamento o complimento, con catcalling si intende solitamente l’atto di apostrofare per strada una donna con commenti espliciti più o meno volgari.
A passo svelto verso casa
Recentemente tale fenomeno, finora considerato dai più come una “scemenza”, una “bravata fatta da uomini poco educati”, è stato messo in risalto e considerato come vera e propria forma di violenza.
Provate infatti, cari uomini, a mettervi nei panni di una donna che deve tornare a casa da sola la sera tardi, magari dopo una serata elegante e con addosso i tacchi a spillo. Immaginate il timore di incrociare un qualsiasi passante in una strada deserta e degli apprezzamenti che questi in maniera piuttosto esplicita potrebbe farle. Provate ad immaginare il suo sangue gelarsi, il suo cuore aumentare di battiti, le sue mani iniziare a sudare freddo. Quale sarà il suo primo pensiero?
Quello di rimanere calma e tirare dritto. Il secondo andrà invece ai tacchi alti e in cuor suo magari si maledirà pure per averli messi, per essersi resa più vistosa, per non aver pensato al fatto che questi l’avrebbero potuta intralciare se avesse dovuto fuggire di corsa.
Ma, sopra a tutto questo, ci sarà l’umiliazione per dover tirare dritto, a testa bassa, senza nemmeno avere il coraggio di guardare negli occhi l’altro, l’umiliazione per essere costretti ad una vita così. Una vita in cui si programma a che ora tornare a casa, perché se poi è troppo tardi e nessuno ci accompagna potrebbe essere pericoloso, una vita in cui si ragiona per bene su come vestirsi, perché se ci si mette una gonna troppo corta poi non sia mai che si attirino gli sguardi dei passanti e chissà quali potrebbero essere le conseguenze.
Nella testa dell’aggressore
E l’aggressore invece, perché si comporta così? Quali sono le motivazioni che lo spingono a urlare dietro ad una sconosciuta?
Il sentirsi superiore, in una posizione di forza, e il potersi divertire con una persona indifesa, sicuramente. Cosa porta gli uomini ad arrogarsi tale livello di superiorità? Probabilmente nessuna empatia e assoluto menefreghismo nei confronti della vittima. E poi, soprattutto, cosa li porta a sentirsi sicuri di non andare incontro a conseguenze? Il giustificazionismo e l’omertà che accompagnano questo fenomeno, ancora fortemente sminuito dalla società.
Molto più che un complimento
Almeno metà delle persone che conosciamo probabilmente non avrà mai sentito parlare dell’espressione “catcalling” e l’altra metà forse è pronta a catalogare tali molestie come poco più che semplici apprezzamenti.
Eppure, che vi piaccia o no, questo fenomeno, presente fin dall’alba dei tempi, è a tutti gli effetti un’aggressione e va contrastato partendo anzitutto dalla consapevolezza e dall’informazione. Le statistiche ci dicono che l’84% delle donne è vittima di catcalling prima dei 17 anni; e questo può incidere molto negativamente sullo sviluppo della personalità. Figuriamoci poi quante probabilità ha ogni donna di subire altre molestie di questo tipo nel resto della vita.
Talmente tante che la donna media ormai ci ha fatto l’abitudine e lo ritiene solamente un brutto episodio intrinseco alla società, una normalità a cui ci si deve adattare. È invece proprio questo il punto: non bisogna adattarsi alle ingiustizie, ad una vita fatta a passo svelto verso casa, con le scarpe da ginnastica nella borsa e lo spray al peperoncino nascosto nel reggiseno. Bisogna reagire sempre e comunque e continuare a ripetere che un essere umano, uomo, donna, nero, bianco, omo o eterosessuale che sia, è fatto della nostra stessa sostanza, respira e vive come noi e va trattato come tratteremmo noi stessi.
Francesca Giuliano
(In copertina Vikki Dougan)
Cos’è il Catcalling? è un articolo di Voci, una rubrica a cura di Elettra Dòmini.
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