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AperiCinema – “Alice in Borderland”, vinci o muori

Alice in Borderline 1

Quante volte vi è capitato di non sapere quale film o quale serie TV guardare? Ogni sabato pomeriggio, su Giovani Reporter, ci penserà Alessandro Leo a darvi un consiglio. Non dovrete fare altro che mettervi comodi, versarvi un bicchiere della vostra bevanda preferita, prendere qualcosa da mangiare e dare un’occhiata all’ultimo articolo di AperiCinema.
[Non contiene spoiler]

“Il gioco è cominciato

Avete gli occhi chiusi.

Siete immersi nei vostri pensieri che uno alla volta si proiettano nella sala principale del cinema della vostra mente: l’esame di giovedì per cui dovete studiare lascia spazio alle parole del vostro nuovo datore di lavoro, un lavoro saltuario che non vi entusiasma poi così tanto; per poi passare al nuovo taglio di capelli della ragazza o del ragazzo di cui siete innamorati senza che lui o lei ricambi, fino ad arrivare alla Roma che vi ha fatto perdere la schedina nell’ultima partita di Coppa Italia.

Ad accompagnarvi in questo viaggio mentale c’è il nuovo album della vostra band preferita, che dal telefono arriva alle orecchie tramite gli auricolari con i quali avete deciso di silenziare il mondo per qualche minuto mentre quella leggera aria fresca e il profumo di primavera vi fanno sentire in un’altra realtà, una realtà in cui tutto va bene.

Improvvisamente quella magia si interrompe, vi sta squillando il telefono.

Sono i vostri due migliori amici in videochiamata che tra uno schiamazzo e l’altro vi invitano a raggiungerli per un caffè nel vostro bar di fiducia, a tre fermate di metro dal parco in cui vi stavate rilassando; un po’ vi scoccia ma gli amici sono gli amici. Le porte della metro si aprono e li individuate subito, non passano mai inosservati. Insieme vi incamminate verso l’uscita, ma mentre siete in uno dei corridoi le luci si spengono e inizia un blackout generale che dura un paio di minuti.

Non appena torna la luce uscite fuori, ma non potete credere ai vostri occhi: la città è completamente deserta. Non capite, non ha senso, e siete soli. “Siamo in un sogno?” vi chiedete. No, non lo siete.

Uno schermo alle vostre spalle si accende e un brivido vi corre lungo la schiena: “Benvenuti, il gioco è cominciato”.

Alice in Borderland
Arisu (Kento Yamazaki), Chōta (Yûki Morinaga) e Karube (Keita Machida) nel centro di Tokyo deserta.

Vinci o muori

Dopo aver letto la scritta su quello schermo nel centro di Tokyo, Arisu e i suoi amici sono increduli di fronte a quello che sta succedendo e l’unica cosa che possono fare è seguire le indicazioni che appaiono fino ad arrivare all’entrata di un edificio.

A loro si aggiunge una ragazza che spiega di essere lì già da tempo, che loro e altre persone sono dentro un grande gioco che a sua volta è diviso in tanti “game” dai quali non si può scappare, che è tutto vero ma che non si tratta di un semplice gioco: chi vince va avanti, chi perde muore per sempre.

Spiega che ogni game ha una tipologia ed un livello di difficoltà diverso che viene stabilito dal game master; le tipologie ed i livelli sono noti ai giocatori poiché prima del game viene messa in palio una carta da gioco la quale rappresenta anche la tipologia e la difficoltà del game stesso.

Alice in Borderland
Arisu (Kento Yamazaki) in una scena della serie TV Alice in Borderland.

Ad esempio se un game vale sette di cuori i giocatori sanno che dovranno affrontare una prova che andrà a toccare i loro sentimenti e che la difficoltà sarà alta, se la carta fosse stata un tre di cuori la prova sarebbe stata un po’ più semplice. Gli altri semi (picche, quadri e fiori) rappresentano rispettivamente: “capacità fisiche”, “ingegno” e “lavoro di squadra”. Le carte, però, non sono solo un indicatore di tipologia e difficoltà ma anche un premio.

Perché? Perché il numero presente su esse, in caso di vittoria, indicherà quanti giorni di vita in più sono concessi al giocatore e, allo scadere di essi, un raggio laser proveniente dal cielo lo ucciderà all’istante quindi per stare in vita bisogna giocare continuamente e allo stesso tempo bisogna vincere tutti i game a cui si partecipa sennò si muore comunque.

Una continua roulette russa dove però tutto dipende da te. Vinci o muori.

Alice in Borderland
Una scena tratta da Alice in Borderland.

La password è “suspense” con la “s” maiuscola

Le domande che iniziano a circolare nella testa di Arisu e dei suoi amici sono tante: “Siamo davvero nel mondo reale o siamo in una simulazione?”; “Possiamo morire davvero?”; “Chi c’è dietro tutto?; Chi è il game master?”; “Come si esce dal gioco?, Si può uscire?”; e più vanno avanti con i game e più i dubbi e le incertezze aumentano.

Dopo vari incontri, alcuni positivi, altri per niente, vengono a sapere di un luogo dove potrebbero trovare alcune risposte, la “Spiaggia”, ma gli ostacoli e le incertezze sono un tema ricorrente in questa serie e vi accompagneranno fino alla fine, con un finale che, nonostante sia chiaro e definito, lascia tante domande senza risposta e apre ad una seconda stagione, che Netflix ha già confermato, a due settimane dalla prima dato il grande successo riscosso.

Ed è un successo meritato perché Alice in Borderland è una serie ben fatta. Ho apprezzato varie cose tra cui la regia, gli effetti speciali, il livello di suspense sempre alto e la struttura di ogni episodio in cui viene dato molto spazio al survival game, il giusto spazio alla psicologia dei protagonisti e poco al tempo che intercorre tra una partita e l’altra o tra un colpo di scena e l’altro, trovo che questa sia la struttura più corretta per una produzione del genere. Ho apprezzato molto anche la recitazione dei protagonisti, in particolare Tsuchiya nei panni di Usagi, Yamazaki nei panni di Arisu e, su tutti, Murakami nei panni del misterioso Shuntarō Chishiya.

Mi sono piaciute meno alcune trovate narrative, alcune scelte fotografiche e alcune scene d’azione poco credibili che hanno creato un po’ l’effetto “finzione” e “cartone animato”, ma stiamo parlando della trasposizione cinematografica di un manga, quindi ce lo facciamo andar bene, specie perché la qualità tecnica è molto alta.

Il mio Japanese (me la concede la battuta?) è ormai finito e le sorprese di questa serie sono talmente tante che se dovessi andare avanti a parlarne finirei per spoilerare qualcosa; per evitarlo vi saluto e vi do l’appuntamento a sabato prossimo.

Vi auguro buona fortuna in caso decideste di unirvi ad Arisu, Usagi e agli altri in questo folle gioco di sopravvivenza e, in tal caso, vi ricordo di agire sempre in base all’intelligenza perché il game master non si divertirà solo a giocare con le vostre vite nei game ma, soprattutto, giocherà con le vostre emozioni, facendovi impazzire. In questo viaggio incontrerete tante persone: alcune le odierete, altre non le capirete, altre ancora vi entreranno nel cuore, ma ricordatevi che siete tutti sulla stessa barca e che l’unico modo per sopravvivere è rimanere uniti, nel gioco di questa serie TV ma anche, e soprattutto, nella nostra vita di tutti i giorni.

Buon weekend a tutti.

Alessandro Leo

(In copertina e nel testo immagini tratte dalla serie TV Alice in Borderland, disponibile su Netflix [1 stagione])


Alice in Borderland è il quarto articolo della rubrica settimanale di Alessandro Leo AperiCinema.

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