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AperiCinema – “The Midnight Sky”, il cielo è in ascolto

The Midnight Sky 1

Quante volte vi è capitato di non sapere quale film o quale serie TV guardare? Ogni sabato pomeriggio, su Giovani Reporter, ci penserà Alessandro Leo a darvi un consiglio. Non dovrete fare altro che mettervi comodi, versarvi un bicchiere della vostra bevanda preferita, prendere qualcosa da mangiare e dare un’occhiata all’ultimo articolo di AperiCinema.
[Non contiene spoiler]

Film piatto, trama debole e pieno di cliché “spaziali”.

Dopo questa prima frase sicuramente buona parte di voi avrà già chiuso l’articolo (redazione non arrabbiatevi) perché se forse un occhio possiamo chiuderlo sul tema “viaggi spaziali” e su certi espedienti narrativi scontati, nessuno di noi ha voglia di impiegare due ore del proprio tempo per vedere un film piatto e con una trama banale come The Midnight Sky.

Ok quindi perché ne parlo in una rubrica in cui consiglio produzioni da vedere?

Perché tendenzialmente sarei d’accordo con quello che abbiamo detto, ma non questa volta: infatti, pur essendo pieno di difetti, questo film mi ha tenuto incollato allo schermo dal primo all’ultimo minuto. E non è poco.

Una corsa contro il tempo

Immaginatevi di essere all’aperto, di notte, a guardare il cielo stellato e a sognare un mondo dove ogni cosa vada bene, dove ogni nostro desiderio corrisponda alla realtà e dove l’Italia non sia stata eliminata alle qualificazioni dei Mondiali 2018.

Scusate, piccolo lapsus calcistico, torniamo a noi.

Immaginatevi la bellezza di quel momento: voi, le stelle, l’infinito e nient’altro. Adesso immaginatevi che tutto questo sia solo frutto di un vostro desiderio ancora più grande e che in realtà vivete in un mondo distrutto da una catastrofe che ha spazzato via quasi totalmente l’umanità.

Ecco, il protagonista di questo film, Augustine, si trova esattamente in questa situazione ma prima di abbandonarsi a ciò che il destino ha deciso per lui deve svolgere un ultimo compito: una corsa contro il tempo.

Augustine Lofthouse (George Clooney).

Il Dottor Lofthouse, per noi amici: Augustine, è un importante astronomo che nella sua carriera ha svolto importanti ricerche, determinanti per la missione che ha portato la scienza a scoprire un altro corpo celeste abitabile, K-23, luna di Giove.

Il suo ultimo compito riguarda proprio questa missione: deve mettersi in contatto con la nave spaziale Aether e dire all’equipaggio di non tornare sulla Terra ma di raggiungere nuovamente K-23, salvarsi e dare inizio ad una nuova umanità.

Tanti ostacoli ma la posta in gioco è troppo grande

Augustine sa che gli resta poco tempo per portare a termine questo compito dato che il rientro della nave è previsto di lì a poco, le condizioni critiche in cui si trova la Terra stanno per degenerare distruggendo qualsiasi tipo di vita e, come se non bastasse, è anche affetto da una grave malattia.

Gli ostacoli che si pongono davanti ad Augustine sono tanti ma oltre che su se stesso potrà contare sull’aiuto di Iris, una misteriosa bambina che è rimasta nascosta nella stazione scientifica dopo l’evacuazione di qualche giorno prima, il perché non si sa. Forse.

Augustine Lofthouse (George Clooney) e Iris (Caoilinn Springall) in una scena del film.

Nel frattempo, la situazione nello spazio non è affatto serena perché, dopo aver lasciato K-23 in direzione Terra, la nave spaziale subisce un improvviso cambio di rotta, finisce nel mezzo di una tempesta di corpi estranei e viene gravemente danneggiata, in particolare si rompono le antenne di localizzazione e comunicazione. Si salveranno? Riuscirà Augustine a mettersi in contatto con loro? Chi è quella bambina e perché è rimasta nascosta lì?

Sta a voi scoprirlo. Io vi dico solo una cosa: guardando The Midnight Sky vi farete delle teorie, penserete di aver già capito tutto ma la storia, pur essendo banale, è stata fatta con grande attenzione al portare lo spettatore fuori strada, e fuori strada ci andrete quasi sicuramente per poi arrivare alla fine e dire: “cavolo, era così semplice”.

Evidentemente no.

Mediocrità attraente

Nonostante tutto, il film funziona: perché lo spettatore entra in empatia coi protagonisti e sono stati inseriti alcuni espedienti narrativi davvero interessanti che ti tengono attaccato alla TV per sapere come va a finire.

A livello recitativo non ho apprezzato George Clooney nei panni del Dottor Augustine Lofthouse perché, nonostante sia un ruolo difficile e lui sia quasi irriconoscibile, è un personaggio talmente tanto introspettivo e pieno di cose da far emergere che da un attore del suo calibro ci si aspetta qualcosa di più di uno sguardo sostenuto e poco altro.

Mi è piaciuta molto Felicity Jones nei panni di Sully, l’unico personaggio che porta dinamicità al film mentre gli altri attori dell’equipaggio niente di speciale, molto sottotono anche se in produzioni di questo calibro parliamo comunque di interpretazioni di alto livello.

Sully (Felicity Jones) e Tom Adewole (David Oyelowo) in una scena del film.

Non ho apprezzato il montaggio, né a livello creativo né a livello tecnico: l’ho trovato molto piatto, monotono e ripetitivo (complice anche una sceneggiatura con le stesse caratteristiche) oltre ai tanti, troppi, errori di raccordo tra le inquadrature. Mi sono piaciute molto la fotografia e le musiche, anche se la prima è stata penalizzata da un color grading spesso incoerente che varia da toni molto opachi ad altri esageratamente vividi e, ad eccezione di un paio di momenti, questo accade in modo totalmente casuale e non in linea con una volontà narrativa. Molto buona la parte degli effetti visivi, degli effetti sonori e di tutta la parte audio.

Detto questo, mi trovo in difficoltà a commentare la regia di Clooney perché per certi aspetti è stata buona, per altri disastrosa (su tutti, supervisione del montaggio, monotonia del linguaggio narrativo e scelte discutibili di alcune inquadrature). Però, considerando il fatto che dirigere un film come The Midnight Sky non è per niente facile, ancor di più se oltre ad essere regista sei anche attore protagonista, mi trovo più verso un parere positivo che verso uno negativo. Riguardo al cast, ci vorrebbero dieci minuti di applausi per una scelta in particolare e non mi riferisco alla parte recitativa. Dopo aver visto il film capirete cosa intendo.

La stella più luminosa di tutte

In un film ambientato tra le stelle, però, ce n’è una che brilla più di tutte ed è Caoilinn Springall nei panni di Iris. 8 anni ed un talento che non avevo mai visto prima d’ora. Anche se la storia non vi attira, se non vi piace il tema spaziale, se non vi piace Clooney, se fino ad ora non avete trovato un valido motivo per guardare questo film, un validissimo motivo è sicuramente questa giovane attrice.

Dice una sola frase durante tutto il film e per il resto recita solo con le espressioni e lo fa con la sicurezza e la scioltezza dei più grandi al mondo. Non sbaglia niente: ogni movimento, ogni sguardo ogni piano d’ascolto, è tutto perfetto dall’inizio alla fine. Da brividi.

Iris (Caoilinn Springall).

Segnatevi questo nome perché, se chi la rappresenta continuerà a farla studiare, in serenità, facendola appassionare ancora di più a questa arte e facendole capire se davvero sia la sua strada o meno, magari anche accettando qualche nuovo ruolo ma senza appesantirla con la pressione che questo ambiente spesso porta, Caoilinn può diventare davvero un punto di riferimento del cinema presente e futuro.

Quindi? Sì o no?

Il mio Spritz è quasi finito, quindi arriviamo alla domanda importante: questo film merita di essere visto?

Se volete un film tecnicamente perfetto, con una storia originale ed affascinante di cui parlare sui social network per i prossimi dieci giorni no, non guardatelo: vi deluderà. Se volete un film per passare un paio d’ore in relax, con una storia banale ma buone idee che vi terranno svegli, e con un’attrice di otto anni così tanto brava da riuscire rubare la scena a Clooney e alla Jones: allora sì, guardatelo.

Io ho dato fiducia a questo film e non me ne pento, anzi, trovo che potrebbe essere la puntata pilota di una serie TV di genere post-apocalittico dato che le domande lasciate in sospeso sono tante ed il finale, anche se sembra chiuso, non lo è affatto.

Buona visione, io vado a farmi un altro Spritz perché prima ho ripensato all’Italia fuori dai Mondiali 2018 e adesso sono preso male. Ciao ragazzi, buon weekend e buona settimana.

Alessandro Leo

(In copertina e nell’articolo immagini tratte dalla serie TV The Midnight Sky, disponibile su Netflix)


The Midnight Sky è il secondo articolo della rubrica settimanale di Alessandro Leo AperiCinema.

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