I media italiani non danno mai la giusta importanza alla politica internazionale e anche quando lo fanno espongono un solo punto di vista. Non c’è niente di meglio di un buon caffè scorretto per svegliare la mente assopita e cominciare a pensare fuori dagli schemi.
Un esempio di democrazia
Per stipulare l’accordo da 1.246 pagine della Brexit, con cui il Regno Unito lascerà tra pochi giorni l’Unione Europea, ci sono voluti più di quattro anni. È stata una vera e propria odissea che ha visto numerosi colpi di scena, a cominciare dal referendum, momenti memorabili, ad esempio la provvisoria chiusura del parlamento, e caduti illustri, come Theresa May e Jeremy Corbyn. Ma più di ogni altra cosa ha dimostrato la fragilità del legame tra le scelte del popolo e l’azione dei suoi rappresentanti.
Durante la lunga traversata, infatti, molti politici e opinionisti che avevano sostenuto la causa del remain, hanno cominciato a pensare che forse lo sgradito risultato del referendum si potesse anche ignorare. Del resto, secondo la loro tesi, a votare per la Brexit erano stati i vecchi e gli ignoranti, magari manipolati dalle fake news ideate di persona dal malvagio Vladimir Putin. Non c’è altra spiegazione possibile per la scelta di rinunciare alla nuova terra promessa chiamata UE.
Per fortuna la vicenda si è conclusa con un compromesso giudicato soddisfacente sia dal Regno Unito sia dagli altri paesi europei. Tuttavia, se questa volta i tentativi di delegittimare lo strumento del voto sono falliti, ciò non significa che i cittadini debbano abbassare la guardia. La storia vissuta dai britannici ci insegna che i veri nemici della democrazia non sono tanto i cosiddetti populisti ma coloro che si proclamano moderati, centristi e liberali. Ostilità, la loro, che in futuro potrà solo accentuarsi.
E adesso la Politica
Si è parlato qualche volta negli scorsi anni delle conseguenze economiche della Brexit. Oggi è ancora presto per giudicare ma possiamo affermare con certezza che non ci saranno né grandi carestie, né invasioni di cavallette. Ciò che ha sofferto di più in questo periodo è la qualità del dibattito politico il cui calo è testimoniato dai risultati elettorali. Mentre nel 2017 il tentativo laburista di spostare l’attenzione dalla Brexit ad altri temi più concreti ha funzionato, la stessa strategia è naufragata già prima delle elezioni in un 2019 caratterizzato dall’estrema polarizzazione sul tema europeo.
Chissà se, di riflesso, la chiusura di questo capitolo riporterà coi piedi per terra anche i nostri politici, incantati dalla dimensione cool e trendy in cui possono vivere solo le élite cosmopolite. Perderemo momentaneamente l’Erasmus a Londra? Pazienza, vorrà dire che la colonizzazione culturale da parte del mondo anglosassone a cui siamo soggetti da decenni subirà una leggera flessione. Pensare di più al nostro paese ci farà bene.
Federico Speme
Brexit: Si può fare! è il terzo articolo di Caffè Scorretto, una rubrica di Federico Speme.