Cinema

La regina degli scacchi – La nuova serie Netflix che ha conquistato il pubblico

La regina degli scacchi 1

La regina degli scacchi è una delle più discusse tra le miniserie a marchio Netflix degli ultimi tempi. I pareri sono discordanti e variano dall’avversione alla noia, fino al gradimento più alto, con una fanbase che si sta formando e che ha già chiesto a gran voce una seconda stagione.


La trama

La protagonista della storia è Beth Harmon, rimasta orfana a nove anni dopo la morte della madre e cresciuta in un orfanotrofio femminile situato nel Kentucky all’inizio degli anni ’60. Lì conosce il custode del complesso, William Shaibel, con il quale inizia a giocare a scacchi e che presto si rende conto delle sue grandi potenzialità. Passati sei anni, viene adottata dalla famiglia dei Wheatley e, nella cittadina dove vive la coppia, la ragazza partecipa ai primi tornei di scacchi, fino ad arrivare in poco tempo ad alti livelli. La madre adottiva capisce il suo potenziale e inizia ad accompagnarla in giro per l’America alle gare più prestigiose dell’epoca.

A metà della serie, durante un importante torneo a Città del Messico, la madre adottiva viene trovata morta; e Beth continua a giocare a scacchi e, come in ogni cosa nella vita, assapora grandi vittorie e subisce più volte forti sconfitte, mentre si trova a lottare contro l’alcolismo e la sua dipendenza dalle pillole tranquillanti, unico modo che ha per gestire l’ansia da prestazione che ogni giorno si fa più pesante.

La grande sfida della vita di Beth, tuttavia, sarà combattere contro questi suoi demoni e fare i conti con il passato in orfanotrofio e con la vicenda della madre, per poter volare in Unione Sovietica e giocare la partita più importante contro il campione del mondo…

I dati

Secondo i dati di Netflix, La regina degli scacchi è la miniserie più guardata di sempre sulla piattaforma leader del mondo dello streaming, e attualmente guida la testa alle classifiche in 63 Paesi. Ben 62 milioni di utenti nei primi 28 giorni hanno scelto questa serie. Per fare un paragone, la terza stagione di Stranger Things totalizzò 64 milioni di abbonati, sempre nei primi 28 giorni; record che ad oggi rimane imbattuto.

Eppure, Stranger Things 3 aveva già un’enorme fanbase: nei primi quattro giorni dopo l’uscita, già contava 40 milioni di spettatori, mentre La Regina Degli Scacchi non aveva fan né cast di richiamo. Dati che dimostrano il gradimento della serie da parte del pubblico di Netflix, che in totale raggruppa ben 180 milioni di utenti in tutto il mondo.

Il libro omonimo (pubblicato da Walter Tevis nel 1983) è entrato per la prima volta nella lista dei best sellers del New York Times a 37 anni dall’uscita. In aggiunta, le ricerche su Google su come giocare a scacchi sono raddoppiate.

Commento critico

Per quanto riguarda il cast, non ci sono attori “stellati”, ma Anya Taylor-Joy, l’attrice che ricopre il ruolo della protagonista (Beth Harmon), nonostante i pochi anni di esperienza nell’ambito cinematografico, riesce a interpretare magnificamente il suo personaggio. Il resto del cast rimane poco caratterizzato, vista il peso occupato dalla protagonista all’interno della miniserie.

Invece, un lato veramente caratteristico della serie è la scenografia: tutti gli episodi sono stati filmati tra Berlino e la sua provincia, e tra allestimento e postproduzione digitale è stato fatto un lavoro perfetto che riesce a spedire lo spettatore negli anni ’50 e ’60. Da sottolineare anche l’opera dei costumisti, che hanno ricreato la moda di quell’epoca in modo unico e spettacolare.

È ottimo anche il lavoro fatto sulla colonna sonora, che non è l’elemento portante della miniserie, ma viene usata in modo sapiente ed è riuscita a creare bellissime sensazioni ponendo il commento musicale nei momenti giusti.

La trama è uno dei punti di forza della serie, con una simbiosi perfetta tra scacchi e personaggi, riuscendo anche a lasciare uno spazio di approfondimento adeguato sulla distruzione che l’alcol, la droga e gli psicofarmaci possono creare nelle persone. Come ad esempio la madre adottiva di Beth; e la dipendenza della protagonista stessa dai tranquillanti inorridisce il pubblico sin dall’inizio della serie.

La valutazione

Questa miniserie è da considerarsi un capolavoro? Di sicuro ha avuto un successo mediatico sorprendente, contando anche che racconta il gioco degli scacchi in un modo molto tecnico, che in tanti potrebbero ritenere noioso. Tuttavia, al di là dei numeri, si tratta di una miniserie di qualità che è riuscita a fare breccia anche nel grande pubblico, una ricetta esplosiva più unica che rara, data la profonda depressione che sta colpendo ora l’industria cinematografica.

Gabriele Cavalleri

(In copertina la locandina ufficiale della miniserie La regina degli scacchi)

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