Fuori ora Mentre nessuno guarda, il quinto album in studio di Mecna, Corrado Grilli. Un nuovo inizio, un altro passo avanti nel viaggio fatto di malinconia e sorriso della sua carriera discografica.
Torna l’inverno e, con esso, l’artista più freddo della scena hip hop italiana. Se devo pensare a Mecna infatti, me lo immagino all’interno delle cuffiette coperte dal cappuccio della giacca. Mi guardo intorno come se gli altri sentissero con me le sue parole e mi guardo dentro come se stesse parlando di me. Perché Mecna è così, parla di noi mentre racconta di se stesso, è sincero, schietto, e per questo è così facile riconoscersi nella sua musica. In quei testi che sono discorsi che l’artista fa a se stesso, davanti a uno specchio, mentre nessuno guarda.
Indelebile
Mecna lascia il segno e stavolta lo fa concretamente presentando al pubblico la copertina del nuovo disco tramite un murales. Un lancio insolito, diverso da quello affidato ai social a cui siamo abituati: altra dimostrazione della sua volontà di unire arte e musica. L’opera, realizzata dal britannico Richard Wilson, è apparsa giovedì 15 ottobre su un muro in via festa del perdono a Milano, dove resterà per un mese. Nel disegno vediamo il rapper, rigorosamente in giacca invernale, che si asciuga una lacrima.
Ma se ci si aspetta il disco triste di Mecna questa volta si casca male. Non mancano i colpi allo stomaco dei quali l’artista è maestro, ma il mood generale è vivace, colorato, e il merito è soprattutto delle strumentali.
Una bella giornata invernale
Se l’anno scorso la collaborazione con Sick Luke ci aveva lasciato a bocca aperta, il lavoro di quest’anno ci ha stupito ancora di più. I suoi storici producer Lvnar, Iamsafe e Alessandro Cianci hanno infatti dimostrato di non essere da meno del famoso beatmaker romano, e di meritarsi il disco d’oro che, come dice Mecna nella traccia Scusa, sul muro ancora manca.
La linea d’onda delle strumentali rimane comunque quella che l’artista ha iniziato ad intraprendere dal 2018 con Blue Karaoke: Pezzi da club, dance, sperimentazioni di autotune, molto presente ma mai ingombrante. Si gioca molto sulla voce: sporche, seconde voci, effetti. Ballad, come Non mi va con te, si mischiano ai ritmi vivaci e semi spagnoleggianti di Amore mio e di certo non sono l’unica a sperare in un tour per sentire live pezzi come Coltello nel burro.
Insomma, se da un lato ritroviamo il Mecna dei lavori precedenti, con la malinconia che da sempre lo caratterizza, dall’altro troviamo anche spazio per un sorriso. Potremmo paragonare questo dico ad una bella giornata invernale, la stessa descritta nell’audio del ragazzo alla fine della undicesima traccia.
Mecna si racconta
I testi sono una finestra spalancata sul mondo di un Corrado che, più sincero che mai, si racconta. Racconta il presente, la sua musica, “Torno a rappare come se avessi smesso” dice nel brano Così forte in cui risponde a chi lo ha accusato di essersi staccato da questo ambiente. Parla a se stesso nel brano Demoni; ascoltarlo è un chiedersi scusa per ogni volta che ci si è incolpati ingiustamente: “io che credevo fosse tutto nero e quasi tutta colpa mia”, per ogni volta che non ci siamo sentiti all’altezza e abbiamo dato ascolto ai nostri demoni.
Non serve quasi più a niente stare così, a bruciare con i miei demoni.
Mecna, Demoni
Scusa è forse il pezzo dove si mette più a nudo. Qui dialoga con i ricordi chiamandoli per nome. Si rivolge a vecchi amici, conosciuti grazie alla musica. Unioni create da questo obiettivo comune, lo stesso che, purtroppo, li ha divisi. Amori passati e l’amore presente, con la speranza di non cadere sugli stessi errori. Ci racconta delle volte che ha sofferto, ferite ancora aperte che però lo hanno aiutato ad essere ciò che è ora. Infondo, come egli stesso dice: “Se hai paura del vuoto non ti ci metti proprio”.
Un nuovo inizio
Riassumendo, possiamo dire che Mentre nessuno guarda è un disco che tira le somme del percorso che l’artista ha compiuto fino ad ora. “Non sto pensando al mare, questo non è il mio ufficio”, canta in fondo al brano Così forte, segnando una fine alla leggenda del “31” (31/07, 31/08, 31/09) brani che, dal 2011, aggiungono una nota malinconica alle estati di chi, da un po’ di anni, si lascia cullare dalla sua musica.
Più che una fine però da Mecna ci aspettiamo un nuovo inizio. Si sta evolvendo e negli ultimi 3 dischi si è mostrato in nuove vesti. Si sente però che è altro ciò a cui vuole arrivare e si spera che questo lavoro gli dia la forza di raggiungerlo. Intano gli diciamo grazie perché buona parte del viaggio, raccontato in questo disco, abbiamo avuto la fortuna di percorrerlo con lui.
Maddalena Ansaloni
(In copertina Mecna)
Per approfondire, le altre recensioni di musica di Maddalena Ansaloni.