Mi scusi Professore

C’è SARS e SARS

SARS Nigeria

Giornali, televisione, social network. Ogni giorno siamo bombardati da informazioni e notizie, molte delle quali non riusciamo a comprendere pienamente. Se solo ci fosse qualcuno, un Professore più sapiente di noi, a cui rivolgere i nostri interrogativi e con cui condividere le nostre riflessioni.

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Diversi tipi di dittatura

Mi scusi Professore, lei cosa pensa di un eventuale secondo lockdown? Perché ormai, con i tempi che corrono e i dati diffusi, c’è seriamente da prendere in considerazione questa possibilità. Come ci si poteva aspettare, i nostri connazionali non la stanno prendendo benissimo, nonostante il Presidente del Consiglio non si sia ancora pronunciato in modo definitivo sulla questione. Addirittura, nelle scorse notti in centinaia sono scesi per le strade di Napoli e Roma, protestando contro le misure anti-Covid19. L’accusa di dittatura sanitaria, di cui tanto si è sentito parlare durante la primavera passata, sta ricominciando a sbocciare sulle bocche della gente.

Secondo lei, Professore, i manifestanti di Napoli e Roma, così come tutti quelli che rivendicano la loro libertà dalle soffocanti mascherine chirurgiche, hanno idea di cosa sia veramente una dittatura? Forse dovrebbero scendere nelle piazze nigeriane e porre qualche domanda ai locali: lì potrebbero assistere a cosa significano repressione, abuso del potere, violazione dei diritti e tutte quelle altre belle espressioni che si vantano di utilizzare. Al momento, infatti, anche la Nigeria combatte contro una forma di SARS. Non si tratta di un virus, ma della Special Anti-Robbery Squad, un corpo speciale della polizia nigeriana.

Le accuse

Questa unità speciale del Dipartimento di Intelligence e Investigazione Criminale della Nigeria nasce nel 1992 con lo scopo di agire contro crimini come rapimenti e rapine a mano armata. Nel corso degli anni, però, è stata accusata di arresti e detenzioni immotivati, esecuzioni extragiudiziali, come anche minacce, ricatti, torture e stupri. L’operato della SARS è stato osservato anche da Amnesty International, la quale ha redatto un rapporto che documenta decine di torture avvenute nei centri di detenzione nel corso degli ultimi tre anni; le vittime sono principalmente giovani appartenenti ai gruppi sociali più vulnerabili. Proprio nel 2017, infatti, l’azione dell’unità speciale raggiunge un livello di violenza mai visto prima. Le accuse emergono sempre più evidenti, nascono i primi movimenti EndSARS e, di conseguenza, la repressione non può che farsi più brutale.

Perché allora se ne parla proprio ora, Professore? Lo scorso 7 ottobre, dopo la diffusione di un video che documenta l’omicidio di un ragazzo, le proteste sono risorte, più partecipate e determinate che mai. Da allora continuano imperterrite, nonostante la dura risposta repressiva e il numero sempre più alto di vittime. L’escalation ha raggiunto il suo culmine il 20 ottobre, quando le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco sui manifestanti; un attacco probabilmente premeditato, che ha prodotto un numero indefinito di morti e feriti. Cosa motiva a tal punto i manifestanti nigeriani?

Lotta per la libertà

Quella nigeriana è una protesta guidata perlopiù da giovani, i quali considerano l’abolizione della SARS un requisito fondamentale per una nazione migliore e più unita. Prive di un vero e proprio leader di riferimento, sfruttano i social media per raggiungere ogni parte del paese: l’hashtag #EndSARS è trasversale, non si ferma davanti a confini geografici o sociali. Le manifestazioni sono pacifiche – per quanto possibile, viste le reazioni della controparte – e rivendicano la cosa più bella del mondo: la libertà dopo 28 anni di paura e repressione. Allora, Professore, crede che i nigeriani avrebbero qualcosa da dire ai ribelli “Endlockdown“?

In centinaia sono scesi nelle piazze italiane contro un coprifuoco che non permette di consumare alcol in piedi la sera o di organizzare feste con decine di persone. Anzi, mi correggo: che non permette di fare tutto ciò durante una pandemia globale. C’è SARS e SARS, ed entrambe causano morte e dolore e devono essere combattute. Tuttavia, se una per essere abolita necessita di una ribellione, l’altra può essere debellata solo nel rispetto delle regole.

Clarice Agostini


C’è SARS e SARS è il ventottesimo articolo di Mi scusi Professore, una rubrica di Clarice Agostini.


Per approfondire le proteste di Napoli contro il coprifuoco, l’articolo di opinione di Iacopo Brini:

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