
Hamilton raggiunge Schumacher a quota 91 vittorie in carriera, mentre uno sfortunato Bottas è obbligato al ritiro per un guasto. Verstappen e Ricciardo completano il podio. Leclerc solo settimo dopo una qualificazione illusoria.
Lewis Hamilton riscrive la Storia
“Lewis Hamilton vince il Gran Premio di…”. Chi da sempre segue le corse di Formula 1 sotto il commento di Carlo Vanzini , sicuramente avrà sicuramente colto la citazione, marcando con entusiasmo il verbo vincere. D’altronde lo fa un po’ con tutti, ma con Hamilton è successo ben 91 volte.
Era il lontano 2006 quando Michael Schumacher passò primo sotto la bandiera a scacchi per la 91esima ed ultima volta. La gara si svolgeva a Shanghai, sotto una pioggia battente, e credere che un altro pilota potesse vincere così tanto era un po’ come immaginarsi oggi una squadra di calcio tedesca vincere lo stesso numero di Bundesliga del Bayer Monaco.
C’è chi non lo riconosce o chi non lo accetta, ma questo è lo sport, ed i sorpassi non si effettuano solo in pista. Non esiste confronto, ma esistono protagonisti, ed Hamilton è indiscutibilmente l’eroe della nuova generazione del motorsport. A premiarlo è Mick Schumacher, che gli consegna il casco del padre: tre generazioni in un gesto; un’immagine che non ha bisogno di commenti.
Non ho parole. Quando vedevo il dominio di Michael in tv non avrei mai pensato che qualcuno sarebbe riuscito ad eguagliare il suo record, né che sarei stato io a riuscirci. È un onore incredibile. Mi sono reso conto di aver ottenuto lo stesso numero di vittorie solo quando ho attraversato la pit lane.
Lewis Hamilton
Un podio bramato per oltre due anni
Ricciardo, lo sappiamo, reagisce col sorriso, dopo aver messo la parola fine a un digiuno da podio che durava da due anni. È probabile, almeno fino alla prossima gara in Portogallo, i suoi denti saranno sempre in bella vista.

Un po’ perché torna finalmente (e meritatamente) a vincere, e un po’ perché regala il primo podio alla Renault, ma soprattutto perché vedrà il proprio team principal, Cyril Abitenoul, farsi un tatuaggio a scelta del pilota australiano. Nel paddock si parla più del disegno del tatuaggio che del bagno di champagne, e sono ormai tutti un po’ curiosi del soggetto che verrà inciso sulla pelle di Cyril.
Sì, è passato un po’ di tempo. E ad essere onesti, questo mi è sembrato un nuovo inizio e lo vivo come se fosse di nuovo il primo podio. È una bella sensazione. Devo riflettere sul tatuaggio, ma probabilmente il tema avrà a che fare con me, ma penso con un sapore tedesco, visto che il podio lo abbiamo ottenuto qui.
Daniel Ricciardo
Tra il massimo vincitore di gran premi ed il sorridente australiano, si infila Verstappen che conquista un ottimo secondo posto. Nonostante fosse apertamente in critica con la safety- car per essere stata in pista troppo a lungo, Max non nasconde la gioia al termine della gara per il buon posizionamento e la registrazione del giro veloce.
Sabato d’illusioni, domenica di delusioni
Charles Leclerc stupisce nelle sessioni di qualifica registrando il quarto miglior tempo, ma in gara, anche se con un’ottima partenza, non trova affidabilità sin dai primi giri, riuscendo a tornare competitivo solo dopo il montaggio di una nuova mescola media. Poco da aggiungere sul compagno di squadra: Sebastian Vettel, dopo un testacoda nelle battute iniziali della gara, rimane fuori dalla zona punti.
Un sabato illusorio che rende una domenica di gara ancora più umiliante per casa Ferrari. Il record eguagliato da Hamilton non giova sicuramente all’umore dei tifosi della Rossa, ma almeno per qualche giorno, si parlerà più di Schumi che della SF1000.
Luca Pirli Capitani
(immagini tratte da SkySport)
Per approfondire, leggi gli articoli di Race Review e segui il podcast di Radio C.A.P., a cura di Lorenzo Martinelli e Luca Pirli Capitani.