
A cura di Lorenzo Gentile, la nuova intervista di Giovani Reporter, alla giovanissima modella e attrice vicentina Greta Galbianco. Dalle sue parole i sogni che coltiva fin da bambina e le prospettive per il futuro, dal mondo della moda al cinema.
Presentati e raccontaci un po’ di te e del tuo mondo.
Io sono Greta, Greta Galbianco, nata il 4 maggio 2001, sotto il segno zodiacale del Toro, un segno che mi rispecchia molto perché nella vita sono sempre stata combattiva. Sono una ragazza che, malgrado le sue fragilità, è diventata sempre più forte e più sicura di sé. Vengo da Vicenza e amo follemente le mie origini. Ho sempre avuto una vena artistica associata ad un carattere molto forte: a tre anni ho scoperto il disegno – e disegnavo anche molto bene -, non l’ho mai detto prima e confesso che è una forma di arte che mi piacerebbe riscoprire, anche se in realtà ho sempre avuto un debole per la recitazione e il mondo dello spettacolo.
A 12 anni sono entrata in accademia teatrale, ma il mio sogno più grande è approdare nel cinema. È da quando ho 6 anni che so di voler intraprendere una carriera di questo tipo; spero di arrivarci al più presto.
Come nasce questa vocazione per il cinema?
Credo che tutto parta dal mio carattere, forte e deciso, che ho formato con il tempo (non ho avuto un passato semplice dato che anche io, come tanti ragazzi, sono stata vittima di bullismo): ho cominciato presto ad interessarmi al mondo del cinema pensando che potesse essermi anche utile per sopportare quelle cattiverie. Ma, oltre a questo, della recitazione adoro tutto, e soprattutto il calarsi nell’interpretazione dei diversi ruoli e personaggi.
Sto cercando di arrivare a coronare il sogno in tutti i modi, ho anche scelto di seguire un percorso di studi in lingue perché lo ritenevo adatto. In più, già attualmente, lavoro come modella e fotomodella per svariate catene del Veneto, e sono finalista per Miss Mondo Italia.
A questo proposito, parlaci della tua professione: che lavoro è quello della modella? Cosa ti piace e cosa non ti piace del tuo mestiere?
È un lavoro stupendo, e che mi piace, altrimenti non lo farei (ride, ndr). Mi sta dando molte soddisfazioni. Come in ogni cosa, però, ci sono dei pro e dei contro, anche se ho avuto la fortuna di trovarci molti lati positivi. Tra questi, mi piace la confidenza che si instaura con il fotografo o la fotografa, che è fondamentale; il cambio d’abito, le pose, le luci. Non mi piace, appunto, quando non riesci a trovarti bene con il personale: mi è capitato, come può capitare ovunque, di avere a che fare con un fotografo che non mi ha giovato o con cui non sono riuscita a legare. Un altro aspetto negativo, poi, è sicuramente la superficialità: quando il lavoro promesso non viene portato a termine o viene sottovalutato.
E poi ci sono tanti pregiudizi su questo mondo, e sulle sue protagoniste: io, ad esempio, sto studiando tre lingue; non è assolutamente vero che conti solo l’aspetto esteriore, mi sono impegnata tanto per arrivare a fare questo mestiere.
Perché il lavoro di una fotomodella è importante?
Secondo me il lavoro della modella è importante perché rimane centrale nella sfera della pubblicità, del marketing, muove l’economia italiana in maniera importante vista la rilevanza dell’ambito della moda nel nostro paese. Offre una giusta visibilità al prodotto (se parliamo di pubblicità) e al modello, e non insegna invidia o cattiveria, come si può credere; non è un mondo velenoso, e chi lo è non fa molta strada al suo interno. Quello che rischia di fargli perdere smalto, piuttosto, è la figura dell’influencer, che sta prendendo piede sempre di più, soprattutto in questi anni: e per via di tutti gli imprenditori digitali che stanno emergendo credo che il mio lavoro perda pian piano di professionalità.
Hai degli hobby?
Parlo spesso del mio passato con il pugilato: uno sport che amo molto e che – paradossalmente, potrebbe pensare la gente – insegna che la violenza non è mai la chiave giusta. È uno sport che non contempla la violenza, e il cui unico scopo è l’autodifesa.
Cosa pensavi o sognavi di diventare da grande 10 anni fa?
Il mio sogno è sempre stato questo, e fin da piccola avevo le idee chiare: ho sentito la vocazione della moda e, soprattutto, della recitazione. Ricordo bene ogni singolo giorno di quel periodo: ero una bambina felice nonostante tutto (come le angherie o il bullismo, che ho già menzionato); ho sempre cercato la felicità – sono sempre stata molto dolce! -; come adesso, avevo tanta fantasia ed ero molto legata agli animali. Anche per questo non ho mai indossato capi realizzati con pelle animale.
Dove ti vedi, invece, fra 10 anni?
Se si parla di sogni, mi vedo alla Notte degli Oscar, mentre reggo in mano la statuetta e parlo al microfono di fronte alle persone che si trovano in sala. Più realisticamente, invece, mi immagino a parlare con un giornalista, mentre le mie bimbe giocano in giardino, e magari con una maggiore notorietà in questo campo (ride, ndr).
Hai un consiglio da dare a tutte le ragazze e i ragazzi che inseguono la tua stessa passione?
Ti racconto un aneddoto di qualche giorno fa. Ho un amico che non vedo da molto tempo ma che seguo sui social. Qualche giorno fa ha pubblicato un post sulla laurea appena conseguita e nella didascalia ha scritto una frase del tipo “nessuno mi avrebbe dato 5 lire”, riferendosi a colleghi di corso o magari anche professori. Questa dichiarazione mi ha fatto riflettere: fino a poco tempo fa pensavo fosse scontato dire che “non bisogna mollare mai” ma ora, in virtù anche di esempi come questo, mi sento di consigliare di tenere per sé stessi il proprio desiderio, e di tenerlo stretto, tirando sempre avanti fino all’obiettivo.
Anche io ho avuto una parentesi simile, ma senza ascoltare nessuno, pian piano, sono riuscita a portare a casa le mie soddisfazioni. Certo, però, bisogna fare attenzione: la sicurezza in sé stessi e nei propri mezzi, per questo fine, non deve mancare mai.
In conclusione, se volessi consigliare loro qualcosa da NON fare assolutamente?
Non fidarsi di nessuno, non è tutto oro quello che luccica. Ogni realtà, come ogni ambiente lavorativo, non solo il mio, è un oceano di squali. Inoltre, consiglio di non sfoggiare mai alle persone il proprio desiderio e il proprio successo: questa è una cosa che dovrebbe venire da sé, non bisogna essere condizionati dal giudizio altrui facendo questo percorso, bisogna raggiungere il successo per se stessi. Poi, magari, raggiunto un certo status si può anche pensare di parlare pubblicamente dei propri progressi.
Lorenzo Gentile