L’assenza di calcio nel periodo primaverile ha messo in crisi gran parte degli amanti del calcio che, a causa del lungo stop, si sono dati alla passione della virologia. Dopo un lungo periodo di pausa, il calcio è tornato, prima con la Bundesliga e poi con tutti gli altri campionati fino alla nostra amata Serie A.
Prima dello stop per l’emergenza sanitaria, la Juventus stava cercando di allontanare le varie inseguitrici (Lazio su tutte) dopo aver perso lo scontro diretto con la formazione biancoceleste.
Alla ripresa la situazione è rimasta la stessa ma è cambiata l’attitudine delle varie squadre: la rosa corta della Lazio si è fatta sentire ed i ragazzi di Inzaghi hanno ceduto, l’Inter ha compiuto fin tropi passi falsi guardando la classifica finale, l’Atalanta ha continuato a macinare goal come in tutta la stagione e la Juventus, anche se con qualche sbavatura di troppo, l’ha spuntata per il nono anno consecutivo.
Sarri, le critiche e la Juventus che verrà
Proprio la squadra allenata da Sarri ha intrapreso un grandissimo cambiamento scommettendo su uno stile di gioco del tutto diverso rispetto a quanto ci hanno mostrato negli ultimi anni.
La mano dell’allenatore si è vista principalmente nella seconda parte del campionato, quando giocatori come Dybala, Rabiot e De Ligt hanno iniziato ad assimilare quel tipo di gioco.
Se nel gioco qualcosa è cambiato, i risultati non hanno dato le stesse risposte: molte le vittorie con un solo gol di scarto e nel corso del campionato sono stati corsi troppi rischi.
All’insegna dell’azzardo anche gli ottavi di Champions League contro il Lione dove, complici gli errori arbitrali, i bianconeri hanno pagato lo scotto di una prestazione sottotono.
Bisogna saper guardare anche ai risultati positivi: vincere per la nona volta consecutiva il campionato non è un’impresa da tutti. Ad ogni modo, la recente ufficializzazione dell’esonero di Sarri e la conseguente notizia della sua sostituzione con Andrea Pirlo sembrano l’epilogo più logico di un rapporto breve e conflittuale. Resta da chiedersi se il successore, che proprio con la maglia della Juventus ha dato tanto, sarà capace di straordinarie imprese anche dalla panchina.
La rinascita dell’Inter
Dopo le sue dichiarazioni a dir poco scottanti, sono nate molte perplessità sulla permanenza di Antonio Conte in nerazzurro. Non sembra però che la questione influisca sull’operato dell’ex ct della nazionale italiana come dimostra il raggiungimento della finale di Europa League.
Dopo una buona stagione sorretta dal tandem Lukaku-Lautaro, l’Inter, nonostante alcuni scivoloni clamorosi, è riuscita ad arrivare a un solo punto dalla Juventus campione d’Italia. È pur vero che negli scontri diretti la formazione bianconera si è sempre dimostrata superiore, ma rimanendo concentrato per tutto il campionato, il Biscione avrebbe potuto approfittare di qualche sbandamento della Vecchia Signora per riportare a Milano un titolo che manca da oltre 10 anni.
Se per Conte “la seconda è la prima dei perdenti”, urge operare nel mercato: l’acquisizione a titolo definitivo di Sanchez può essere un buon inizio, ma ora la palla passa all’ad Giuseppe Marotta.
Atalanta fenomenale!
Ormai non si hanno più parole per questa squadra: 98 i goal messi a segno in questa stagione, 9 punti in più rispetto all’anno scorso, terzo posto in classifica come nella scorsa stagione. Questo risultato straordinario quasi non sorprende, semmai conferma la solidità e la continuità del progetto della Dea. La rinnovata qualificazione in Champions League per la città con meno abitanti nella massima competizione europea è un vanto.
Per quanto riguarda la Champions di quest’anno, la squadra bergamasca ha compiuto l’ennesimo miracolo, approdando ai quarti di finale. La sfida con il PSG che ha tutte le carte in regola per diventare un incontro storico per la città e per l’Italia intera nonché il coronamento di anni di duro lavoro e prestazioni ottime; dopo un periodo del genere, Bergamo si merita questo ed altro.
In attesa della partita in UCL, il presidente Percassi si è messo già all’opera per assicurarsi i migliori talenti tenendosi stretto quelli che ha già, in accordo con la filosofia di mercato che ha contraddistinto la compagine lombarda in questi anni.
Ritorno in Europa per i biancocelesti
Finalmente si ritorna in Champions League! A questa grande soddisfazione per la Lazio, però, si accompagna anche il rimorso per un quarto posto che sta un po’ stretto ai ragazzi di Inzaghi. D’altra parte, i giocatori di Inzaghi hanno sofferto in modo particolare la pausa primaverile: prima del lockdown, un solo punto divideva la formazione biancoceleste dalla Juventus, mentre nella classifica finale il divario è salito a cinque punti. Si potrebbero individuare molteplici cause per questo tracollo: infortuni e prestazioni sottotono principalmente dovute a uno scarico fisico e mentale in cui ha influito anche la panchina corta.
Ma, al di là del traguardo mancato, resta che la Lazio ha fatto una grandissima stagione trascinata dall’energia di un ottimo Ciro Immobile, peraltro fresco di vittoria della prestigiosa Scarpa d’Oro.
Evitare le competizioni internazionali ha dato i suoi frutti, ma adesso non è più possibile: se la Lazio si vuole affermare anche in campo europeo, dovrà mettersi in gioco.
Ecco allora che entra in scena Igli Tare, pronto a piazzare qualche colpo dei suoi per dare a mister Inzaghi ampia scelta.
L’altalena della Roma
Passando al capitolo Europa League, non si può giudicare sufficiente la stagione della Roma: troppi pezzi persi per strada e troppe amnesie d’identità. Gli alti e i bassi hanno sempre condizionato la stagione dei giallorossi che non sono mai stati veramente in corsa per un posto in Champions, almeno per quanto mostrato in campo.
Il lavoro di Fonseca si è visto ed è ciò che i tifosi si aspettavano; ma, proprio come per la Juventus, è stato un cambiamento troppo radicale perché i giocatori assimilassero la nuova filosofia di gioco. Ci vuole tempo per abituarsi alle strategie del portoghese, e gli 8 risultati utili consecutivi nelle ultime 8 partite ne sono la prova, nonostante la brutta sconfitta rimediata contro il Siviglia negli ottavi di UEL. Vedremo nella prossima stagione come si comporterà la squadra, con l’avvento della nuova proprietà ed un ingente ampliamento di capitale.
Il Milan dalle due facce
La prima parte di stagione disastrosa ha precluso alle squadre di Pioli di puntare ad un piazzamento più elevato del blando sesto posto ottenuto. Peraltro, Sarà stato l’arrivo di Ibracadabra, sarà stato il lavoro di Pioli, ma il Milan post lockdown ci ha fatto divertire un bel po’. Erano anni che non si vedevano i rossoneri così in forma e con questo tipo di spirito che li ha portati a sfiorare l’accesso diretto all’Europa League.
Con la rinascita dei vari Rebić, Çalhanoğlu, Kessié, e le conferme di Pioli e Zlatan danno fiducia al Diavolo, che può far bene sia nel prossimo campionato che in campo europeo. Servirà qualche puntellamento qua e là, ma i rossoneri hanno una solida base da cui ripartire.
L’enigma Napoli
Ultimo ma non meno importante c’è il Napoli, la squadra più misteriosa di tutto il campionato. Il tracollo con Ancelotti prima e la rinascita con Gattuso poi sono il riassunto perfetto della stagione a dir poco strana della formazione partenopea. Con la vittoria della Coppa Italia ai danni della Juventus, il Napoli è riuscito ad assicurarsi l’approdo diretto in Europa League senza passare per gli insidiosi preliminari.
Ora che i giocatori si sono messi alle spalle questa stagione salvata in exstremis, la squadra ha sfiorato l’impresa nel match contro il Barcellona, valido per gli ottavi di finale di Champions League.
Menzioni Onorevoli: lo spumeggiante Sassuolo ed il pragmatico Hellas Verona
Bisogna fare una menzione onorevole per le due formazioni terminate rispettivamente al settimo ed all’ottavo posto: Sassuolo ed Hellas Verona. La formazione neroverde fa parte di quelle squadre che dopo la ripresa hanno dato il meglio di sé affidandosi ad una panchina solida (costituita non solo dai giocatori ma da un De Zerbi che si sta affermando sempre di più) ed efficiente puntando su qualche giocatore sconosciuto come i vari Haraslin e Raspadori, senza dimenticare il tridente d’attacco micidiale Berardi-Caputo-Boga.
Hellas, invece, a differenza degli emiliani, ha fatto vedere tante cose buone prima della sosta. Sono stati tanti i giovani esplosi, da Pessina ad Ambrabat, da Kumbulla a Silvestri, coadiuvati dal mister Jurić che ha dato una grande impronta a questa squadra pronta a sorprenderci anche nel prossimo anno.
Filippo Rocchi