
Se facessimo un’indagine mirata ad analizzare lo stato d’animo con cui gli italiani hanno vissuto la quarantena, probabilmente ci troveremmo di fronte a noia, ansia e preoccupazione: i giorni scanditi dagli annunci al telegiornale, l’inarrestabile aumento dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva, la paura per i propri cari e per sé stessi, la lontananza.
Notizie confuse
Durante tutto questo tempo in pochi hanno parlato dell’incertezza, del disorientamento e della frustrazione che la diffusione continua di fake news ha provocato: la contagiosità degli animali domestici, i controlli casa per casa e la diffusione di kit per lo screening a domicilio, sono solo alcune delle bufale che il Ministero della Salute ha dovuto smentire negli scorsi mesi.
Insomma, tra quello che è stato definito lo “scontro dei camici bianchi” e la continua distorsione delle notizie, gli italiani sono stati bombardati da informazioni contrastanti, senza essere in grado di dar forma a una realtà che pareva immobile e mutevole al contempo. La comunità scientifica si è infatti fin da subito divisa in merito alla pericolosità e alla contagiosità del virus, aumentando tensione e insicurezza; nonostante siano passati mesi dall’inizio dell’emergenza, ancora oggi persiste il caos.
Lo scorso 27 luglio in Senato si è tenuto un convegno organizzato dal leghista Armando Siri. Nelle sale di Palazzo Madama si sono alternati numerosi personaggi di rilievo, dal critico d’arte e deputato Vittorio Sgarbi al leader della Lega Matteo Salvini, dal tenore di fama internazionale Andrea Bocelli al dottor Alberto Zangrillo, e tanti altri.
Uno Sgarbi contraddittorio
Il primo a intervenire è stato proprio Sgarbi, che ha fin da subito espresso la volontà di fornire ai cittadini un “manifesto della verità” intesa come “verità medica”, costruita sulla base del sapere di professionisti come Alberto Zangrillo, Michele Tarro, Matteo Bassetti e Massimo Clementi.
Nonostante l’intento nobile e ambizioso, il discorso del deputato è stato tutt’altro che coerente con i pareri dei medici da lui stesso nominati e con i dati forniti quotidianamente dalla protezione civile; secondo Sgarbi, infatti, non solo da ben due mesi in Italia non ci sarebbero morti per Coronavirus, ma il lockdown sarebbe stato completamente inutile ai fini del contenimento dei contagi.
Eppure questo contraddice quanto affermato dal dott. Zangrillo il mese scorso in un’intervista a “Non è l’arena”, secondo il quale “la quarantena è servita, dovevamo farla”.
Critiche a Bocelli
A fare estremo scalpore, poi, sono state le parole del tenore Andrea Bocelli, i cui toni hanno suscitato forti critiche. L’artista a inizio marzo aveva contratto il virus e contagiato la famiglia e, appena uscita la notizia, aveva dichiarato di non aver voluto divulgare il fatto per rispetto nei confronti di chi non era stato altrettanto fortunato. Una volta guarito il tenore si era subito fatto avanti per partecipare allo studio sulla cura del Coronavirus.
Tutto ciò, però, stona con le recenti affermazioni fatte in Senato: ascoltando le sue parole, infatti, si coglie chiaramente il dubbio e lo scetticismo nei confronti della gravità della situazione. “Il tempo passava e grazie a Dio non conoscevo nessuno che fosse finito in terapia intensiva”,sono le parole che forse hanno scosso di più la società civile, oltre all’ammissione di avere occasionalmente disobbedito ai decreti perché “offeso e umiliato dalla privazione della libertà di uscire di casa”.
Il discorso ha generato una grande ondata di critiche sui social, ma la replica dell’artista non si è fatta attendere: con un video pubblicato su Facebook il 30 luglio ha chiesto scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle sue parole, ammettendo di non essersi espresso in modo particolarmente felice.
Come dargli torto? Non ci resta che apprezzare il suo passo indietro, sperando in futuro in dichiarazioni più ponderate.
L’azzardo di Salvini
Non si è poi fatto attendere il parere di Matteo Salvini, il quale ha affermato tranquillamente di non indossare più la mascherina e di salutare stringendo la mano perché “il saluto col gomito è la fine della specie umana”.
Sarebbe sbagliato negare l’esponenziale miglioramento della curva dei contagi, ma non è forse altrettanto sbagliato ignorare il parere di medici come Zangrillo, Bassetti o Clementi, che continuano ad insistere sulla necessità dell’uso della mascherina? Quale eco può avere una tale presa di posizione da parte di un esponente politico con un seguito come il suo?
Convegno negazionista?
In breve, il convegno additato ad oggi come “negazionista” pecca in realtà di contraddizioni e ritrattazioni che non fanno altro che aggiungere incertezza all’incertezza e di cui, quindi, non abbiamo affatto bisogno; servirebbe piuttosto comprendere che l’allarmismo è inutile tanto quanto l’ottimismo cieco e incosciente.
Ma come possiamo difenderci dalle fake news? In un mondo in cui la comunicazione e la condivisione sono istantanee, il solo modo per combattere la disinformazione è la verifica. Appurare la veridicità delle notizie, informarsi confrontando fonti diverse, attenersi ai dati pubblicati dai siti ufficiali e, soprattutto, cercare di formare un pensiero critico esclusivamente proprio e libero.
Francesca Anigoni