Cultura

Tolkien e “The Lord of the Rings” – Come nacque l’High Fantasy

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L’high fantasy, o epic fantasy, è senza dubbio la branca più famosa dell’omonima corrente narrativa. Le eroiche vicende sono spesso ambientate in un universo parallelo, in un mondo talvolta ispirato a miti e leggende popolari. È qui che vivono uomini ed elfi, nani e maghi, e non è raro che il destino di questa terra sia in pericolo a causa di una forza oscura. Le descrizioni accurate, gli scenari maestosi e le battaglie campali non possono che rimanere impressi nella mente del lettore.

È strano pensare che un genere a dir poco rivoluzionario come questo sia nato attorno a un focolare, nei locali della “The Bird and Baby“, la taverna preferita dagli Inklings per bere birra e fumare la pipa. E, soprattutto, per dibattere sulla lettura dei loro scritti giornalieri.

Dal TCBS alla Grande Guerra

Alla morte della madre, nel 1904, il giovane John Ronald Reuel Tolkien viene affidato, assieme al fratello Arthur, a Padre Francis Morgan, loro tutore legale. Il ragazzo si inserisce così nel mondo dell’aristocrazia inglese e inizia a frequentare la prestigiosa King Edward’s School, a Birmingham. È qui che conosce Geoffrey Bache Smith, Robert Gilson e Christopher Wiseman, tre brillanti studenti con i quali scopre di condividere un’innata passione per i libri. I quattro diventano subito amici inseparabili e nel 1911 fondano un gruppo di discussione letteraria. Il TCBS, Tea Club and Barrovian Society. Il nome prende spunto dai grandi magazzini Barrow’s, il luogo preferito dalla società per letture e dibattiti vari.

Il legame che unisce i quattro barroviani rimane saldo per anni, anche dopo il college. Tuttavia nel 1915, con l’inizio del primo conflitto mondiale, i giovani si arruolano nell’esercito. Gilson e Smith moriranno nel 1916 durante la Battaglia della Somme. Wiseman sopravvivrà, rimanendo però fortemente traumatizzato. E Tolkien, ritrovatosi di fronte al più grande conflitto mai combattuto fino a quel momento, troverà nelle trincee l’ispirazione. Nella sua mente prenderà per la prima volta forma la lotta tra il Bene (ai suoi occhi, le forze della Triplice Intesa) e il Male (gli Imperi Centrali).

C. S. Lewis: più di una semplice amicizia

Pochi anni dopo il ritorno in patria, Ronald fa conoscenza con Clive Staples Lewis, allora docente di Lingua e Letteratura Inglese presso il Magdalen College di Oxford. Dopo un iniziale stato di antipatia, Lewis entra a far parte dei Kolbitar, il nuovo club di Tolkien. Agli incontri, i due dibattono apertamente gli scritti l’uno dell’altro, e ben presto sboccia un’intensa relazione di amicizia e rivalità reciproca, destinata a fortificarsi negli anni a venire.

Ad esempio nel 1937, con la pubblicazione dell’opera prima di narrativa di Tolkien. Lo Hobbit. Il romanzo è subito ben accolto dal grande pubblico. La scrittura di Tolkien è allo stesso tempo antica e innovativa, e il mondo “secondario” da lui creato, la Terra di Mezzo, suscita non poca curiosità nei lettori. Cosicché, attorno allo stesso Hobbit l’autore sviluppa un intero universo letterario, meglio conosciuto come Arda. E in questo mondo Tolkien non fa prendere vita solo ai suoi personaggi, ma anche alle sue lingue. Lingue complete di lessico e tempi verbali, che prendono spunto dal greco, dal gallese e dal finnico antico. Lingue inventate da Tolkien medesimo, che fin da piccolo coltiva questa straordinaria passione.

Nel 1950 esce Il leone, la strega e l’armadio, il primo capitolo della celeberrima saga di Lewis: Le Cronache di Narnia. La fama di Clive inizia pian piano ad eclissare quella di Tolkien, e con il successo vengono fuori anche le prime crepe nascoste della loro amicizia. Nel frattempo, i Kolbitar si evolvono per la seconda volta, trasformandosi negli Inklings. Alla lettera “Gli Scarabocchiatori”, un nome scherzoso ma che riassume appieno lo scopo di tutti i club di matrice tolkieniana. Commentare scritti di prima mano, “scarabocchi” su carta, e migliorarli il più possibile, attraverso consigli e suggerimenti.

L’inizio di una Nuova Era

Il 29 luglio 1954, dopo più di quindici anni di revisioni, Tolkien decide di pubblicare Il signore degli anelli, la sua opera maestra. La data segna una tappa fondamentale nella storia della letteratura. Ma, non a caso, Ronald si avventura in un genere narrativo quasi del tutto inesplorato. A suo parere, la maggior parte delle opere post-medievali erano pressoché insignificanti; pensiero che condivideva anche con Lewis. Quest’ultimo infatti, in una lettera indirizzata all’amico, afferma: “Se non scriveranno i tipi di libri che vogliamo leggere, dovremo scriverli noi stessi”.

Nel complesso, sono quindi numerosi i fattori che hanno influenzano Tolkien durante la scrittura del suo libro, non ultima la sua profonda fede cristiana cattolica. Ma è soprattutto la sua amicizia con Lewis e il sostegno degli Inklings a costruire le basi della Compagnia dell’Anello. Nove improvvisati avventurieri, appartenenti a razze diverse della Terra di Mezzo. Nove estranei, sospettosi l’uno dell’altro. Ma che, nonostante tutto, al momento del bisogno hanno saputo dimostrare che l’amicizia è più forte di qualunque esercito di orchi e di qualunque Anello del Potere.

Michele Garavelli

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