Cronaca

L’ultimo lieto fine

Lieto fine

Le notizie di cronaca che sentiamo ogni giorno sembrano volerci convincere che l’unica strada possibile sia quella della paura, che i muri vadano alzati e le porte sbarrate. Il mondo vuole isolarsi, isolarci e chiuderci in una bolla di certezze assolute e dogmi inalterabili. Noi allora cerchiamo di costruire un’altra realtà, raduniamoci attorno al caldo di un camino e, come in tempi ormai lontani, esorcizziamo il male con delle favole, Storie contro la paura.


Andrà tutto bene

Un disegno per affrontare questi tempi bui.

Non è in fondo quello che ci ripetiamo tutti in questi giorni disperati? Andrà tutto bene. Certo, andrà tutto bene, semplicemente perché non potrebbe andare diversamente. Siamo chiusi in casa ormai da quasi due settimane, usciamo solo per andare a fare la spesa, quando la dispensa grida vendetta e finisce anche l’ultimo pacco di pasta, e per buttare la spazzatura, così belli con le mascherine sui volti, con i guanti che coprono per bene le mani e mille sacchi neri in pugno.

A forza di cucinare dolci abbiamo esaurito le scorte di farina e zucchero – e quelle non si esauriscono mai – e preso almeno dieci chili in più. La pila di libri che da anni ammuffiva sotto un consistente strato di polvere sul nostro comodino si è vertiginosamente dimezzata, il catalogo di Netflix non sembra più così tanto vasto e i pavimenti di casa sono stati lustrati almeno tre volte a settimana. E comunque l’unica cosa che sappiamo è che andrà tutto bene.

Cercando un lieto fine

Pensava questo probabilmente il piccolo Diego Schirru, della scuola media di Ortueri, in provincia di Nuoro. Quando l’insegnante gli ha dato per compito la realizzazione di una filastrocca legata all’attualità, non avuto alcun dubbio e ha scelto come tema il Coronavirus. Il testo, leggero e divertente come solo lo scritto di un bambino può essere, si intitola Etciù e ci restituisce un barlume di speranza, la speranza di credere ancora una volta che tutto si risolverà in uno splendido lieto fine.

Basta uno starnuto e tutti scappan via. / Un bacio o una carezza e tutti in farmacia. / Ti chiamano corona ma tu non sei un re, / sei un virus prepotente che non vale un granché. / Dicevano ‘in Sardegna non arriverà’ / e invece, guarda un po’, eccoti qua! / Fai un po’ paura ma forse non sai / che lotteremo finché non sparirai. / E anche se non è più carnevale / una mascherina dobbiamo indossare. / Pensiamo all’igiene e ci laviam le mani / e cerchiamo anche di stare lontani. / Facciamo di tutto per non farci acchiappare / e tu, virus, non riuscirai a infettare. / La nostra Italia si salverà / e un bel lieto fine ci sarà“.

Prima metà della filastrocca di Diego.

Certo, non basta una filastrocca a riportare il conforto nei cuori degli italiani travolti dal virus, ma potrebbe essere sufficiente a illuminare questo buio con un poco di speranza e una risata sincera. Sarebbe già una vittoria. Nel frattempo, sussurriamocelo di notte questo lieto fine, mentre calano le ombre e ancora non sappiamo se il cono di luce che si intravede in lontananza è l’alba che ci salva o un treno che deraglia: coraggio, andrà tutto bene.

Lorenzo Bezzi

(In copertina Green Chameleon da Unsplash)


L’ultimo lieto fine è il quarto articolo di Storie contro la paura, una rubrica di Lorenzo Bezzi.


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