
Giornali, televisione, social network. Ogni giorno siamo bombardati da informazioni e notizie, molte delle quali non riusciamo a comprendere pienamente. Se solo ci fosse qualcuno, un Professore più sapiente di noi, a cui rivolgere i nostri interrogativi e con cui condividere le nostre riflessioni.

Controllo e sicurezza
Cina. 30 giugno 2020. Il Comitato Permanente dell’Assemblea nazionale del popolo approva la nuova legge sulla sicurezza nazionale per la regione amministrativa speciale cinese di Hong Kong. Ne ha sentito parlare, Professore? Il provvedimento, entrato in vigore il giorno successivo, è stato pensato per prevenire e combattere atti di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con Paesi stranieri. Dal primo luglio sono considerati reati punibili con pene fino all’ergastolo.
La Cina si preoccupa per la sua regione autonoma, Professore. Se ne preoccupa tanto da farsi carico delle più sensibili questioni della sicurezza nazionale del Paese, che diventano ora competenze esclusive cinesi grazie all’istituzione di un Ufficio apposito. Anzi, se ne preoccupa a tal punto da mettere in atto la nuova legge dal primo giorno in cui entra in vigore, che coincide con il ventitreesimo anniversario della cessione di Hong Kong alla Cina da parte della Gran Bretagna. Il giorno di festeggiamenti ha visto centinaia di arresti.
Davanti alla democrazia in pericolo
“È la fine di Hong Kong come il mondo la conosceva”, dichiara Joshua Wong, uno dei leader delle proteste del 2014 e del 2019, rassegnando le sue dimissioni da segretario del partito Demosisto. Il gruppo politico pro democrazia fondato da attivisti studenteschi si scioglie poco dopo l’approvazione della legge, “date le circostanze”. Quali circostanze, Professore? Quelle che permettono a un paese come la Cina di mettere finalmente mano alla tanto agognata Hong Kong e avere la libertà di farci quello che vuole?
Il resto del mondo non è certo rimasto indifferente davanti a una tale minaccia alla democrazia e alla libertà di opinione. Da Bruxelles alla Casa Bianca, sono in molti a condannare la legge sulla sicurezza. Si deve fare di più per impedire una tale violazione delle libertà, bisogna proteggere i cittadini di Hong Kong e tutelarne i diritti. Mi scusi Professore, l’Occidente non è forse la culla e la patria della democrazia?
Dall’antica Atene, alla costituzione americana, fino ai politologi del secolo scorso, l’Occidente ha sempre avuto i tratti somatici di una democrazia. E di questo va fiero. Non perde occasione per ribadirlo, per farsi bello davanti ai Paesi che tendono nella direzione contraria rispetto a quella democratica. Si indigna, condanna, minaccia. Ma, Professore, davanti a una democrazia in pericolo, ha mai avuto anche il coraggio di agire?
Clarice Agostini
La fine di Hong Kong è il ventiquattresimo articolo di Mi scusi Professore, una rubrica di Clarice Agostini.
Per approfondire, una bussola per capire le proteste di Hong Kong: