In questa serie di articoli racconterò delle conferenze organizzate dalla Casa della Conoscenza di Casalecchio per la manifestazione 2020 del Maggio dei libri; questi incontri avvengono mediante le dirette streaming del canale Youtube della Casa della Conoscenza, e le date sono giovedì 14, venerdì 15, giovedì 21 e martedì 26 maggio.
In questo secondo incontro, venerdì 15 maggio nella Sala Polivalente della Casa della Conoscenza, è stato presentato Primavera. La stagione inquieta (Il Mulino, 2020) di Alessandro Vanoli, con Simona Pinelli, Assessora alla Cultura, Politiche Giovanili, Turismo e Marketing territoriali del comune di Casalecchio.
Un libro particolare
Dopo una breve presentazione dell’autore – storico, commediografo, drammaturgo, curatore di mostre, specializzato nel rapporto tra Cristianità e Islam – si passa a introdurre il libro, secondo di una serie che è iniziata con Inverno e che proseguirà con Autunno, attualmente in scrittura.
Si tratta di un’opera particolare perché, come definito dall’assessora, più cinematografica che letteraria: un insieme di riflessioni sui temi più disparati connessi a questa stagione, anziché un approfondimento unico forse un po’ snob e limitato al contesto primaverile.
Già il sottotitolo offre un’idea ambigua, di stagione di mezzo, piena di opportunità ma anche di nostalgia, per chi ha ormai “una certa età” e pensa alla primavera come al periodo della giovinezza, un tempo lontano e, spesso, irrecuperabile. Primavera è anche questo, un rinnovamento, l’inquietudine di un passaggio, in un certo senso l’attesa e il desiderio di quella metamorfosi che trasforma il bruco in crisalide. E che ci fa diventare grandi.
Pellegrinaggi, vita e poesia
Si prosegue nell’intervista con un gioco: in un sacchettino sono contenuti dei foglietti contenenti dei macro-temi, che l’autore deve pescare e quindi approfondire in relazione al libro. Il primo reca la scritta pellegrinaggi: difatti la primavera era, e in parte rappresenta ancora oggi. la stagione dei pellegrinaggi, per il semplice fatto che il clima lo consente.
Ma questo, nell’epoca di Boccaccio e Chaucer, la rendeva anche un’esperienza pervasiva, in cui si apprezzano e si toccano con mano i cambiamenti del clima e della vita che comincia a sbocciare. Il secondo tema è età della vita: lo abbiamo già detto, una riflessione su questa stagione è possibile solo da nostalgici, da giovani si è troppo in sintonia con la primavera. Essa era anche la stagione della morte, della caducità degli uomini, che come le foglie cadono, e d’altronde la guerra, come la primavera, è roba da giovani.
E l’idea stessa di gioventù è giovane, poiché “inventata” nel Novecento. Si passa a parlare di poesia, abbondantemente citata nel libro, in relazione a Saffo e, soprattutto, a Leopardi, del quale secondo l’autore, è interessante il filtro con cui fa osservare la realtà al lettore. L’autore rivela il suo rapporto di odio-amore con la poesia, associata alla figura paterna e quindi, come avviene spesso ai giovani, a un rifiuto.
Si chiude questa carrellata di temi parlando di riti e ritualità: Vanoli cita i riti dionisiaci, in onore del dio greco selvaggio e primordiale. Le ritualità, a detta dell’autore, tengono in piedi il mondo, e se si cessava di compierle si entrava in un cattivo rapporto con la divinità. Se trasformassimo la routine in rito vivremmo decisamente tutti meglio.
In conclusione
In conclusione, l’incontro mi piaciuto tantissimo: l’ho trovato interessante, istruttivo, ricco di spunti e, cosa più importante, mi ha fatto venire voglia di leggere il libro. Una conversazione, da entrambe le parti, serena e ironica, mai noiosa o banale. Vi lascio il link alla diretta dell’evento.
Emilia Todaro
(In copertina Primavera, dipinto da Hovhannes Zardaryan nel 1956, Mosca, Galleria Tret’jakov)
Per approfondire, leggi gli altri articoli che Giovani Reporter ha dedicato all’iniziativa Il Maggio dei Libri 2020.
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