Cultura

Beautaly – Alla scoperta di Otranto

Otranto

Di questi tempi il nostro paese ci appare così vuoto e desolato, e le nostre meraviglie storiche artistiche e naturali sembrano lontane, illusorie e impalpabili, immagini di luoghi troppo lontani da vedere. Tuttavia, se oggi non lo si può fare dal vivo, Beautaly vi permette di viaggiare virtualmente, seduti alla vostra scrivania o sul vostro divano, e vi fa assaporare da vicino le bellezze del Bel Paese.
Beautaly

Tra cultura e divertimento

Il Salento è una terra spettacolare e ricca di fascino, un luogo dove la natura, l’azzurro del mare e l’arte si fondono tra loro per dare vita a capolavori unici. Otranto è un simbolo di questa terra. Una città allegra e spensierata, dal colore bianco perlaceo, che si affaccia sul mar Adriatico e che costituisce il punto più orientale del nostro paese. Un piccolo borgo di 6.000 anime, vero e proprio cuore pulsante del Salento insieme a Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Castro e Tricase.

Nata dall’antica Derento della Magna Grecia, nel corso della sua storia ha conosciuto varie dominazioni, dai Messapi ai Romani, dai Bizantini agli Aragonesi, tante civiltà che hanno contribuito ad arricchire la città di capolavori e a trasformarla in un tesoro dell’arte.

Otranto è stata nel corso dei secoli una roccaforte militare, un importante crocevia per il commercio e oggi si è trasformata in una località turistica da favola, nota in tutto il mondo per il suo mare cristallino e per la sua vita notturna. Accanto alle spiagge affollate di giovani e di vacanzieri, svettano i resti di quell’antico passato di splendore, come le chiese e i palazzi medioevali e barocchi.

Il castello aragonese: un luogo intriso di leggenda

Il luogo più famoso della città è il Castello Aragonese, un meraviglioso esempio di architettura militare con quasi mille anni di storia alle spalle. Venne costruito nel 1228 per volere di Federico II di Svevia, ed è costituito da quattro grandi torrioni, vertici di un perimetro a forma pentagonale. Ha assolto per buona parte della sua storia una funzione strettamente difensiva e per questa ragione è stato più volte danneggiato e distrutto dagli invasori. Il suo aspetto attuale risale alla fine del Quattrocento ed è dovuto alla restaurazione voluta da Alfonso I d’Aragona.

Superato l’ampio fossato con il pontile in legno, si entra nel grande cortile del castello e negli ambienti interni, ancora perfettamente conservati. Proprio qui si consumò la vicenda narrata nel romanzo gotico Il Castello di Otranto, pubblicato nel 1764 dello scrittore inglese Horace Walpole. Il racconto è la storia d’amore tra Teodoro e Isabella. Lui è un semplice contadino e lei la figlia del marchese di Vicenza, promessa sposa del signore di Otranto, Manfredi. La donna rifiuta il matrimonio e si rinchiude nel convento, dove conosce Teodoro.

I due si innamorano follemente, ma Manfredi, scoperta la storia, manda il padre della ragazza, il conte Federico, ad uccidere il giovane. Il conte, dopo aver ucciso involontariamente la figlia Matilda, distrutto dal dolore, abdica e permette il matrimonio tra Teodoro e Isabella.

La cattedrale: uno scrigno di storia e fede

Il secondo simbolo della città è la grande cattedrale, dedicata alla Santissima Annunziata, risalente all’XI secolo, meraviglioso esempio del romanico pugliese. La chiesa è stata più volte distrutta nel corso della storia, come nel caso dell’invasione dei Turchi nel 1480.

Buona parte della chiesa è stata ricostruita nel ‘500, dopo le devastazioni, ma al suo interno conserva ancora oggi inestimabili capolavori, come il soffitto, costituito da tavole intarsiate in legno raffiguranti scene della vita di Gesù, della Vergine e dei Santi, e il grande mosaico pavimentale.

Quest’ultimo è il vero capolavoro della basilica, e ritrae scene dell’Antico testamento, come la cacciata dal paradiso, la vicenda di Caino e Abele, il diluvio universale, e dell’Apocalisse di Giovanni, come le rappresentazioni allegoriche delle religioni pagane e il loro annientamento, e il Giudizio Universale.

Piccoli tesori nascosti

Poco lontano dal centro della città si trovano altri luoghi ricchi di fascino. La Chiesa della Madonna dell’Altomare, a strapiombo sul mare; il Monastero di San Nicola di Casole, risalente all’VIII secolo e uno dei più antichi centri culturali in Puglia e in Italia; e le chiese rupestri, piccoli complessi religiosi scavati all’interno della roccia, come la Cripta del Padreterno e le Catacombe ebraiche di San Giovanni.

L’intero litorale otrantino presenta anche degli esempi di architettura civile, come le masserie, le antiche abitazioni dei proprietari terrieri salentini; e militare, come le tante torrette di avvistamento, volute sotto la dominazione angioina per contrastare le frequenti incursioni via mare degli Arabi e degli Ottomani.

Un mare cristallino

Ma il vero cuore pulsante di Otranto e del Salento è rappresentato dalle spiagge, scenari da cartolina che tutto il mondo ci invidia. Una delle più belle è la sicuramente la Baia dei Turchi, chiamata così perché qui, secondo i documenti storici, proprio i turchi sbarcarono per assediare Otranto. Caratterizzata da una sabbia bianca finissima, da un mare cristallino e da bellissimi fondali, è considerata una delle spiagge più belle d’Italia.

Otranto, insieme a Gallipoli, è una delle mete più ambite dai turisti italiani ed europei in Salento, per le sue rinomate discoteche, per i suoi tesori artistici e per le spiagge da favola.

Stefano Maggio

(In copertina fiammingo da Pixabay; nel testo immagini di Arno Senoner e Massimo Virgilio da Unsplash)


Alla scoperta di Otranto è il terzo articolo della serie Beautaly, di Stefano Maggio.

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