Non è facile far passare il tempo, si sa. Vola quando abbiamo troppi impegni, sembra non scorrere mai quando ci annoiamo. A pensarci bene, è proprio il suo passare che detta i nostri ritmi, e in questo periodo di quarantena tutti i nostri ritmi sono improvvisamente venuti a mancare. I giorni si srotolano tutti uguali, il lunedì mattina è identico a una qualsiasi domenica pomeriggio, e nelle nostre menti inizia a venire meno anche la sua cognizione. Per far fronte a tutto questo abbiamo deciso di proporvi una serie di articoli brevi con qualche piccola attività da fare per riempire – speriamo – il vostro tempo e cercare di passarlo in allegria.
A corto di idee
Qualche tempo fa, in occasione del ricordo della morte di Gianni Rodari, girava su Facebook un post che riportava il celeberrimo decalogo dell’autore su come rovinare ai più piccoli il piacere di leggere. Inutile parlare del numero di condivisioni e di like. Peccato però che la dicitura “Nove modi per insegnare ai bambini a odiare la lettura” non escluda che applicare le regole anche sugli adulti sortisca ugualmente successo nella nobile missione – sono pienamente convinta che nemmeno Rodari lo escludesse.
Sembra tuttavia che nessuno ci abbia fatto caso in questi giorni, ormai troppi per lasciare invalicato il Rubicone della sopportazione. Ed ecco che i social si riempiono di consigli di lettura accompagnati dall’invito, ormai un mantra, a restare a casa; ecco che dagli schermi delle TV si affacciano i volti di celebrità che suggeriscono di leggere un libro come se prima mai nessuno l’avesse fatto, come se mai prima loro l’avessero fatto, o peggio come se prima ci fossero state solo cose più importanti da fare. Bandiera bianca. Abbandono già qui il proposito di trattare le varie implicazioni di una simile campagna. Non è questa la sede.
All’inizio ero a corto di idee per l’articolo, perché, nonostante il mio sforzo di convincermi del contrario, anche io come tutti mi sto annoiando a morte. Così avevo pensato di essere banale e consigliare un romanzo, poi ho preferito lasciare l’incarico a Fiorello e ad Amadeus. Tra l’altro, mi è parso di capire che non sono pochi coloro che, seppur voraci in circostanze normali, stanno faticando a toccare libro per l’ansia del periodo. E, per quanto Pennac ci abbia già assolti al comma 3 dei diritti del lettore, conosco fin troppo bene il rimorso che si prova quando si pianta in asso un bel romanzo. Ho quindi intenzione di consigliare due esercizi per imparare a non leggere un libro, e per non-farlo nel modo migliore.
Esercizio 1: ascoltare un libro
Niente conclusioni affrettate. Non sto parlando di audiolibri, troppo facile. Sto parlando di ascoltare un libro, alla lettera – e se ciò implicherà l’uso corollario di altri sensi oltre che l’udito, ben venga. In questo momento ho in mano L’isola di Arturo di Elsa Morante, devo ancora iniziarlo. Prenderete anche voi dalla vostra libreria un romanzo che non avete letto, e mi seguirete in tutto quello che farò. Io condividerò le mie impressioni, voi trarrete per voi le vostre.
Nel concreto
- Pongo il palmo della destra aperto sulla copertina, strofino – rumore di tende scostate. Mi fermo, tamburello con le dita. Dal fondo della bibliografia sale su un ritmo sordo.
- Passo rapidamente l’indice lungo i quattro bordi anteriori, chiudo gli occhi e immagino di avere un tagliacarte, sento il fischio dell’attrito.
- Afferro a piene mani il volume, tenendolo stretto sui due lati lunghi, e con una leggera pressione faccio oscillare avanti e indietro l’interno del libro. Ne esce un crepitio avvolgente, denso.
- Faccio scorrere le varie pagine a velocità differenti, se immergo il naso in mezzo, al fruscio di vento, si aggiunge l’odore di una notte d’estate, passata insonne.
- Volto le pagine una a una, facendo scorrere l’indice sul retro prima di girare facciata. Potrebbe essere il rumore di una carezza, se le carezze producessero un rumore.
L’importante, ovviamente, è non cedere alla tentazione di aprire il libro nel bel mezzo dell’esperimento.
Esercizio 2: incipit
Il secondo esercizio prevede invece la lettura. Anche in questo caso, non c’è fretta: non dovrete leggere il vostro nuovo romanzo, ma solo l’incipit, fino al primo punto dopo la pagina d’inizio. Poi chiuderete il libro e vi riproporrete di non leggerlo fino alla fine della quarantena – in altre parole, vi rimetterete nelle mani della sorte, o del virus, o di Conte, fate voi. Se però la sfida non vi sembra abbastanza intrigante e preferite giocare con il fuoco, ve ne propongo altre due versioni.
- Leggete l’incipit, ma non tutto in una volta: una frase al giorno, niente più niente meno.
- Non leggete un incipit, ma tanti. Al proposito, vi segnalo un libro che altro non è che un’enorme raccolta di incipit: AA.VV., Incipit. 2001 modi per iniziare un romanzo, Skira, 2018, Milano.
Avvertenze
Spero che i miei esercizi vi siano d’aiuto, o che perlomeno vi sembrino meno noiosi di una noiosa lettura. In ogni caso, mi raccomando, non leggete. Ma non avete bisogno che ve lo dica. D’altronde non vi piace leggere, non vi è mai piaciuto, neanche un po’. Perché costringersi? Tempo perso. Adesso scusatemi, devo iniziare L’isola di Arturo – il fatto che vi abbia dato due esercizi non significa che li debba applicare anche io.
Se tra un esperimento e l’altro doveste avvertire prurito, nausea, convulsioni o simili sintomi da astinenza dalla pagina, leggete i precedenti articoli di Passare il tempo in quarantena – qualche distrazione potrebbe procurarvi sollievo. E un’ultima cosa. Ve l’ho già detta per caso? Non leggete.
Elisa Ciofini
(In copertina Joel Muniz on Unsplash)
Come non leggere un libro è il terzo articolo della serie Passare il tempo in quarantena.