Oggi lo sport è in lockdown. L’emergenza Coronavirus ha determinato il rinvio o la fine dei campionati di tutte le attività sportive, in un momento delicato della stagione di ogni atleta. E, mentre il Comitato Olimpico ha deciso di rinviare i Giochi di Tokyo 2020, restano le incertezze riguardo a una prossima riapertura.
L’emergenza Coronavirus ha colpito anche il mondo dello sport, costringendo ad applicare contromisure immediate, che hanno inevitabilmente cambiato il regolare svolgimento delle manifestazioni sportive.
Le norme per calcio e basket
I campionati sportivi più importanti, in modalità e tempi differenti ed adeguandosi alle disposizioni governative, hanno tutti risposto alle criticità causate dal virus.
Per quanto riguarda il calcio, ad esempio, la quasi totalità dei campionati di tutto il mondo è sospesa o addirittura terminata, come nel caso del campionato belga in cui il Bruges, prima squadra in classifica, ha conquistato il titolo. In campo internazionale, la UEFA è stata costretta a rinviare anche l’edizione degli Europei di Calcio 2020 soprattutto a causa della sua natura itinerante. Da segnalare anche i casi di Covid–19 nel mondo del calcio, tra cui quello di Paulo Dybala, stella della Juventus, o di Kenny Dalglish, leggenda del Liverpool, che hanno fortunatamente superato la malattia.
Nel Basket, la situazione non è differente. L’NBA, dopo la positività al virus di alcuni dei suoi giocatori e numerose polemiche (caso Rudy Gobert), ha deciso di sospendere le partite; seguita anche dalle rimanenti leghe europee e non della pallacanestro.
Gli altri sport
Soffrono anche i motori. Formula 1 e MotoGP hanno dovuto rimandare i propri gran premi a data da destinarsi.Tutto fermo anche per quanto riguarda la pallavolo con, in particolare per l’Italia, Superlega, A2 e A3 sospese, e il rugby dove il Sei Nazioni (uno dei tornei più importanti di questo sport) è stato rinviato in via precauzionale.
Da riportare anche il rinvio di un anno delle Olimpiadi che si sarebbero dovute tenere a Tokyo, decisione alquanto sofferta data l’importanza della manifestazione, ma che ci fa capire la portata di questa emergenza. Non mancano tuttavia le eccezioni, come per esempio quella della Bielorussia, dove alcuni sport continuano ad essere praticati – è il caso del calcio e dell’hockey – e secondo il Presidente Lukashenko il Coronavirus sarebbe solo una banale psicosi.
I danni della sospensione forzata
I danni più ingenti dell’emergenza, nel caso del mondo dello sport, sono quelli economici. Intere associazioni sportive, infatti, rischiano il fallimento. È stato stimato che la sola Serie A potrebbe perdere fino a 600 milioni a causa dei mancati introiti (diritti TV, rimborsi abbonamenti e incassi al botteghino) dovuti alle restrizioni.
Non fa eccezione il resto degli altri sport professionistici. Atleti e società, con tagli di stipendi e misure di contenimento quali donazioni o iniziative di sostentamento stanno provando ad appianare l’impatto finanziario che questo stop sta causando. È evidente però che, nonostante queste riduzioni, la ripresa economica per alcune associazioni sportive sarà lenta e tortuosa, ed è probabile che vedremo scomparire qualche società sportiva.
Ai già tanti quesiti che questa situazione pone, si aggiungono le polemiche relative alla ripartenza anticipata dello sport: chi vuole riprendere nuovamente, sostenendo che costituirebbe una piccola distrazione per gli appassionati, regalando qualche ora di spensieratezza. Inoltre, ulteriori giorni di fermo significherebbero altrettante perdite a livello economico per le società coinvolte.
D’altra parte c’è chi, invece, facendo prevalere il buon senso, vuole perseguire la linea della sicurezza e sostiene l’idea dello stop mettendo la salute di tutti gli addetti ai lavori al primo posto rispetto alle esigenze economiche.
Possibili ripercussioni del post-Coronavirus
Che ripercussioni avrà tutto questo sul futuro prossimo dello sport? Cosa si potrebbe fare per ripartire? Sono le grandi domande che appassionati e addetti ai lavori si pongono in questo incerto periodo di stop.
Innanzitutto, quando lo sport ripartirà, ci si dovrà abituare a manifestazioni sportive a porte chiuse, come già è accaduto in alcuni ambiti. Se si dovessero aprire le manifestazioni al pubblico, si discute anche della possibilità di misurare la temperatura corporea e di rendere obbligatorio l’uso di guanti e mascherine all’entrata di stadi e palazzetti.
Si dovrà, inoltre, rispettare la distanza di sicurezza, norma che probabilmente farà ridurre le capacità di capienza delle sedi degli eventi. E per quanto riguarda gli atleti? La situazione non cambia: misurazione della temperatura prima delle gare e uso di protezioni sanitarie sembrano la via più sicura per la prevenzione. Assai più complicato è, invece, il discorso relativo al rispetto della distanza di sicurezza negli sport di contatto; sicuramente si cercherà di ridurre al minimo le interazioni tra atleti, staff e tifosi, nella speranza che possa aiutare a ridurre il contagio.
Vincenzo Gioioso