
Alla scoperta della bellezza che si cela nel mondo, nascosta nelle sue pieghe più recondite o esposta come un trofeo in bella vista e per questo spesso ignorata. C’è tanta bellezza nel mondo, bisogna solo saperla trovare.
La bellezza nella quotidianità
C’è così tanta bellezza nel mondo. Basti pensare a ciò che ci accoglie ogni mattina quando ci affacciamo alla finestra, e a tutte le piccole azioni che compongono la nostra giornata. Ci sono luoghi belli per definizione – un parco, per esempio –, e altri in cui si può trovare una bellezza inaspettata, come i mezzi pubblici o certe fermate dell’autobus tanto significative per noi. Nei bar, nelle biblioteche, nelle aule, nei vicoli seminascosti e per questo così preziosi.
Solo che non la vediamo. Passiamo davanti a tanta sottile grazia e non la riconosciamo. Non siamo abituati a restarne affascinati e ispirati, e a volte, anche se ci sembra di osservare qualcosa con attenzione, quando poi dobbiamo ricordarcene i dettagli, non ci viene in mente nulla.
Non so se capita anche a voi, ma a volte ho la testa offuscata da tanti pensieri diversi, a tal punto che non riesco più a guardare ciò che mi circonda e per quanto perdersi in noi stessi possa essere magnifico, comporta in qualche modo la presenza di un filtro tra noi e la realtà. Perché pensiamo che comunque ci sarà tempo, che in ogni caso passiamo per quei posti ogni giorno. La quotidianità, in cui viviamo assorbiti, assuefatti, senza neanche percepirla.
Lontani dai luoghi del nostro essere
E ce ne rendiamo conto solo quando si interrompe bruscamente, quando non viviamo più i luoghi soliti del nostro essere, quelli che ci caratterizzano, nostro malgrado, e in cui ci manifestiamo. Paradossalmente, ci avviciniamo ai posti quotidiani quando ce ne allontaniamo. Credo sia importante vivere la routine in questo modo, inconsapevoli, proprio per poi godere del fascino del riscoprire, dell’osservare con occhi nuovi, più puerili e vogliosi, il mondo in cui siamo incastonati come individui. Per noi come società globale, la consapevolezza è arrivata ora, con questo coronavirus, che ci ha costretti a tirare fuori libri, puzzle e manuali di cucina. E, forse, a ripensare al modo in cui prima trascorrevamo le nostre giornate.
Adesso guardo il vialetto a venti metri da casa mia, vicino, così tanto che in cinque minuti potrei uscire, percorrerlo tutto e tornare a casa senza che nessuno si accorga di nulla; eppure lontano. Mi affaccio alla finestra di notte e lo osservo, e anche se fa strano – questa sensazione di lontananza nella vicinanza -, almeno posso dire che, ogni tanto, sono riuscita a risvegliarmi e ad osservarlo davvero, e che quando tutto questo sarà finito sarò pronta a godermi ogni singolo dettaglio perso.
Emilia Todaro
(In copertina una foto scattata dall’autrice)