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Uno spirito ruvido e selvaggio – Intervista agli Apnea

Apnea intervista diamo le nostre speranze ai cani

In questi giorni abbiamo intervistato gli Apnea, una giovane band bresciana formata da Lorenzo Bianchi, Filippo Cordovani, Giovanni Orlando ed Enrico Zanardi che ha pubblicato da poco il mini-album “Diamo le nostre speranze ai cani” (già recensito sul nostro sito). Ripercorriamo le tappe principali della storia del gruppo, approfondendo il loro repertorio dal primo EP “Immaturi” fino ad oggi.


Partiamo dalle presentazioni: Come sono nati gli Apnea?

Giovanni Orlando (Apnea): Nel dicembre 2016 io e Filippo Cordovani, il batterista, eravamo recentemente usciti da un progetto musicale che ci ha visti suonare insieme, e abbiamo deciso di non smettere di farlo: così abbiamo pensato di mettere in piedi un progetto nuovo che nei mesi successivi ha portato all’aggiunta di Enrico Zanardi come cantante e Lorenzo Bianchi come chitarrista. La formazione è nata così, in due step, e non è più cambiata.

Nel 2018, esce il vostro primo EP “Immaturi”, com’è nato?

G.O.: Immaturi è frutto del primo periodo creativo della band. Suonavamo insieme da pochi mesi, ma avevamo già un piccolo repertorio di inediti che volevamo mettere alla prova: pezzi molto vari tra loro e forse disomogenei, il prodotto di un importante periodo di sperimentazione che è servito per trovare un nostro sound. Peraltro, è stato registrato in cameretta da un amico, tutto d’un fiato. Per questo è un disco tanto grezzo e diverso di traccia in traccia: ed è questo che ci piace.

Dopo due anni esce un nuovo album, qual è il cambiamento sostanziale tra Immaturi e Diamo le nostre speranze ai cani?

G.O.: Sicuramente il cambiamento è il frutto dei nostri percorsi diversi, paralleli e convergenti: quattro crescite individuali indipendenti, frutto di studio e ampliamento di ascolti, e messe al servizio del disco. Determinante è però lo spirito con cui abbiamo registrato Diamo le nostre speranze ai cani: abbiamo messo in piedi una produzione vera e propria, con il contributo di un orecchio esterno vigile e senza dubbio fondamentale (quello di Ronnie Amighetti, che ancora ringraziamo), e soprattutto con la determinazione di ciascuno di mettere la propria parte, il proprio strumento, al servizio del singolo pezzo. C’è uno scarto notevole tra quella disomogeneità di Immaturi e l’armonia organica di Diamo le nostre speranze ai cani.

“Diamo le nostre speranze ai cani” è un nome curioso, a cosa fa riferimento?

G.O.: Il nome del disco nasce da una circostanza abbastanza strana: qualche giorno prima dell’inizio delle registrazioni Enrico, principale scrittore nel gruppo, ci ha proposto un pezzo con questo nome. La canzone in sé non ci convinceva molto ma il nome ci ha da subito colpiti e, dovendo dare un titolo al nostro album, quest’idea venne citata in mezzo alle mille che ci frullavano in testa. Dopo non poche discussioni, abbiamo scelto Diamo le nostre speranze ai cani proprio quel titolo che ci aveva incuriositi, per l’aggancio naturale con il nostro doppio singolo (ndr. I tuoi orecchini//Cane) e lo spirito ruvido e un po’ selvaggio dei pezzi che abbiamo partorito.

Cosa volete dire al mondo con questo album?

G.O.: Non pretendiamo di essere portatori di un messaggio umanitario globale. Se lo fossimo stati, forse un album non sarebbe nemmeno stato il modo più adatto. Abbiamo per le mani il prodotto scaturito da quell’enorme carica di energia creativa e musicale che ci ha infestati per mesi, in cui abbiamo incanalato, nelle note e nei testi, qualcuno degli aspetti più significativi delle nostre vite di primo sapore. Questo disco è pura, sincera e autentica condivisione.

Non pretendiamo di essere portatori di un messaggio umanitario globale. Se lo fossimo stati, forse un album non sarebbe nemmeno stato il modo più adatto.

Giovanni Orlando (Apnea)

La traccia preferita?

G.O.: In fatto di gusto ognuno ha la sua: per Enrico è Alveare, per Lorenzo I tuoi orecchini, Giovanni ha un debole per Renoir e Filippo per Notte. Tuttavia, se dovessimo pensare a una canzone che ci rappresenti di più, dal punto di vista di sound, percorso – e, perché no, divertimento nel suonarla – sicuramente quel pezzo sarebbe Notte.

Quali sono le influenze musicali che vi hanno guidato in questi anni?

G.O.: Di fatto, quasi tutti i nostri pezzi hanno un forte nucleo indie-pop, che viene però rimaneggiato in una prospettiva abbastanza costante, vicina al sound dell’alternative rock. Sono tantissimi e diversissimi gli ascolti che in un modo o nell’altro ci hanno influenzato, anche se poi, come impone la chimica della registrazione, magari nel disco non ce n’è una traccia ben percepibile. Sicuramente, uno dei segni più evidenti in questo disco l’ha lasciato l’ultimo disco dei Fast Animals and Slow Kids. Per guardare una realtà più locale – e ugualmente importante, tutti e quattro ci siamo portati dietro in maniera decisiva l’esperienza dei Dunk, la “superband” dei fratelli Giuradei, Luca Ferrari e Carmelo Pipitone.

Quanto bisogna sudare per farsi spazio, emergere nel mondo musicale o anche solo avere qualcuno che creda in un progetto essendo giovani?

G.O.: La dimensione autoprodotta è una realtà bellissima, dalla quale ci sentiamo rappresentati al meglio, e dal punto di vista creativo offre una libertà che per un musicista ha davvero un valore altissimo. Ma allo stesso tempo comporta un forte prezzo da pagare in termini di promozione e distribuzione, e farsi spazio è davvero difficile. Ciò nonostante la scena musicale bresciana è molto ricca e c’è l’opportunità di confrontarsi e supportarsi tra i diversi gruppi.

Nell’ultimo album date le vostre speranze ai cani. Quali sono invece le speranze concrete che nutrite per il futuro?

G.O.: Prima di questa spiacevole situazione eravamo nel pieno della realizzazione di un minitour davvero soddisfacente, che ci avrebbe fatto muovere un bel po’ per il nord Italia. Purtroppo, a fine crisi, di queste date annullate, ne rivedremo assai poche. La nostra speranza è di portare la nostra musica a quante persone possibile e far sì che ciò che scriviamo acquisti un senso nelle vite di tante persone.

Sofia Bettari

(In copertina una foto degli Apnea)


Se le parole degli Apnea ti hanno incuriosito, puoi ascoltare Diamo le nostre speranze ai cani e tutta la loro discografia sui principali canali di streaming digitale (qui il link per Youtube).

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