Condividiamo il comunicato stampa che i ragazzi di Radio C.A.P. hanno scritto in risposta alle accuse che sono state loro rivolte, ancora una volta, da parte di Daniele Aiello e Marco Lisei.
Continuiamo A Parlare
In questi giorni sono state mosse accuse, prive di qualsiasi logica e fondamento, nei confronti del progetto Radio C.A.P., per quanto ci paia assurdo, ancora una volta ci troviamo costretti a giustificare fatti che non meritano alcuna giustificazione e, pertanto, le spiegazioni fornite in questo post saranno le ultime che ci sentiamo in dovere di dare per uno spirito di correttezza che eccede la comune soglia di tolleranza. Quelle che sono state avanzate non sono critiche ma falsa informazione, pura polemica.
E per questo non faremo nomi, perché non daremo ulteriore attenzione a chi non la merita e non ci faremo nuovamente strumentalizzare in modo becero, si è resa comunque necessaria una risposta, la cui forma è stata a lungo discussa fra noi, onde evitare ulteriori spargimenti di notizie false.
La radio e la legalità
Il nome della nostra radio è C.A.P. che sta per: Cominciamo A Parlare. Cominciamo A Parlare di tanti argomenti e tra questi certamente vi è la legalità, ma non è l’unico argomento che ci è dato trattare: non abbiamo un editore e per tanto siamo liberi di fare scelte su cosa trattare e su come farlo. È utile precisare però che la legalità è immanente all’anima della radio come cultura della responsabilità sociale e civile presente in ogni membro del progetto in qualità di cittadino attivo.
Non ha nulla di scabroso l’argomento del sesso né tanto meno hanno nulla di scabroso le modalità con cui è trattato dalle autrici del programma Dirty Talk, che tentano di abbattere con maturità e ironia il concetto bigotto che di sesso se ne possa parlare solo come argomento volgare al famoso “bar della Lola”. Jenny e Bianca realizzeranno un nuovo video sul loro profilo Instagram dove, per l’ennesima volta, spiegheranno in cosa consiste il loro programma e perché è sempre più importante parlare di sesso.
Per quanto riguarda Il Manifesto del Partito Comunista, letto nel corso di alcune puntate del programma Dominio Pubblico, affermare che non sia cultura è una palese dichiarazione di ignoranza, alla luce del fatto che è uno dei testi che ha maggiormente inciso sull’evoluzione della storia contemporanea, e avere coscienza dei suoi contenuti non è certamente un segnale dell’imminente volontà di instaurare un regime comunista. Comunichiamo anche il risentimento di tutti gli autori dei programmi non citati, ben 22, che non si sentono meno rilevanti solo per il fatto che i titoli delle loro puntate sono meno accattivanti, pertanto chiediamo, nel caso in cui sia proprio necessario rinnovare lo sdegno per la radio, di farlo perdendo qualche minuto in più e dando uguale visibilità a tutti.
Per concludere riportiamo un dato di fatto che a quanto pare non è scontato. La radio non trasmette tramite una frequenza ma via web pertanto l’accesso ai contenuti che proponiamo è volontario e consapevole. E ricordiamo anche che da tre settimane tutti i giorni dal lunedì al venerdì sta andando in onda la trasmissione Voci dalla quarantena con l’obiettivo di raccontare i fatti di attualità, intrattenere e approfondire tematiche rilevanti ogni giorno con un ospite diverso.
Bandi e finanziamenti
Per nostra somma tristezza non riceviamo a fondo perduto soldi dal Quartiere Borgo Panigale – Reno. Le nostre attività si basano principalmente sull’autofinanziamento e sui soldi che di nostra tasca all’inizio di ogni anno tiriamo fuori. Abbiamo partecipato a tre bandi di Quartiere per “La cura della comunità e del territorio” in collaborazione con svariati partner. Tutti e tre i bandi li abbiamo legittimamente vinti a seguito di valutazioni effettuate da una commissione tecnica.
I fondi sono stati destinati al pagamento del personale qualificato che si è dato disponibile a organizzare e realizzare laboratori aperti a chiunque fosse interessato a intraprendere un percorso di formazione giornalistica gratuitamente, alla realizzazione di eventi aperti al pubblico di natura musicale (gli eventi contestati di cui dopo si dirà sono stati finanziati da noi) e all’acquisto delle attrezzature minime e necessarie per svolgere le attività che si proponevano.
In poche parole i costi ordinari delle attività che svolgiamo (licenze SIAE e SCF, riqualifica del locale nel quale operiamo e acquisto di nuove attrezzature) sono direttamente sostenuti da noi. Per di più da 2 anni nel solco del “Community lab” offriamo gratuitamente laboratori di web radio a chiunque sia interessato, sfruttando quanto appreso dai laboratori che sono stati finanziati, generando così un circolo virtuoso basato sul lavoro volontario e che non pesa in alcun modo sulle casse pubbliche.
Ricordiamo inoltre che dall’inizio del progetto radio il numero dei membri è aumentato significativamente, accogliendo membri di diverse etnie, età e provenienti non solo dal quartiere ma da diverse aree di Bologna. Riteniamo che questo sia di grande orgoglio per il progetto e una ulteriore affermazione della nostra apertura a chiunque sia interessato a partecipare. Nessuno è costretto a passare un rigido test per valutare i suoi ideali politici prima di poter dare voce ai microfoni.
Per fare chiarezza una volta per tutte noi partecipiamo ai bandi, come qualsiasi realtà che opera nel mondo del sociale, per finanziare attività rivolte a tutti, rispettando le linee guida dettate dallo stesso bando ed entro un periodo determinato nel tempo. Non per sempre. Ricordiamo che a nessuno è impedito di accedere a un bando di Quartiere o Comunale e, pertanto, affermare che a una categoria di giovani sia impedito svolgere attività rivolte alla cittadinanza, (e, vista la voce dalla quale le accuse sono mosse, è opportuno precisare in questo caso non a fini di partito) è una falsità colorata di vittimismo ingiustificato.
Infine ci teniamo a sottolineare, come scritto in ogni progetto presentato per la partecipazione ai singoli bandi, che l’anima della radio è riassumibile in queste parole chiave: “informazione, educazione (promozione di politiche di sviluppo e di uguaglianza all’interno della comunità), sostegno e promozione della libertà d’espressione e d’opinione, della pace e dello sviluppo della democrazia.” Dentro questo novero di obiettivi si muovono tutte le nostre attività e trasmissioni, comprese quelle che per motivi dubbi stanno antipatiche a chi ci accusa.
Eventi e pensiero politico
Anche in questo caso il servizio di “informazione” fatto da chi ci accusa ha una totale parzialità e superficialità, tanto che le affermazioni poste all’inizio del suo monologo, “a me piace parlare delle fonti”, come già ampiamente dimostrato, non fanno che ridicolizzarlo. Detto questo, i due eventi oggetto di critica (unici due citati tra il lungo elenco di eventi da noi organizzati) sono l’incontro pubblico con don Mattia Ferrari, volontario della piattaforma “Mediterranea” e l’incontro pubblico con Giovanni Tizian per presentare il libro inchiesta “Il libro nero della Lega”. Nessuno dei due incontri è stato finanziato con fondi pubblici.
Per quanto riguarda il primo non si tratta di alcuna presa di posizione di carattere partitico ma una lucida affermazione dell’innegabilità della tutela dei diritti umani che non dovrebbero appartenere ad alcuna bandiera politica ai sensi anche di noti articoli del diritto internazionale, quali l’art. 98 UNCLOS, spesso ignorati a fronte di leggi nazionali folli provenienti da governi sia di destra che di sinistra.
Per quanto riguarda il secondo incontro non si tratta, anche in questo caso, di una presa di posizione partitica, ma di informazione. Tutto ciò che è scritto nel libro di Giovanni Tizian e Stefano Vergine è purtroppo vero, come confermato dalle sentenze recentemente emesse che rigettano tutte le querele per diffamazione avanzate dal Carroccio nei confronti del settimanale “l’Espresso”. Ricordiamo anche che nella stessa serata si è parlato del caso “House of Renzi” scoppiato nei giorni appena precedenti l’incontro pubblico.
Per entrambi gli incontri non abbiamo in alcun modo violato lo statuto del centro sociale che all’articolo 4 tra le varie finalità e attività ricomprende: “l’organizzazione e la gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle altre attività di interesse generale di cui all’art. 5 del D.Lgs. 3 luglio 2017 n. 117; l’organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso; promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici.”
Chi prende parte alle attività del centro sociale dunque non deve spogliarsi del suo credo politico in quanto parte della sua sfera di autodeterminazione sociale ed è estremamente riduttivo ricondurre il concetto di politica all’appartenenza a un partito. Noi non siamo iscritti ad un partito ma facciamo politica e continueremo a farla, perché dietro ogni azione di volontariato e di servizio informativo vi è un gesto di natura politica in senso puro. Questo certamente non lo inventiamo noi, basta pensare all’operato di qualsiasi associazione o di qualsiasi testata giornalistica che alla sua base, come è normale che sia, ha il pensiero ideologico dei membri che la compongono.
Ricordiamo che il centro sociale Rosa Marchi, come molti altri centri sociali e orti in altre zone della città, è sede della sezione ANPI di Quartiere, associazione dalla forte connotazione politica ma non per questo contraria ai principi dello statuto. I centri sociali giustamente sono apartitici, ma sarebbe antidemocratico e illegittimo dichiararli luoghi apolitici.
La partecipazione alle attività sociali e la proposta di nuove attività non è impedita a nessuno e pertanto, se vi è tale volontà, noi siamo aperti e disponibili al dialogo in qualità di membri del nucleo direttivo di gestione.
In ultimo, ci teniamo a precisare che l’affermazione di un’idea non equivale all’annientamento di quella opposta, che non abbiamo alcuna intenzione di creare un monopolio di pensiero, che siamo ben felici di vivere in un paese democratico dove vige la pluralità di opinioni e che non siamo un covo di sciamani che indottrinano adepti incoscienti e indifesi. La radio è aperta a tutti, può vederlo chiunque anche solo da quanto il palinsesto sia cambiato nell’ultimo anno con l’ingresso di diverse facce nuove, che non hanno avuto bisogno di essere “di sinistra” o “di destra” per entrare a far parte di questa realtà, ma semplicemente qualcosa da dire e voglia di fare.
Informazione parziale in vista delle Elezioni Regionali
Questo è il punto che più ci ha fatto sorridere. In vista delle elezioni regionali abbiamo chiesto tramite social a un ugual numero di candidati provenienti rispettivamente dallo schieramento di sinistra e da quello di destra di intervenire ai nostri microfoni, la differenza è che alle interviste si sono dati disponibili tutti i candidati di sinistra che abbiamo contattato e che la maggior parte dei candidati di destra da noi contattati, tra cui Marco Lisei, contattato da Giacomo Tarsitano tramite Facebook, non si sono nemmeno degnati di rispondere. Pertanto, prima di accusarci di fare un’informazione squilibrata, controllate le notifiche dei vostri telefoni e computer.
Nella speranza di essere stati il più didascalici possibile e consapevoli che chi ci accusa è immune a qualsiasi spiegazione razionale, ci limitiamo a sperare che questa sia l’ultima volta che ci vengano mosse accuse senza cognizione di causa. Noi non ci siamo mai sottratti a qualsivoglia chiarimento o confronto e invitiamo chiunque abbia perplessità sul nostro operato a contattare la redazione o i singoli membri personalmente prima di diffondere pubblicamente falsità.
Radio C.A.P.
Leggi tutte le puntate di La città invisibile presenti su giovanireporter.org.