Un po’ di mascara, eyeliner, rossetto rosso, vestito attillato… E siamo pronte. Prima serata in discoteca, qualche drink e poi il vuoto. Lividi ovunque, trucco sbavato e un cane randagio che le lecca la faccia. Alla ricerca di un taxi, o semplicemente di un passaggio per tornare a casa. Si sa che cosa è accaduto ma è meglio dimenticare. Dopotutto, era in discoteca, a passare una serata con le amiche, ed è stata lei a esagerare con l’alcol. È colpa sua.
Un po’ di mascara, un lucidalabbra, un maglione e dei pantaloncini… Esce con un libro sotto braccio. Si dirige al solito bar, per prendere il solito caffè con due zollette di zucchero. Stavolta rimane fino alla chiusura e poi raggiunge degli amici per bere un paio di birre. Nella confusione del momento qualcuno la palpa. Imbarazzata, inventa una scusa e va casa.
Un po’ di mascara, un rossetto nero, una tuta e un top. Esce di casa e raggiunge gli amici al parco, ma, nel mentre, dei ragazzi le si avvicinano e le chiedono l’accendino, lei va avanti aumentando il passo. I ragazzi la insultano e la seguono per un po’ solo per fare scena.
Ogni storia può avere un autore e un protagonista, anche se molte storie non vengono raccontate, per paura, imbarazzo, vergogna. Cosa spinge una ragazza a non denunciare una violenza subita? Forse il fatto che la denuncia sia qualcosa di definitivo, che voglia dire ammettere quello che hai subito, metterti a nudo davanti ad una società che incolpa la vittima e non l’aggressore, che minimizza questo abominio a meno che a commetterlo non sia stato un giovane dalla carnagione più scura.
Sono anche stanca di vivere alla ricerca di un colpevole, non cambierà niente comunque perché la nostra esistenza si basa su stereotipi e su leggi non scritte. “Trova qualcuno che ti rovini il rossetto, non il mascara”, penso che questo sia il sogno di ogni ragazza, ma bisogna stare attenti che quel sogno non si trasformi in un incubo rovinando rossetto, mascara e vestiti.
La verità è che veniamo viste come l’incarnazione di qualcosa, e veniamo trattate di conseguenza ma non siamo idee che possono essere manovrate, usate e gettate via perché inutili, siamo persone la cui esistenza viene condizionata dal mondo esterno e questa cosa non cambierà, che ci piaccia o no.
Un vestito attillato, un po’ di eyeliner, un perizoma, uno sguardo provocante… Non siamo peccatrici che ti spingono a commettere violenze, siamo ragazze, innocenti, libere di essere maliziose se vogliamo, con una vita davanti già complicata. Non serve che tu – completo sconosciuto, amico, compagno – voglia provare piacere in un modo che segnerà per sempre il nostro tipo di vita.
Blu Dòmini
(In copertina Yuris Alhumaydy da Unsplash)