Mi scusi Professore

Mai più a casa

Mai più a casa

Mi scusi Professore, oggi più che una domanda vorrei condividere con lei una riflessione. Lo faccio stando comodamente sdraiata sul divano, la televisione accesa sull’ultima serie iniziata, una postazione che probabilmente non lascerò per parecchi giorni ancora. Questa è la quarantena, questo è il sacrificio a cui ci chiedono di attenerci: stare a casa.

Quante volte abbiamo sognato di poter prenderci una pausa dal mondo, un weekend di relax senza dover pensare allo studio e al lavoro. Quante volte abbiamo inventato scuse per non uscire, non mi sento tanto bene, domani devo alzarmi presto, ho avuto un contrattempo. Perché andare al cinema se esiste lo streaming? Perché fare una camminata al parco se camminerò già domani per andare al supermercato? Perché parlare con la gente faccia a faccia se con Whatsapp si possono mandare messaggi vocali e addirittura videochiamare?

Ora lo streaming, il supermercato, lo smartphone sono tutto quello che ci resta. Se n’è accorto anche lei, Professore, di quanto tutti ora vogliano uscire, incontrare gente, fare cose. Di tutte quelle persone che fanno ritorno a casa, dai genitori, che non vedevano più da tempo perché “erano troppo impegnati”. Di tutti i viaggi prenotati a prezzi stracciati – almeno fino a quando ce n’era la possibilità – perché finalmente si può vivere senza scadenze e preoccupazioni.

Ho l’impressione, Professore, che nessuno si sia reso conto della gabbia che si è costruito attorno fino a che non è stato costretto a chiudercisi dentro. Una gabbia di comodità, sì, ma che non possono certo sostituire il piacere della vita vera. Quella all’aperto, quella condivisa, quella sentita sulla propria pelle. Quella per cui ormai non abbiamo più tempo. O forse questa mancanza di tempo è solo una scusa per stare comodamente sdraiati sul divano, l’unico posto dove ci sentiamo davvero al sicuro: ognuno è il re in casa propria.

Quello che mi auguro, Professore, è che, quando tutto questo sarà finito e la porta della gabbia si spalancherà davanti a noi, avremo il coraggio di mettere un piede fuori. E poi due, e poi il resto del corpo, per riversarci nelle strade e nei giardini con solo un solo pensiero fisso: mai più a casa.

Clarice Agostini

(In copertina Christopher Windus da Unsplash)


Mai più a casa è l’undicesimo articolo di Mi scusi Professore, una rubrica di Clarice Agostini.

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