Non me ne vogliano gli uomini e chiunque altro, non farò il classico tentativo di innalzare la figura femminile secondo canoni, valori e stereotipi a cui non tutte le donne – per fortuna – sentono di appartenere nella stessa misura. Questo testo è un omaggio alle donne che mi hanno insegnato qualcosa e che mi hanno cambiato la vita in qualche modo.
La prima donna
Conosco una donna che cammina ogni giorno con me, tenendomi per mano da quando ancora non avevo le forze per fare anche un solo passo; una donna che con pazienza – e solo lei sa quanta – mi guarda crescere. L’ho vista battersi per ciò in cui credeva, con le parole e con i fatti, contro ostacoli che sembravano insormontabili, e forse lo erano davvero, con lo sguardo determinato e sicuro di chi sa di poterli superare.
Ne ho conosciuto le debolezze, le fragilità, le ferite che si è procurata nell’estenuante battaglia e ne ho ammirato il coraggio, la resilienza, la volontà mossa da quel cieco sentimento di cui ancora ogni giorno si nutre il suo cuore. Ha infuso in me parole come rispetto, costanza, cura, determinazione, e che oggi a fatica, non lo nego, cerco di tenere a mente come un mantra. Il sacrificio che ha fatto e che ogni giorno rinnova in virtù di quel sentimento mi ha donato la fede: la fiducia nel percorso, in se stessi, nei propri obiettivi. Mi ha donato una casa senza muri, senza confini, così solida da poterla portare con me, ovunque io sia.
Camminando insieme, ora le nostre ombre sono della stessa misura, ed è col tempo che realizzo che non c’è nulla al mondo che io non debba a lei, a partire dalla mia stessa esistenza. Considero io stessa riduttivo amare una donna perché mi ha messa al mondo ma se è vero che non è certo questa capacità a renderci donne, non è nemmeno la condizione indispensabile per essere madri: madre è chi dona un senso alla vita.
La donna alla cattedra
Ho incontrato una donna: è entrata dalla porta e si è seduta ad una cattedra; ha iniziato a parlare di cose che non conoscevo, di fatti, persone, parole e di vita. Mi ha interrogata, con sguardo curioso e ha ascoltato ogni mia parola con lo stesso interesse e stupore con cui io ho ascoltato le sue. Mi ha trasmesso la passione per l’arte del possibile partendo dalle sue più nobili fondamenta, insegnandomi la forza dell’onestà e mostrandomi come la passione per la conoscenza tempri l’animo.
La donna seduta alla cattedra ha interpretato i miei pensieri, dandomi fiducia, credendo in me. Mi ha mostrato l’amore per una professione, concepita come una sorta di missione e di rivoluzione allo stesso tempo, che ha come scopo interrogare gli sguardi di chi incarna il presente ed è promessa del futuro. Quanto ha mi ha donato, con immensa dedizione, consegnandomi gli ingredienti necessari per la libertà: la conoscenza e la passione.
Nelle mani di una donna
Nelle mani di una donna ho riposto le mie e ci ho trovato l’amore leggero, giovane, che pensavo fosse impossibile: incomprensibile agli occhi degli altri, spesso ostacolato, ma così vero da non poterne fare a meno; un amore che si infila in ogni angolo della vita e come polvere diventa presenza costante.
Nelle mie mani una donna ha riposto la sua fiducia, regalandomi la speranza, insegnandomi la tenerezza che sta in tutte le cose. Ho visto in lei ciò che si trova alle spalle di chi, facendosi carico delle proprie esperienze, sembra in grado di reggere il mondo.
L’ho vista fare affidamento unicamente alle sue braccia, alle sue mani, per arrampicarsi più in alto e guardare la realtà da una nuova prospettiva, insegnandomi che le passioni possono salvare le persone e che non c’è nulla di male nel cambiare punti di vista. Con gesti precisi, ha scongiurato ogni paura che avevo nelle diversità, ha valorizzato l’originalità di ogni pensiero e mi ha convinto che la cosa più importante è non tradirsi mai. Nelle mani di una donna, ho trovato la felicità.
Sofia Bettari
Questo articolo fa parte della rassegna #IoBalloPerLei, iniziativa promossa da The Circle Italia con Serena Dandini e Lella Costa, a tema “donne valorose“.