Mi scusi Professore, a lei piace il cinema? Personalmente non mi reputo una vera appassionata, ma guardare un film sul grande schermo è un’emozione che ritrovo sempre con piacere. Ultimamente mi sono lasciata condizionare dalla critica: non ho potuto fare a meno di andare a vedere Parasite, la pellicola diretta dal sudcoreano Bong Joon-ho che alla notte degli Oscar si è portata a casa quattro statuette. A fronte delle sei candidature, Parasite si è aggiudicato non solo i titoli di miglior film internazionale, miglior regia e migliore sceneggiatura originale, ma ha osato mettere piede anche sul podio del miglior film.
Si tratta del primo lungometraggio non in lingua inglese a vincere l’Oscar per il miglior film, e questo ha inevitabilmente scatenato polemiche e perplessità. Che siano critiche al livello artistico o ragioni personali quelle per le quali non è piaciuto, le opinioni dei singoli, Professore, non mi interessano. Rispetto il famoso de gustibus non disputandum es. C’è solo una persona la cui opinione stento a rispettare, una persona che, nel commentare – e condannare – il film, non ha minimamente accennato alla qualità di esso.
“Quanto sono stati mediocri gli Academy Awards quest’anno. E il vincitore è… un film della Corea del Sud!” Con queste parole Donald Trump esordisce in merito alla questione, durante il rally in Colorado di giovedì scorso. “Abbiamo abbastanza problemi commerciali con la Corea del Sud, e loro per giunta gli danno il premio come miglior film dell’anno”. Tra le risate generali, chiede poi di poter riavere indietro Via col Vento, film statunitense vincitore di otto Oscar nel 1940.
Che la Corea del Sud non stia simpatica al Presidente non è certo una novità. Che gli Academy Awards siano una cerimonia fondamentalmente americana, nemmeno, o non ci sarebbe una distinzione tra “miglior film” e “miglior film straniero”. Il fatto che una condanna a un film si basi interamente su ragioni politiche e su relazioni tra Stati, invece, non mi convince. Sì, perché Trump ha ammesso di non aver visto Parasite: “È stato bello? Non lo so.” Mi permetta, Professore, di proporre un seguito a questa frase: “Non lo so, so solo che abbiamo fatto un favore ai nostri nemici”.
La trama, l’inventiva, l’originalità, la sceneggiatura, la recitazione non sono minimamente considerate. Vengono schiacciate dal peso dell’unica dimensione che conta: quella del potere, del dominio, del denaro. In fondo, si deve riconoscere che il proverbio “prendi l’arte e mettila da parte” può avere più di una interpretazione. Secondo lei, Professore, quella di Trump è corretta?
Clarice Agostini
Prendi l’arte e mettila da parte è il nono articolo di Mi scusi Professore, una rubrica di Clarice Agostini.