La notte prima del grande evento, quello della cerimonia di premiazione degli Oscar 2020, suscita ogni anno pronostici e curiosità nello scoprire chi vincerà l’ambita statuetta per le varie categorie.
Ad “aiutare” i membri dell’Academy, vi sono solitamente i premi dei sindacati, che nel corso della “Award Season” danno una maggiore idea su quale pellicola si presenterà come favorita ai nastri di partenza della cerimonia, che inizierà alle 22:45 ora italiana e che si terrà, come di consueto, al Dolby Theatre di Los Angeles. Infatti, questi ultimi costituiscono una percentuale altissima di conferma agli Oscar che viene da loro premiato, in quanto , oltre che membri del singolo sindacato, sono anche votanti della giuria degli Oscar.
1. Miglior film
Dopo aver dominato la stagione dei Premi, Parasite sembrava il probabile numero uno, pronto a vincere l’Oscar come miglior film, oltre a quello come miglior film internazionale. Con la vittoria di 1917 ai Golden Globe – film che ha poi vinto anche il PGA, prestigioso riconoscimento che viene assegnato dal sindacato dei produttori, e il DGA, premio del sindacato dei registi, assegnato a Sam Mendes -, le carte si sono rimescolate e il favorito alla vittoria del premio più importante sembra essere diventato proprio il dramma bellico ambientato durante la Prima Guerra Mondiale.
A conferma di questo vi sono anche i BAFTA, dove ha sbancato vincendo sette premi su nove, dando un forte segnale di continuità, soprattutto nei riconoscimenti chiave. Dunque, si può affermare che 1917 abbia maggiori possibilità di conquistare la statuetta del miglior film.
2. Miglior regia
Anche se è una categoria totalmente differente, il discorso non si discosta poi così tanto da quello appena fatto per il miglior film. Infatti, se Bong Joon-Ho partiva come frontrunner per la conquista del premio come miglior regista per il suo dissacrante gioiellino Parasite, la recente ascesa di Sam Mendes con 1917 lo ha messo leggermente in disparte.
Dopo aver conquistato Golden Globe, DGA e BAFTA, il regista del capolavoro American Beauty, – film con il quale, nel 2000, oltre al premio per la miglior regia, vinse anche quello di miglior film -, il regista inglese con origini trinidadiane sembra aver rapidamente scalato le gerarchie, ponendosi come favorito alla miglior regia, a discapito del regista coreano che invece aveva dominato tutta la stagione dei premi in questa categoria.
3. Migliore attore protagonista
Questa appare una delle poche categorie che non lascia spazio ad interpretazioni.
Infatti, dopo aver letteralmente dominato la stagione dei premi, con la conquista, tra gli altri, del Golden Globe e del SAG, Joaquin Phoenix sembra destinato a conquistare la statuetta di miglior attore protagonista per la sua straordinaria interpretazione di Arthur Fleck in Joker , film di Todd Phillips, che parte come frontrunner agli Oscar, forte di ben 11 nomination.
4. Miglior attrice protagonista
Come in campo maschile, anche in campo femminile la partita sembra abbastanza blindata. In questa categoria, infatti, la candidata numero uno a vincere sembra essere Renée Zellweger.
La sua straordinaria interpretazione di Judy Garland, celeberrima cantante famosa per Somewhere over the rainbow, nel film biografico Judy, la pone in cima alla lista delle favorite per l’Oscar alla miglior attrice protagonista, grazie anche alla vittoria del SAG.
5. Miglior attore non protagonista
Se a settembre la partita era abbastanza aperta, con un duello a due tra Joe Pesci per la sua interpretazione di Frank Bufalino in The Irishman e Brad Pitt per lo stuntman Nick in C’era una volta a…Hollywood, i Golden Globe e, soprattutto, i SAG, sembrano aver posto l’ex marito di Angelina Jolie come favorito alla statuetta per il miglior attore non protagonista.
6. Miglior attrice non protagonista
Come per il precedente, anche per la miglior attrice non protagonista si prospetta un solo nome nella busta degli Oscar: si tratta di Laura Dern, interprete di Nora Fanshaw in Storia di un matrimonio, film ambientato a Detroit e incentrato sulla crisi matrimoniale tra i coniugi Barber.
Anche per lei, i Golden Globe e i SAG, uniti ai già numerosi premi ricevuti, la pongono in cima alle favorite per la vittoria della statuetta.
7. Miglior sceneggiatura originale
Vittoria della sceneggiatura originale equivale alla vittoria al miglior film? Nel 92% dei casi (84 volte su 91) è stato così.
E, se si dovesse confermare, allora Parasite potrebbe vincere il premio più importante, dal momento che il sindacato degli sceneggiatori ha premiato la pellicola sudcoreana come miglior script dell’anno, battendo persino la scrittura tagliente e rapida di Tarantino in C’era una volta a…Hollywood.
Ma, dal momento in cui il PGA è andato, come già detto, a 1917, appare più scontata la vittoria come miglior film internazionale di Parasite, che, comunque, potrebbe portarsi a casa la statuetta per la miglior sceneggiatura originale.
8. Miglior sceneggiatura non originale
Come per lo script originale, anche per la sceneggiatura adattata vale il discorso che prevede la vittoria nella categoria del miglior film.
In questo caso, Jojo Rabbit sembra la pellicola indicata ad uscire, come il coniglio dal cilindro, vincitrice, grazie alla vittoria del WGA come miglior script adattato. Per il film di Waititi, tratto dal fumetto che ironizza sul nazismo in maniera ironica e tagliente, sembra scontato anche il premio per i migliori costumi.
9. Miglior film internazionale
Che film, al di fuori di Parasite, possono vincere l’Academy Award per il miglior film internazionale?
A meno che la giuria non decida che la pellicola di Bong Joon-Ho debba vincere il miglior film e non la statuetta per quello internazionale, qualche speranza si potrebbe aprire. In caso contrario (e sembra l’ipotesi più probabile), la vittoria come miglior film internazionale sembra aver già preso il primo volo per Seoul, forte di un biglietto di sola andata.
Infatti, dopo aver dominato la stagione dei premi, Parasite resta l’unico vero candidato alla vittoria in questa categoria, salvo onori di smentita. Una smentita che, nel caso, renderebbe meno scontata e noiosa un’edizione che, mai come quest’anno, sembra ricca i verdetti già scritti, pronti ad entrare nella storia. Una storia che, da 92 anni, porta il nome del premio cinematografico più prestigioso al mondo. Il Premio Oscar.
Gianluca Dozza
(In copertina rielaborazione grafica della statuetta degli Oscar)