Mi scusi Professore

Ogni scusa è buona

Ogni scusa è buona

Fontana di Trevi: uno dei siti più visitati della Capitale, dell’Italia e forse del mondo intero. Ogni giorno ondate di turisti sgomitano per avvicinarsi il più possibile all’acqua, per tirare una monetina, per scattare un selfie, e poi si siedono comodamente a uno dei bar che danno sulla piazza. Vengono da ogni angolo del mondo per vedere la bellezza della Città Eterna: sì, anche dalla Cina. Sicuramente i due turisti risultati positivi al coronavirus hanno messo piede a Trevi. Lei si sentirebbe sicuro a passeggiare in quella piazza, Professore?

È proprio per rassicurare turisti e cittadini che il bar Trevi ha deciso di affiggere un cartello al suo ingresso, scritto in cinese e in inglese, che recita più o meno così: “A causa delle misure di sicurezza internazionali, a tutte le persone provenienti dalla Cina non è permesso entrare in questo posto. Ci scusiamo per l’inconveniente.” Si tratta di un inconveniente, nient’altro che di una prevenzione necessaria per preservare la salute collettiva. Allora perché questo cartello ha incontrato la condanna del consigliere comunale PD Marco Palumbo, della sindaca Virginia Raggi e di molti degli altri commercianti di Trevi?

Mi scusi Professore, innanzitutto mi chiedo se quella presa dal bar Trevi sia davvero una delle misure di sicurezza prescritte dalla comunità internazionale; inoltre, dal momento che i contagiati al di fuori della Cina hanno ormai toccato la discreta cifra del 76 (dati aggiornati al 29 gennaio), siamo sicuri che i cinesi siano ancora l’unico pericolo, come lo potevano essere nei primi giorni dello scoppio dell’epidemia? Il cartello è stato rimosso dal bar, la Raggi ha invitato a non diffondere la psicosi e ad ascoltare solo le indicazioni delle autorità sanitarie, sono atterrati gli ultimi voli provenienti dalla Cina, i due contagiati sono isolati allo Spallanzani di Roma e altri 38 casi sospetti tenuti sotto osservazione. Tutto sembra, per quanto possibile, sotto controllo.

Ma la psicosi collettiva si può controllare, Professore? La paura del contagio, il panico, i pensieri irrazionali di chi commenta le notizie relative a Wuhan, focolaio dell’epidemia, con “se la smettessero di mangiare serpenti e pipistrelli” oppure con “i cinesi sono milioni, cosa cambia se ne muoiono cento”. La risposta è no, Professore, non si può controllare la paura dell’estraneo che dorme in molti di noi e che è pronta a risvegliarsi a ogni occasione. D’altra parte, c’è anche chi ha sottolineato come, mentre gli aeroporti sono stati chiusi tempestivamente per il virus, i porti restino ancora aperti agli sbarchi provenienti dal Nord Africa.

Un italiano che è stato recentemente in Cina o che è venuto in contatto, anche senza esserne consapevole, con individui infetti può essere potenzialmente più pericoloso di un cinese che, magari, vive in Italia da quando è nato. È così difficile da capire, Professore? È così complicato, per una volta, smettere di additarsi a vicenda e cercare di collaborare? A quanto pare sì, lo è, e a renderlo tale è il germe della discriminazione, ben più letale del coronavirus. D’altra parte, ogni scusa è buona per essere razzisti.

Clarice Agostini


Ogni scusa è buona è il sesto articolo di Mi scusi Professore, una rubrica di Clarice Agostini.

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