Parole chiave

La Massa e l’effetto domino

Massa

In questo mondo sempre più sottomesso a delle leggi immaginarie che ci vedono costretti ad imitare altrui, a privilegiare la negazione del nostro io di fronte alla completa assuefazione al volere e ai gusti di altri, il concetto di “massa” assume sempre più i contorni di parola rivelatrice del nostro vivere quotidiano: una parola dal significato tanto banale all’apparenza, quanto tortuoso e complesso in una analisi più profonda.

La Parola

Ma cos’è esattamente la massa? Il termine deriva dal greco antico μᾶζα (maza), che indicava originariamente un tipo di impasto a base di orzo utilizzato per realizzare il pane; al sostantivo si affiancava il corrispondente verbo, μάζειν (mazein), “impastare”, “modellare”. La massa è dunque un’unione solida, indissolubile, compatta, con delle caratteristiche specifiche, costanti ed uniformi.

Il lato genuino della democrazia

Un sostantivo del genere, così ricco di accezioni, è stato nei secoli interpretato in innumerevoli contesti, ed oggi ha una propria valenza sociologica, filosofica, scientifica, psicologica. Fin dalle civiltà antiche la massa venne identificata con il popolo, quel gruppo di persone indifferenziato, che si contrappone all’élite, al potere dei monarchi o degli oligarchi; la massa è costituita dal δημός (demos), la popolazione, generalmente ritenuta incolta o incapace di autodeterminarsi.

Nell’Atene del V secolo a.C. le funzioni legislative, esecutive e giudiziarie erano affidate alla limitata cerchia dei cittadini maschi di famiglia ateniese con almeno 18 anni, di cui almeno due impiegati nel servizio militare; circa il 10% della popolazione in tutto. “E poiché è retta in modo che i diritti civili spettino non a poche persone, ma alla maggioranza, essa è chiamata democrazia”, così la presenta Pericle nel resoconto fatto da Tucidide nel Libro II della Guerra del Peloponneso e, sebbene il numero di persone dotate di diritti politici possa risultare irrisorio rispetto a quello a cui siamo abituati oggi, fu un grandioso primo esperimento di democrazia.

Un esperimento relativamente breve, limitato a un ristretto numero di poleis e in parte rivelatosi fallimentare (soprattutto nella gestione da parte di Atene della già citata guerra del Peloponneso), ma pur sempre un primo tentativo, un germe, la radice di quello che sarebbe poi diventato il sistema democratico moderno, uno dei fondamenti del pensiero politico occidentale.

Uno strumento di rivalsa sociale

La massa nel corso dei secoli però ha saputo emergere come portatrice di fermenti, cambiamenti repentini, che hanno sconvolto ordini e gerarchie che sembravano immutabili; questo accadde in Francia dal 1789 al 1794 durante la rivoluzione politica più famosa della storia moderna. In quell’occasione, uno stato demoralizzato da una carestia opprimente, da un aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e da una disparità fin troppo accentuata tra i diversi ceti sociali, portò alla ribellione del terzo stato, sentitosi umiliato dalle angherie che nobiltà e clero – detentori del potere – da tempo perpetravano nei loro confronti e dai privilegi che essi continuavano a custodire.

Con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, il 26 Agosto 1789, dopo secoli di disuguaglianze si aprì una nuova era per la rivalutazione a livello sociologico e politico del concetto di massa, intesa ora come unione di individui che godono di pari diritti e libertà.


Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.

Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, Articolo 1

Il concetto di massa sembrava allora aver acquisito una connotazione diversa, dal tono meno volgare e più simbolico, ma sarebbe. La massa divenne in seguito protagonista delle teorie Marxiste, i cui contributi avrebbero portato all’identificazione di una nuova classe sociale, il proletariato, portatrice di una rivoluzione politica, e al socialismo, che credeva nell’evoluzione del popolo da rozzo e incolto insieme di persone a portatore degli ideali sovversivi in grado di cancellare gli antichi regimi monarchici e aristocratici.

Dall’idillio contadino alla ferocia della civiltà

La letteratura ha poi nel tempo permesso di approfondire meglio un concetto così intricato e profondo, studiando le sue innumerevoli sfaccettature. In ambito italiano, Verga e Pirandello, seppur in contesti differenti, hanno cercato , più di altri autori, di studiare comportamento e fisionomia delle masse e il rapporto con il singolo.

Giovanni Verga (1840-1922) racconta il mondo semplice, puro e altrettanto dimesso della gente della sua terra, inquadrando le vicende in un ambiente in continuo cambiamento, di cui la massa civilizzata è portatrice, e arrivando a descrivere la rottura dell’equilibrio, dell’armonia e della caduta dei semplici ma forti valori etici di cui Padron ‘Ntoni e Alessi erano stati i rappresentanti perfetti in I Malavoglia. Il popolo contadino emerge nella sua spontaneità e nel suo puro realismo, acquistando una connotazione positiva, di fronte al cambiamento propugnato dalla massa civilizzata, un entità minacciosa per la vita di questa piccola comunità. Il ruolo della massa emerge in maniera prepotente anche nel Mastro Don Gesualdo, dove stavolta a soccombere è Gesualdo, che, tradito dal futile valore della “roba” di cui si è circondato, finisce per inimicarsi l’intero paese, oltre alle persone per lui più fedeli.

Luigi Pirandello (1867-1936) invece, con la creazione del concetto di maschera, porta al massimo il concetto della spersonalizzazione dell’uomo e della negazione progressiva dell’identità a favore della completa immedesimazione nella trappola della società, che lo fa sentire schiavo, oppresso e inerme. Vitangelo Moscarda, in Uno, Nessuno e Centomila, aspira a diventare, come avrebbe amato dire il suo creatore, “colui che ha capito il giuoco”, il portatore di una visione individualista del mondo esterno, ma il protagonista, sopraffatto dalle ansie e dai tormenti, finisce per cedere di fronte alle costruzioni fittizie che la società gli affibbia.

Un’unione di materia

Il termine “massa” ha poi assunto significati in tutti gli ambiti, a partire dalla fisica; la massa è una delle sue grandezze fondamentali, ed è una proprietà intrinseca di ogni oggetto; la sua declinazione conosciuta come “massa inerziale” è esprimibile come il rapporto tra la forza totale a cui un corpo è sottoposto e l’accelerazione a cui esso è soggetto, o, se preferite, la resistenza che ogni corpo oppone ad ogni tentativo di cambiamento del suo stato di quiete o moto; ma tale concetto fisico ha richiesto ulteriori delucidazioni per essere compreso nella sua interezza.

Nell’ambito della relatività, il concetto di massa come proprietà di un oggetto viene per la prima volta analizzato in profondità studiandone i suoi componenti fondamentali. La massa a livello microscopico è costituita da unità fondamentali, che possono essere cariche positivamente (protoni), nulle (neutroni) o negativamente (elettroni); oppure essere prive di una carica (come i fotoni, piccoli “pacchetti di energia” che vengono emessi da un materiale quando esso è sottoposto ad una radiazione elettromagnetica intensa, secondo la teoria dell’effetto fotoelettrico, spiegata da Albert Einstein). La massa diviene quindi un concetto che spiega l’agglomerazione dei componenti fondamentali della materia in forme sempre più complesse, partendo dai costituenti più semplici.

La moda e la propaganda

Spostando la nostra attenzione ad altri ambiti, la massa è invece vista, sotto il profilo sociologico, come una forza data dall’unione di individui spinti da obiettivi comuni, di natura politica, etica, emotiva e psicologica, un trait-d’union di idee, opinioni e sentimenti che si possono ritrovare in un gruppo di persone.

Come abbiamo visto in precedenza dunque, la massa ha avuto un ruolo da protagonista nella storia dell’uomo, recitando talvolta la parte della vittima, oppressa, sfiancata dalle bramosie di potere dell’élite, ma d’altro canto della forza rivoluzionaria in grado di sovvertire un ordine precostituito e all’apparenza inscalfibile, e tale da minare la certezza assoluta dell’identità dell’uomo. Oggi qual è il vero significato di massa?

La massa può essere interpretata nel mondo contemporaneo come un unione di individui che si predispongono ad atteggiamenti comuni, ripetuti, talvolta meccanici, perché ormai completamente penetrati in maniera profonda nel nostro modo quotidiano di agire. La moda e la propaganda di certi modelli e stili di vita hanno ormai invaso il nostro modus vivendi, portandoci ad accettare e ad apprezzare dei contenuti che noi non condividiamo pienamente, ma che dobbiamo a ragion veduta conoscere e approvare per non essere la classica “pecora nera” di un gruppo. Tutti questi fattori hanno finito poi per ritagliarsi uno spazio comune, influenzando i nostri gusti, le nostre passioni, le nostre inclinazioni.

Veicolare dei bisogni

Se volessimo poi illustrare il concetto di “massa” sotto un profilo di natura economica o imprenditoriale, potremmo parlare di un insieme di individui che per gusti comuni rimangono affascinati da un contenuto o da un prodotto, diffondendone la conoscenza a tutti gli strati della società.

Il concetto di massa identifica quindi un mezzo di cui le imprese si avvalgono per far leva sulle varie fasce di popolazione, di età e di condizione economica e per diffondere i loro prodotti in modo efficace, al fine di colpire l’interesse di un consumatore sotto numerosi aspetti simbolici, tra i quali l’importanza e la notorietà del marchio.

Alla ricerca dell’equilibrio

In conclusione, come abbiamo visto, la massa è quindi un’arma a doppio taglio, una risorsa fondamentale per rimanere connessi con il mondo moderno e allo stesso tempo una tentazione irrefrenabile che ci priva della nostra coscienza, ed oggi più che mai dobbiamo essere abili a distinguere queste due espressioni, cercando di trarre da ognuna le opportune considerazioni per affrontare con serenità il nostro vivere quotidiano, nella civiltà del progresso e dell’innovazione.

Stefano Maggio

(In copertina Victor Rodriguez da Unsplash)

Ti potrebbero interessare
Parole chiave

Il dissenso: voce di libertà o minaccia all’ordine?

Parole chiavePersonale

Umani, troppo umani – Perché cerchiamo la perfezione?

Parole chiave

Voce del verbo… Condividere

Parole chiave

Una, nessuna e centomila Libertà